Da Valencia: per un appello contro il G8 di Deauville
In occasione della due giorni del G8 2011 a Deauville (Francia) alcuni compagni hanno lanciato un appello generale ad una mobilitazione di carattere decentralizzato e mondiale. I motivi di questa proposta sono da un lato quello di evitare che lo stesso contro-vertice si trasformi in un ulteriore esperimento (palestra) di bieca repressione poliziesca, dall’altro affinché le diverse lotte locali, con i propri percorsi e i propri spessori, possano approfittare delle loro differenze facendo della concomitanza col vertice – simbolo di tutte le privazioni e le violenze a cui lentamente ci stiamo abituando e sommettendo – un momento di ramificazione, moltiplicazione e contagio.
I territori che tali vertici ufficiali da tempo pretendono di gestire sono gli stessi sui quali pulsano in forma capillare le nostre lotte quotidiane. Gli spazi del malcontento, di mera mancanza di una vita serena – come la protesta di massa greca, le ribellioni studentesche (e non solo) in Francia, Italia, Gran Bretagna, fino a quelle dell’Africa del Nord alle quali esprimiamo tutta la nostra complicità e solidarietà – sono realtà in sensibile aumento, controprova del fallimento di un intero sistema dedito al lucro e indifferente alle vite che getta nella miseria e nella depressione.
Quelli che poseranno tutti sorridenti nelle varie foto di rito durante il vertice, sono gli stessi che tacciono la ciclicità delle crisi parlandoci di un peggio che è già passato, di una difficoltà ormai alle spalle. Sono gli stessi che fomentano lotte fra poveri, nell’ostinato tentativo di dividere migranti e autoctoni, di selezionare buoni e cattivi, di identificare l’anormale nelle sue molteplici eccezioni. Con la trovata della sicurezza si intensificano i controlli, si sperimentano pratiche di repressione e si affinano le tecniche di internamento in carceri, CIE e in tutte quelle strutture che ammettono l’emarginazione come principio di armonia sociale. Così, mentre delle vite vengono letteralmente rovinate, colpevoli solo di non avere un pezzo di carta che li riconosca come cittadini, nelle strade delle città l’esercito e le polizie si specializzano nel far rispettare leggi ingiuste e pericolose, che ci obbligano ad una vita d’inferno e di soli sacrifici.
Nonostante il malcontento sia sempre più forte in ampi strati della popolazione, e ci siano già le premesse per una ribellione generale che possa partire dall’Europa, crediamo che il lavoro da fare sia ancora molto lungo. E’ in questo senso che pensiamo che la mobilitazione lanciata per il 26 ed il 27 di maggio possa servire ai vari movimenti per prendere nuovo vigore e nuovo coraggio, per tornare a parlare con la gente, per creare appoggio e solidarietà, per scambiarsi esperienze, per tentare di progredire e continuare ad avanzare, in un’ottica che sappia travalicare i confini nazionali.
In definitiva questo appello non vuole essere niente di più di un invito, a tutti e tutte quelli che lo leggeranno, a muoversi affinchè in tutta Europa si possa fare qualcosa che già nel suo accadere sia una aperta critica alla centralità di un vertice che non ci appartiene.
Qualcosa che possa anche servire da esercizio, sperando che sia solo l’inizio di un progressivo e continuo rafforzamento delle nostre
battaglie, che dovranno essere sempre di più le battaglie di tutti.
Invitiamo quindi tutti e tutte alla mobilitazione, grande o piccola che sia. Dalla scritta sul muro all’azione, passando per volantinaggi,
dibattiti e incontri.
La distanza da Deauville è un’opportunità.
Libero spazio all’immaginazione, quello che serve è tanta Determinazione!
SE NON ORA QUANDO?!
Valencia verso il G8
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