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GEOMONT VERGOGNA!


Beppe Benente ancora una volta ha voltato le spalle alla Valle. Ha deciso di lavorare con la sua ditta di trivellazioni di nuovo al soldo di chi la vuole devastare. Non tutto può essere venduto in nome del lavoro e del denaro,VERGOGNA!

Ritrovo alle ore 18:30 di venerdì 7 ottobre nella Piazza della Stazione a Bussoleno.

Martedì 4 ottobre mattina, all’alba, oltre le reti, a Chiomonte in val Clarea, è spuntata una mini trivella della ditta Geomont. Questa trivella piazzata al sicuro nell’area occupata dalle forze dell’ordine sta bucando il terreno per “sondare” lo stesso e determinarne la struttura e la forma. Dividiamo quindi per punti la situazione e cerchiamo di capire:

la trivella: è una mini trivella delle dimensioni non superiori a quelle di un autoveicolo in grado di forare a medie profondità e di quelle solitamente usate per i pozzi d’acqua;

il luogo di “lavoro”: è all’interno delle reti del fortino nella zona occupata il 24 agosto, cioè un terreno di proprietà pubblica dove negli anni 90 fu stipato parte del materiale di risulta delle gallerie autostradali che attraversano la val Clarea stessa e che si trova al di sotto di un viadotto autostradale;

la manodopera impiegata: due operai di una ditta in seria crisi economica (geomont di Bussoleno) sono la forza lavoro impiegata in questa operazione.

Centinaia di poliziotti però continuano a sorvegliare le operazioni, al modico prezzo di 90.000 euro al giorno, lo scopo geologico progettuale: questi sondaggi servono a capire la composizione del terreno dove dovrebbe sorgere il reale cantiere per il tunnel e dovranno essere fatti anche nelle aree ancora da espropriare (baita presidio clarea per intenderci). Peccato che la composizione del terreno sia ben  nota ai progettisti e a tutti visto che a dieci metri sorgono i piloni del viadotto autostradale della A32 Torino Bardonacchia che hanno fondazioni di decine di metri e per le quali furono già fatti centinaia di sondaggi geognostici. Inoltre la trivella sta forando una discarica dove fu stipato il materiale estratto dalle gallerie della A32 stessa e la cui composizione è nota.

 

Spiegato quindi che cosa sta accadendo a Chiomonte vale la pena spendere due parole sul significato politico-tattico dell’operazione. Dall’alba oltre al rumore del piccolo perforatore si è affiancato un assordante rumore di fondo mediatico per cui finalmente i lavori per la Torino Lione si

avviano alla famosa fase 2, il tanto sperato foro-miniera di denaro pubblico. Tutti pronti quindi, caschetto da minatore in testa, a gridare ai quattro venti il successo. Capofila in questo caso l’articolista de LaStampa Massimo Numa e il parlamentare pdl Agostino Ghiglia che arriva a dire “l’avvio dei carotaggi premia l’impegno del governo”. Dopo il pressante impegno del movimento no tav in questi mesi di resistenza a svelare e bloccare questo misero teatrino diventava essenziale per i proponenti l’opera giocare una carta mediatica per rafforzare le posizioni e ridare linfa a questo parassitario progetto. Il tutto si colloca in una strategia attendista che vede nella navigazione a vista il miglior parallelo tattico-prospettico della fase in corso. Immancabile poi la ciliegina sulla torta. Ad eseguire questi “lavori” è la ditta GEOMONT di Bussoleno nota in val di Susa per aver preso parte alla farsesca campagna di sondaggi geognostici prodotta dall’osservatorio diretto dal super commissario Virano nell’inverno 2010. Questa ditta è oggi sull’orlo del fallimento e proprio in questa campagna di sondaggi aveva puntato l’ultima speranza di sopravvivenza. Il discorso qui è ancora più semplice: ci sono dei lavoratori che la ditta impiega e un titolare, G.B., che esegue delle scelte commerciali in assoluta autonomia e libertà. Il titolare in questo caso ha accettato un appalto per un’opera che distruggerà il territorio in cui la sua ditta lavora, e che oltre a distruggere la composizione naturale di questi luoghi distruggerà definitivamente il tessuto economico locale fatto di turismo, artigianato e utilizzo virtuoso del territorio. Accettando questo lavoro non solo il titolare è consapevole di distruggere le prospettive stesse della sua attività ma sa benissimo che distruggerà la terra in cui è nato e cresciuto e in cui tutti i valsusini vogliono vivere, facendo dei lavori utili, rispettando l’ambiente e crescendo i propri figli in quello che ancora di naturale c’è. Questa terra ha già dato tanto a questi imprenditori del cemento, che come prospettiva hanno la desertificazione del mondo. E’ giunto il momento di chiamarli con nome, cognome e data di nascita. Per questi motivi GIUSEPPE BENENTE, nato il 20 agosto 1960, amante del “bel vivere”, del golf, della barca a vela, è la vergogna di Bussoleno, un paese che nella sua storia ha dato tanto, nella resistenza, nelle lotte operaie, oggi nell’integrazione e nella lotta no tav. Naturalmente sappiamo che tantissimi altri Benente, nome comunissimo in valle, sono onesti, orgogliosi e ottimi no tav. Come Bussolenesi ci vergogniamo di lui e di quello che la sua ditta sta facendo a Chiomonte.

Ancora una volta diciamo FERMARLO E’ POSSIBILE FERMARLO TOCCA A NOI!

comitato lotta popolare di Bussoleno

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