Contro la militarizzazione della città, riprendiamoci le piazze
La luminara è però diventata, anno dopo anno, anche la ricorrenza in cui gli antagonisti, approfittando dell’enorme presenza di persone nelle strade, mettono in evidenza alcune delle contraddizioni più grosse della città. Fino a due anni fa la “luminara dei diritti” si svolgeva occupando l’enorme palazzo sfitto dell’Ex-Enel, proprio a ridosso del lungarno, l’anno scorso si è tenuta in Largo Ciro Menotti, piazza dove era stata da poco sgomberata la tendopoli delle famiglie di via Marsala; quest’anno invece il teatro delle rivendicazioni è stata Piazza dei Cavalieri.
Questa piazza è da giorni al centro di dibattiti e polemiche, dopo la decisione del sindaco Filippeschi di eliminare il degrado (costituito da alcuni giovani che passano in piazza le loro serate suonando e cantando) tramite un presidio fisso di vigili e poliziotti. Questa decisione, perfettamente in linea con la politica della giunta nei confronti di qualsiasi tematica sociale (che sia il commercio abusivo, piuttosto che la “movida” o la prostituzione, tutti fenomeni gestiti tramite la polizia e la militarizzazione del territorio) è stata però fortemente osteggiata da chi quella piazza la anima e la rende viva ogni sera, uscendo dalle logiche che vorrebbero incanalare anche la socialità in una dinamica di mero consumo nei pub e nei locali. Alcune sere fa una street parade notturna di oltre 500 persone, autorganizzata tramite i social network, ha sfilato per le vie cittadine ed è giunta in Piazza dei Cavalieri, costringendo le forze dell’ordine ad allontanarsi dalla piazza.
Dopo questa vittoria la festa della luminara antagonista ha segnato un ulteriore passo avanti, con una festa non autorizzata a cui hanno partecipato migliaia e migliaia di persone, decise a riprendere possesso degli spazi pubblici. Poco importa che la governance cittadina sia corsa ai ripari il giorno dopo, minimizzando le dimensioni dell’evento e sostenendo che era stato possibile perché il sindaco aveva concesso una deroga per quella sera alle ordinanze anti-movida; il dato di fatto, palese agli occhi di tutti, è un ulteriore sgretolarsi della credibilità delle politiche di controllo che da anni rappresentano il vanto e la bandiera di questa giunta comunale.
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