Fiat: a Grugliasco la Maserati, a Mirafiori ‘si vedrà’
Sacconi le chiama «misure di sostegno alla contrattazione aziendale», termine dietro al quale si nasconde la possibilità di derogare, in azienda, a tutto (articolo 18 compreso). Non solo: il decreto stabilisce anche l’erga omnes (ossia la validità per tutti i lavoratori) degli accordi siglati in sede aziendale, compresi naturalmente quelli separati.
Le parole di Marchionne non hanno comunque convinto la Fiom. Benissimo la ripresa produttiva alla ex Bertone, ma un conto è la Maserati (auto che consente di potere contare su un margine elevato) un conto sono i modelli medi (Alfa Romeo e Suv) che Fiat dovrebbe produrre a Mirafiori. A proposito dei quali ieri infatti Marchionne non ha detto nulla. «La Fiat chiede condizioni per investire ma ad oggi non sono ancora chiari quali sono gli impegni presi invece dal Lingotto, mentre l’unico dato evidente è la riduzione dell’occupazione negli stabilimenti italiani», commenta Maurizio Landini, segretario delle tute blu Cgil.
Perplessità anche in casa Cisl, con il segretario della Fim che dichiara: «L’investimento su Grugliasco è un atto dovuto, lo dice l’accordo che anche Fiat ha firmato e che è stato validato dai lavoratori – dice Bruno Vitali – I colloqui tra Marchionne e Sacconi dunque, li ascrivo ad una dialettica tra il Lingotto e Governo che mi lascia molto perplesso». Infine il sindaco di Torino, Fassino: «Ora ci aspettiamo che l’azienda dia corso agli investimento per Mirafiori».
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