InfoAut
Immagine di copertina per il post

Gramsci, il Primo Maggio e le manette in via Po

http://www.quieteotempesta.blogspot.it

In occasione dell’ottantesimo compleanno di Diego Novelli, Fassino l’aveva salutato così, in Sala Rossa: “Un uomo animato da un’idea di politica come passione, basata sul disinteresse personale e sulla capacità di mettere al centro del suo agire i cittadini, a partire da quelli più umili”. Gli “umili”: espressione di cui Fassino ha abusato in campagna elettorale, e che sembra essersi ritorta contro di lui il Primo Maggio, quando è stato contestato da borsisti senza borsa, maestre senza futuro e operatori senza stipendio. In un editoriale su Nuova Società, proprio Diego Novelli ha deplorato queste contestazioni che, a suo dire, sarebbero state portate avanti da “quaranta giovanotti” che hanno “guastato” la festa dei lavoratori. Io sono uno di quei “giovanotti”: uno di quelli che hanno urlato a Fassino, in via Po, di andarsene dal corteo. L’ho gridato per me stesso e per la città che amo, contro la cricca di affaristi e speculatori senza scrupoli che si cela dietro il PD a Palazzo Civico. Mentre fatichiamo ogni giorno a racimolare il necessario per pagare la spesa al supermercato, la nostra parte di bolletta e due litri di benzina, quest’uomo utilizza Torino come momentaneo ripiego per la sua carriera politica, usando il tempo a disposizione per “risanare” i debiti creati da Chiamparino con la svendita dell’acqua pubblica, dei trasporti, del territorio e della cultura alle compagnie di credito (tra cui quella di cui oggi Chiamparino è dirigente) e alle grandi banche.

Io voglio una Torino che mi appartenga, una Torino dei torinesi, non una Torino di Unicredit e di San Paolo Intesa. Voglio che la forza e l’intelligenza dei torinesi siano messe in comune, non che siano usurpate per finanziare speculazioni edilizie, grandi eventi organizzati dagli amici degli amici e “grandi opere” che fruttano guadagni esclusivi al partito trasversale degli affari (detto anche partito del tombino e del cemento, e sappiamo in Italia questo cosa significa). Per questo, per aver gridato che il corteo di chi lavora non doveva essere aperto da chi toglie il lavoro, sono stato inseguito, percosso, ammanettato in mezzo alla strada e trascinato in questura. Me ne sono andato con una denuncia, qualche livido e un sacco di insulti, non senza esser stato obbligato a spogliarmi fino a restare in mutande da tre poliziotti, tra cui un dirigente, in uno squallido bagno degli uffici di via Grattoni –  naturalmente con le immancabili battutine da caserma. Sono, queste, le istituzioni democratiche che Novelli vuole difendere dai nostri “attacchi”. Davanti al Municipio, si lamenta infatti l’ex sindaco, la polizia è stata troppo tollerante mentre centinaia di persone appendevano una bandiera e degli striscioni in solidarietà al movimento No Tav e ai suoi arrestati. Poco importa che due ragazzi abbiano subito fratture agli arti per trenta giorni di prognosi, e non siano gli unici feriti tra i manifestanti; bisognava picchiare di più: alle istituzioni democratiche l’ex sindaco concede un buon diritto, evidentemente, alla “pancia della violenza”.

La prima arma per attaccare il proprio avversario, quando non si hanno argomenti, è la menzogna. Novelli parla di contestatori vestiti di nero; ma mente, perché non eravamo tutti vestiti di nero, ed eravamo a volto scoperto di fronte al sindaco: le facce di chi paga la crisi le deve vedere bene, e gli toccherà rivederle ancora e ancora. (Io ero vestito di nero, ma io vesto sempre di nero, perché adoro il nero, e non ho bisogno di consigli sul look.) Se non c’è il “nero”, in ogni caso, bisogna inventarselo, visto che permette, nell’angusta percezione di qualcuno, una duplice derubricazione del dissenso: (1) a “black bloc” (che noia), ossia a infiltrati/minoritari/estranei allo “spirito” della “brava gente comune”, delle mamme, dei bambini, ecc. e (2) a fascisti, o quantomeno a persone estranee ai valori fondanti di una presunta, benché inesistente, koiné della sinistra “che si rispetti”. “Il nero è un brutto colore il Primo Maggio”, scrive infatti Novelli, e via di questo passo, tra allusioni e insinuazioni risibili ma non per questo meno gravi, fino a dire che tra noi e Bossi e Berlusconi non c’è poi così tanta differenza. È imbarazzante, ma istruttivo, rendersi conto di come la sinistra da salotto di questa città non riesca a produrre nulla più di tutto questo; e dire che nel suo articolo l’ex sindaco si è sforzato di scomodare mezza Treccani (ed ha anche citato un dizionario, diamine) menzionando – regolarmente a sproposito – la Vandea, il Brigantaggio, i moti antiasburgici a Genova e chissà cos’altro, quasi si rendesse conto che il suo pubblico non può che essere formato da coloro che da cose del genere, perbacco, rimangono impressionati.

Il pubblico degli asini da salotto non può “riflettere”, però, sul Primo Maggio e su ciò che nel suo piccolo ha significato, perché la riflessione richiede pazienza, mentre noi siamo già stati bollati come stupidi e ignoranti un po’ fascisti. L’aveva già detto Amendola negli anni di Berlinguer, quando il partito comunista si alleava con la DC per far fare agli operai i “sacrifici” necessari ad “affrontare la crisi” (ricorda qualcosa?); e lo fa per l’ennesima volta, in piccolo, Novelli oggi, mentre i danni provocati dal modello di sviluppo neoliberista li paghiamo ancora noi giovani salariati a intermittenza, o i nostri genitori che, esausti dopo quarant’anni di lavoro, aspettano la pensione. Oggi come ieri è la sinistra perbene, quella dei salotti e dei Fassino, dei Chiamparino e dei Bersani, a imporre l’austerity; l’unica differenza è che, ai tempi in cui sindaco era Novelli (1975-1985), il partito di cui faceva parte non era alleato, in parlamento, anche con i fascisti, mentre – quello sì! – oggi lo è. La nostra generazione è cresciuta, a Torino, nella devastazione politica, sociale e culturale lasciata dalla politica industriale di Romiti in Fiat, durante gli anni del mandato di Novelli, e si confronta oggi con la distruzione del tessuto sociale prodotta da sciacallaggi industrial-finanziari come quelli di Marchionne, durante i mandati di Chiamparino e Fassino; e sono queste, vedete, le persone che parlano degli “umili”, e che si fanno i complimenti a vicenda per quanto sono bravi ad essere dalla parte degli “umili”.

Magari, visto che li hanno tartassati a dovere nella pratica, almeno agli “umili” sapessero dare consigli nella teoria: invece no, il consiglio è state zitti, ma non state a casa, venite al Primo Maggio in silenzio, in coda dietro a noi, a Fassino, Chiamparino e Novelli, a loro che idealmente sono in coda al fantasma di Romiti e al feticcio di Marchionne, alla Fondazione CRT e alla Compagnia di San Paolo. I contestatori, come scrive Novelli, dovrebbero imparare da Gramsci: non dal Gramsci che, al numero 12 di corso Galileo Ferraris, poco più che ventenne, si infiammava per il teatro di Pirandello e per la Rivoluzione d’Ottobre, la “rivoluzione contro Marx” (cioè contro il ceto politico che si era appropriato di Marx, addomesticandone il pensiero), ma il Gramsci letteralmente neutralizzato, ben più che addomesticato, dalla propaganda di Togliatti, che doveva obbedire alla coesistenza dettata da Stalin (lo stesso che istituì la moda di dare del fascista a chi gridava fuori dal coro). Così scopriamo che i luminari di Fiorio ancora pensano che crediamo alla storiella per cui l’egemonia gramsciana sarebbe un concetto funzionale alla pace sociale; che si identificherebbe con l’educazione (quella propinata degli asini da salotto, probabilmente), ed escluderebbe il conflitto; e, udite udite, sarebbe funzionale alla democrazia per come oggi è intesa, che della democrazia immaginata da Gramsci – territorio di conquista, idea a venire – è l’esatta negazione.

Se l’eredità intellettuale e militante di Antonio Gramsci, a Torino, di questo compagno ed esempio rivoluzionario, fosse nelle mani di chi la usa in modo maldestro per difendere un amico sindaco, essa sarebbe in pericolo. Ma non lo è: perché c’è ancora chi è disposto a studiare lui e tanti altri martiri della causa comunista come autori di rottura, che possono spezzare anche il conformismo dell’oggi, dopo aver spezzato quello di ieri. Ci sono, a Torino, borsiste che leggono negli interstizi dell’orario di lavoro nel call-center, detenuti No Tav che leggono in cella, ultras che leggono al Valentino, e ragazzi incazzati neri che leggono quando e come gli pare, e vestono pure di nero. Queste persone non hanno e non devono avere nulla da dimostrare; non devono dimostrare, loro, di essere “dalla parte degli umili”, perché loro sono gli umili; e, anche a chi umile non è, non farebbe male, alle volte, un po’ di umiltà. Se non altro perché il nostro Gramsci scrisse nei Quaderni del carcere che “nell’intellettuale italiano l’espressione di ‘umili’ indica un rapporto di protezione paterna e padreternale, il sentimento ‘sufficiente’ di una propria indiscussa superiorità, il rapporto come tra due razze, una ritenuta superiore e l’altra inferiore, il rapporto come tra adulto e bambino nella vecchia pedagogia o peggio ancora un rapporto da ‘società protettrice degli animali’”. Riflettete, sul Primo Maggio e su Gramsci; riflettete.

__________________________

(*) In risposta agli editoriali di Diego Novelli su Nuova Società:
 

Usare il “cervello della democrazia” e non la “pancia della violenza”

UN PRIMO MAGGIO A TORINO CHE FA RIFLETTERE

 

vedi anche l’editoriale-risposta del Network Antagonista Torinese:

A sun mac asu sensa cultura?

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

1 maggioaskatasunanetwork antagonistatorino

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cambiamo davvero Quarticciolo!

Sabato 1 marzo un corteo popolare attraverserà il quartiere di Quarticciolo a Roma per ribadire l’importanza di difendere un’esperienza reale e dal basso che si contrappone all’abbandono e alla retorica delle istituzioni.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

MA NON SIETE STANCHI CHE VENGA RIPORTATA SOLO LA VOCE DELL’ACCUSA?

Pubblichiamo il comunicato delle famiglie dello Spazio popolare Neruda: MA NON SIETE STANCHI CHE VENGA RIPORTATA SOLO LA VOCE DELL’ACCUSA? Certamente sì: per questo, alla Signora Bulian, autrice del servizio di Quarta Repubblica andato in onda il 27/01,che ci ha posto questa domanda, abbiamo dato i nostri riferimenti per contribuire al suo lavoro. Questo nonostante […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Serbia: le proteste contro il governo costringono alle dimissioni il premier Vučević

Il 1° novembre scorso una pensilina della stazione ferroviaria di Novi Sad è crollata, provocando la morte di 15 persone.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Argentina: Famiglie allevatrici del nord neuquino: pilastri della sovranità alimentare, ostaggi di un’economia che li maltratta

In pochi luoghi del mondo si mantiene la transumanza, pratica ancestrale di produttori e animali che si spostano cambiando campi secondo il periodo dell’anno. I contadini del nord neuquino sono un emblema di questa vita e protagonisti della sovranità alimentare. Ma affrontano l’abbandono governativo, l’avanzata dei possidenti sulle terre e l’assenza di prezzi giusti.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Napoli: operai GLS, prima licenziati poi caricati e sgomberati dalla polizia. La conferenza stampa di denuncia

Conferenza stampa di denuncia da parte dei lavoratori GLS di Napoli sostenuti dal sindacato di classe Si Cobas, a seguito delle cariche e dello sgombero del presidio avvenute mercoledì ai danni del picchetto al magazzino GLS di Gianturco.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Lo chiamavano Tepepa, ti ricorderemo così

Ieri ci ha lasciato a 86 anni Tepepa, tra i più noti e longevi rapinatori di banche del torinese. Ennio Sinigallia, questo il suo vero nome, ha passato oltre metà della sua vita in carcere. Il suo ultimo arresto è avvenuto quando Tepepa era ormai ultraottantenne, una vera e propria vendetta nei confronti di uno […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Difendiamo Quarticciolo dal modello Caivano

Il 23 dicembre scorso il governo ha approvato un decreto che individua sei periferie in Italia in cui esportare il modello Caivano. Sono stati stanziati 180 milioni di euro in tre anni ed è previsto un commissario straordinario a cui è affidato il compito di individuare gli interventi strutturali necessari in determinati quartieri: sgomberi, polizia […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Addio a Gianfranco Manfredi, cantautore del ’77

Questa notte se ne è andato Gianfranco Manfredi cantautore, sceneggiatore e voce musicale del movimento del ’77. La sua “Ma chi ha detto che non c’è” ha interpretato lo spirito di quegli anni e rimane una delle canzoni fondamentali del canzoniere dei ribelli. Manfredi è stato anche un prolifico autore nel mondo del fumetto firmando […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

In ricordo di Franco Piperno: una voce che continua a risuonare

Oggi, 17 gennaio, alle ore 18, Radio Ciroma aprirà i suoi microfoni per un momento speciale, dedicato alla memoria di Franco Piperno, uno dei suoi fondatori e figura ispiratrice per generazioni. da Radio Ciroma Sarà una trasmissione intessuta di ricordi, testimonianze e contributi di chi ha avuto il privilegio di condividere un tratto del cammino […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Ciao Franco! Un ricordo di Claudio Dionesalvi

Lunedì notte se n’è andato Franco Piperno. Calabrese, militante, dirigente politico dell’autonomia, fondatore di Potere Operaio, esule, docente di fisica e amante tanto di ciò che si muove in terra quanto di quel che resta fisso in cielo. In diretta con il compagno Claudio Dionesalvi – un ricordo e qualche considerazione, alla luce della idee […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Cinque nuovi data center in programma a Torino

In questi giorni è uscita la notizia di ben cinque progetti di “data center” nella città di Torino e nella cintura.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Processo Sovrano ultima udienza, pressioni non legittime. Dichiarazione spontanea di Dana

Si è concluso oggi il dibattimento del processo “Sovrano” che vede 28 imputati tra attivisti del Movimento No Tav e del Centro Sociale Askatasuna di cui 16 accusati del reato di associazione a delinquere (aggravata).

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Torino: “pressione mediatica e tentativi di influenzare il processo” contro Askatasuna e No Tav, ultima udienza prima della sentenza

Torino. Maxi-processo contro 28 attivisti e attiviste del csa Askatasuna e del movimento No Tav. Lunedì l’ultima udienza del processo, prima delle repliche conclusive in programma il 31 di marzo e la possibile sentenza.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Comunicato dei difensori No Tav su ingerenze illegittime nel Processo Sovrano

E’ stato reso pubblico il comunicato scritto dal collegio difensivo del “processo Sovrano”, alle ultime battute (la sentenza è prevista a fine febbraio).

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Askatasuna, No Tav e le nuove frontiere della repressione

Riprendiamo questo articolo di Luigi Ferrajoli pubblicato su Volere La Luna e apparso contestualmente sul Manifesto con il titolo Lo stato odierno, in Italia, della libertà di dissenso.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Torino: maxi processo contro Askatasuna: la difesa chiede l’assoluzione per “condotte in difesa e salvaguardia della Costituzione”

Maxi processo contro 28 militanti del centro sociale Askatasuna di Torino. Oggi l’arringa delle difese dei compagni e delle compagne che nelle loro azioni, soprattutto in Valle di Susa contro il Tav, hanno agito “per la difesa e la salvaguardia di valori tutelati dalla Costituzione”.

Immagine di copertina per il post
Culture

Altri Mondi / Altri Modi – III edizione

Scommettere su altri mo(n)di possibili è l’ambizione del Festival Culturale Altri Mondi Altri Modi che anche quest’anno si terrà al centro sociale Askatasuna.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Raggiunto l’accordo di cessate il fuoco a Gaza

L’ accordo tra la Resistenza palestinese e il governo israeliano è stato raggiunto e firmato da entrambe le parti, a darne l’annuncio è stato Trump che da oggi inizierà il suo mandato esecutivo come presidente statunitense.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Il Governo e Telt chiedono un totale di oltre 7 milioni di euro al Movimento No Tav, ai compagni e alle compagne del centro sociale Askatasuna e dello Spazio Popolare Neruda

Ieri mattina il processo che vede coinvolte 28 persone di cui 16 con l’accusa di associazione a delinquere ha visto andare in scena la richiesta dei risarcimenti dei “danni” per le manifestazioni prese in oggetto dall’inchiesta, perlopiù svolte in Val di Susa. da Associazione a Resistere Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dell’Interno e Ministero […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Torino: archiviate decine di denunce ai movimenti ecologisti

Archiviate decine di denunce ai movimenti ecologisti della città, da Extinction Rebellion ai partecipanti al Climate Social Camp. La PM rigetta le accuse di imbrattamento, violenza privata, detenzione abusiva di armi, occupazione e manifestazione non preavvisata, decretando che i reati non sussistono. “Mentre si celebrano indisturbati i raduni neofascisti in tutto il paese, il governo e le questure d’Italia cercano di fermare chi chiede giustizia climatica e sociale”.