Giornata di occupazioni a Roma. Basta chiacchiere, tirate fuori le case! (Aggiornato)
I movimenti per il diritto all’abitare di Roma tornano oggi a far sentire la propria voce con un’imponente giornata di mobilitazione.
In questo momento in corso numerose iniziative, azioni e riappropriazioni di stabili abbandonati:
– occupato il “palazzone a vetri in via Cristoforo Colombo” con decine di persone sul tetto
– occupata l’area antistante alla presidenza della Regione Lazio sempre in via Cristoforo Colombo con decine di tende ed arrampicandosi sulle impalcature montate
– segnalata la vergogna del degrado e della speculazione del cosiddetto “Bidet” in via Giustiniano Imperatore
– occupati gli uffici dell’ex IPAB Istituto Romano San Michele in piazzale Tosti sempre in VIII Municipio
Inoltre sotto la Regione Lazio è stato effettuato un volantinaggio e sono stati appesi degli striscioni per segnalare le responsabilità politiche dell’amministrazione regionale nella non attuazione della delibera sulla casa.
AGGIORNAMENTO: a tarda sera l’occupazione del palazzone di vetro continua come prosegue la tendopoli con una polizia non sa che pesci prendere davanti alla partecipazione massiccia e popolare al percorso di riappropriazione. Oggi una delegazione dei movimenti ha incontrato assessore alla casa della regione Refrigeri e il capo del gabinetto di Zingaretti, Andrea Baldanza che continuano a non prendre nessun impegno sulla delibera regionale per l’emergenza abitativa. Noi non ci fidiamo e le case, intanto, ce le riprendiamo!
Che la gestione delle emergenze sia più remunerativa per chi vuole sfruttare il disagio sociale di chi non ha un alloggio o non se lo può permettere con i gli affitti e i mutui che ci sono in giro, ce lo ha fatto vedere bene l’inchiesta “mafia capitale”. Da tempo i movimenti per il diritto all’abitare stanno lottando contro il malaffare, la compravendita di alloggi e voti, gli sfratti, i pignoramenti e gli sgomberi. Soprattutto contro la rendita e i grandi costruttori che hanno realizzato migliaia di alloggi rimasti vuoti e invenduti, che hanno edificato mostri come il palazzo a vetri di via Cristoforo Colombo/angolo via di Tormarancia parzialmente occupato da Confcommercio e circondato da strutture in rovina mai utilizzate. Per non parlare del manufatto in completo degrado in via Giustiniano Imperatore, come delle spropositate cubature che si vuole far piovere sull’area della ex Fiera di Roma per realizzare commerciale ed alloggi privati.
Potremmo fare un lungo elenco di edifici in questo stato. Veri e propri relitti urbani abbandonati spesso al degrado e alla devastazione. Per non parlare dell’enorme invenduto, degli scheletri pubblici e privati che riempiono la città. Eppure si continua con la gestione dell’emergenza. Con i centri abitativi temporanei, con i residence (si chiudono vecchi rapporti e se ne aprono di nuovi), con i centri di accoglienza/lager. Senza nessun progetto strutturato si va avanti con sgomberi di occupazioni antiche di oltre dieci anni e di alloggi popolari, in nome di una legalità spicciola si calpestano diritti primari come quello ad un tetto, alla residenza, all’acqua e all’energia.
Da un anno e mezzo è stata approvata dalla giunta una delibera regionale sull’emergenza abitativa, strappata con le lotte dei movimenti, che ha disponibilità economiche per duecento milioni e che ha definito chiaramente i soggetti destinatari dell’intervento, nonché le strutture soprattutto pubbliche da utilizzare per realizzare oltre 1200 alloggi popolari di edilizia sovvenzionata. Recuperando edifici e senza consumare nuovo suolo.
Il paradosso è che questa delibera c’è ma non si muove! Come non si muove il progetto di recupero dell’ex IPAB San Michele a Tormarancia anch’esso finanziato e tutt’ora chiuso in un cassetto! Nel frattempo si vende all’asta patrimonio comunale di pregio e i palazzi della cultura di Eur Spa. Per finanziare il diritto alla casa? No di certo. I soldi ricavati dalla vendita di questi edifici andranno al completamento della Nuvola di Fuksas e per la gestione del Giubileo. E mentre i beni comuni se ne vanno così, c’è chi fa il mago incantatore parlando di nuove politiche urbanistiche, di processi partecipativi, di attenzione alle esigenze quotidiane dei cittadini con il progetto “Roma prossima”. Solo che ci devono spiegare cosa c’entra la quotidianità degli abitanti con la realizzazione di tre grattacieli di 200 metri, di centri commerciali e uffici intorno al nuovo stadio della Roma a Tor di Valle. Questa ennesima speculazione nasce mentre decine di migliaia di persone stanno chiedendo altro. Una casa per tutti per esempio!
Non c’è più un minuto da perdere. Le risorse vanno destinate ad una seria programmazione di interventi tesi a risolvere definitivamente l’emergenza abitativa e la delibera regionale deve essere il primo passo immediato. Chiediamo al Prefetto di Roma, al governatore della Regione Lazio e al sindaco di assumersi questa responsabilità. Da oggi la nostra mobilitazione sarà permanente e non farà un passo indietro. Roma ha bisogno di risposte concrete e di uscire dalle logiche emergenziali, costose e a rischio corruzione, come di farla finita con una politica urbana gestita dagli interessi dei signori del mattone. Caltagirone, Parnasi, Salini, Caporlingua, Scarpellini, Mezzaroma, tanti per citarne alcuni hanno già guadagnato abbastanza, requisiamo il loro invenduto e destiniamolo alla città che soffre per la mancanza di un alloggio.
– Fermiamo gli sfratti, i pignoramenti e gli sgomberi
– Cancelliamo il piano casa del governo Renzi
– Applichiamo la delibera regionale sull’emergenza abitativa
– Chiediamo un tavolo interistituzionale regione/comune/prefettura
Roma si Barrica
Movimenti Per il Diritto all’Abitare
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