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Gli operai di Forlì occupano la fabbrica e vincono la vertenza

Lavoravano per 12 ore al giorno percependo uno stipendio adeguato a otto ore lavorative, privati di qualsiasi livello di sicurezza e l’alloggio previsto in realtà coincide con lo stesso capannone senza riscaldamento con i materassi buttati a terra. Gli operai hanno bloccato lo stabilimento di mobili e allestito un presidio davanti all’azienda.

da Radio Blackout

La vertenza che vede protagonisti gli operai pakistani reclutati a Prato da una ditta, la Sofalegname, che produce mobili imbottiti a Forlì è stata seguita dal sindacato sociale Sudd Cobas, di seguito un commento del compagno che abbiamo intervistato:

“Questi lavoratori già li conoscevamo in parte. Sono condizioni simili a quelle che troviamo spesso nel settore tessile. Le premesse sono le medesime: i migranti che hanno bisogno di lavorare sono più ricattabili soprattutto se sono senza permesso di soggiorno. Si sono poi rivolti al sindacato per rivendicare condizioni adeguate sia sul piano del salario sia per le ore di lavoro ma anche per la sistemazione.”

Si è trattato della prima esperienza di lotta del sindacato fuori dalla regione e quello che nasce da questa esperienza è un seme che si spera possa germogliare anche sul territorio di Forlì perché ogni sciopero può e deve influenzare un altro sciopero, propagando la pratica di lotta. In questo momento i profitti si alzano ma non esiste alcun adeguamento dei salari mentre il costo della vita aumenta, la vertenza però è stata vinta e gli operai hanno ottenuto di lavorare meno e guadagnare di più, gli è stata riconosciuta la 13esima, la mutua e le ferie. Lo slogan 8×5 non è solo uno slogan ma un obiettivo da praticare!

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