I lavoratori della Gesip occupano il municipio.
A seguire i lavoratori e le lavoratrici hanno organizzato un’assemblea nella piazza antistante il Comune, nella quale hanno denunciato il silenzio delle istituzioni e in particolare della giunta di Cammarata incapace di risolvere i problemi sociali che affliggono questa città. Per domani mattina è stata indetta un’altra assemblea, sempre a piazza Pretoria, per discutere delle prossime iniziative di mobilitazione e del Consiglio Comunale straordinario ottenuto per il pomeriggio con le proteste degli ultimi giorni.
Già da alcune settimane i lavoratori sono in continua mobilitazione e organizzano cortei non autorizzati paralizzando interamente la città con blocchi stradali in punti nevralgici per il traffico cittadino. Nei giorni scorsi sono arrivati a bloccare le partenze dei pullman extra-urbani, gli ingressi delle autostrade, e quelli del porto di Palermo oltre a riuscire nell’occupazione di alcuni uffici distaccati dell’amministrazione comunale.
Durante queste giornate non sono mancati momenti di tensione, in cui le forze dell’ordine, in particolare la Guardia di Finanza, hanno più volte caricato i lavoratori nell’intento chiaro di reprimere tutte quelle istanze sociali che, riversandosi nelle piazze, mettono in luce le crepe della gestione politica di Cammarata e compari. La repressione poliziesca non è comunque riuscita ad intimidire i manifestanti che al contrario hanno resistito alle cariche, facendo indietreggiare i finanzieri.
I lavoratori Gesip non si sono fatti fermare nemmeno dalle promesse dei politicanti di turno, volti solo a sfruttare le proteste per un bieco ritorno di immagine personale, e non si sono lasciati convincere dal tentativo di mediazione portato avanti dal guardasigilli Angelino Alfano, e dalla successiva proposta di delibera del consiglio comunale, riunitosi eccezionalmente nel tardo pomeriggio di ieri. Lì si è discusso di un finanziamento di 5,4 milioni di euro utile solo a prolungare l’agonia dei lavoratori e a prendere tempo nell’intento di rinviare la soluzione del problema e di depotenziare i toni della protesta.
Le rivendicazioni dei lavoratori sono chiare e riassumibili con la parola d’ordine “internalizzazione”: cioè la chiusura definitiva della Gesip e la trasformazione dei lavoratori in dipendenti comunali. Affinché questo si possa verificare è però necessaria una deroga al patto di stabilità e dunque un intervento del governo nazionale.
Nonostante l’internalizzazione rappresenti la soluzione più adeguata sia in termini di ricaduta occupazionale (stabilizzazione di circa duemila lavoratori Gesip) che in termini di risparmio per il bilancio (ogni anno il Comune versa oltre 14 milioni di Iva alla Gesip come se si trattasse di un’azienda privata), amministrazione comunale e governo nazionale preferiscono liberalizzare, esternalizzare e privatizzare i servizi piuttosto che rischiare di creare un precedente “pericoloso” per future istanze di lotta.
Ascolta l’intervista a Paolo di Gaetano (USB) presente questa mattina davanti il Comune:
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