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Le lotte non fanno un passo indietro: nuova occupazione a Milano della rete CI SIAMO di viale Sarca

I fatti
Il 19 settembre un incendio divampa nello stabile situato in via Fracastoro 8, dove vivevano 70 migranti della rete Ci siamo, già sottoposti a molteplici sgomberi senza che le istituzioni milanesi fossero in grado di trovare soluzioni abitative per le famiglie e i lavoratori/lavoratrici che da tempo si confrontavano con le difficoltà di trovare casa a Milano.
Il disinteresse da parte della giunta comunale si è verificato nuovamente nell’ipocrita proposta di separare gli abitanti: le famiglie sono state ospitate nel dormitorio di viale Ortles, luogo noto per le pessime condizioni in cui verte lo stabile, e ad oggi ancora non é stata prospettata alcuna alternativa dignitosa; ai singoli e alle singole è stato offerto di trascorrere una sola notte in una palestra comunale.
Questa assurda divisione sottende il tentativo di spezzare il legame di solidarietà che si é costruito tra gli abitanti attraverso l’esperienza di lotta di Ci siamo.
A fronte del fatto che vivere in strada fosse l’unica alternativa possibile, in un primo momento il percorso di lotta ha portato gli abitanti ad accamparsi in piazza Leonardo Da Vinci, che negli ultimi anni è stata sito delle lotte prima contro il caro affitti, poi a fianco della resistenza palestinese, con il percorso sviluppatosi nell’intifada studentesca.
La lotta degli abitanti e dei solidali ha avuto seguito il 28 settembre con l’occupazione dello stabile di viale Sarca 183, da dove i/le compagni/e di Casa Loca dopo 20 anni di occupazione erano stati sgomberati.

Analisi
Ancora una volta solamente l’azione diretta ha dato una risposta concreta all’esigenza di chi lotta per un tetto sopra la propria testa nella città di Milano. Davanti al silenzio complice delle Istituzioni si é rimesso al centro del ragionamento politico cittadino la pratica dell’occupazione, consapevoli che solo attraverso l’autorganizzazione congiunta possiamo costruire un’opposizione reale a tutte le politiche adottate dai vari governi che si sono succeduti, volte tutte a sostenere il capitale e a criminalizzare i movimenti di opposizione sociale.
Oggi più che mai è necessario opporsi alla volontà di questo governo fascista nel voler approvare il nuovo pacchetto sicurezza, il ddl 1660, che ha lo scopo di attaccare tutte le forme di dissenso e di criminalizzare chiunque scelga di lottare: da chi manifesta in solidarietà al popolo palestinese, a chi cerca di migliorare le proprie condizioni sul posto di lavoro agendo con pratiche colletive, a chi partecipa ad un picchetto contro uno sfratto per difendere il diritto all’abitare, sino a chi si oppone all’imposizione della costruzione di una grande opera inutile sul proprio territorio.
Il movimento Milanese unito in questa occupazione ha trovato un’occasione per far convergere nella pratica tutte queste riflessioni e per dare un seguito a questo percorso di lotta, contro uno Stato che dichiara guerra aperta a chi
lotta per i propri diritti e che vorrebbe che i movimenti chinassero la testa accettando la disparità e le ingiustizie a cui la nostra classe è sottoposta.

Rilancio iniziative, percorsi e prossime mobilitazioni
In quest’ottica ci si è dati una serie di appuntamenti che durante il mese di ottobre ci vedranno impegnati a sostenere e a difendere le cause per cui lottiamo, dal diritto all’abitare, all’esprimere solidarietà al popolo palestinese in chiave internazionalista, al difendere il diritto di manifestare;

Appuntamenti:

  • 2 ottobre: presidio di fronte al tribunale di Milano per l’udienza d’appello ai compagni/e del comitato giambellino per associazione a delinquere
  • 3 ottobre: altro presidio al tribunale di Milano per il processo a Seif, professore imputato per aver pubblicato dei post pro palestina e che, a seguito dell’interdizione all’insegnamento e alla scarcerazione, vogliono trasferire in un CPR, con la possibile perdita dello status di rifugiato politico.
  • 5 ottobre: manifestazione nazionale per una Palestina libera.

Infine, il 18 ottobre ci sarà lo sciopero generale dei sindacati di base, per ribadire e difendere il diritto allo sciopero, per poi confluire tutti nella manifestazione nazionale dislocata in due città, Milano e Roma, contro il ddl prevista per il 19 ottobre.
Uniamoci per dare un chiara risposta di compattezza e unità dei movimenti sociali di fronte all’inasprisi della repressione, per far capire che non faremo un passo indietro rispetto alle nostre idee e pratiche.

COA TRANSITI 28

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