
Il lavoro uccide di più, anche senza ferire. La competizione individuale aumenta il burnout. I risultati di uno studio internazionale

Lo  studio ha costruiro una correlazione diretta tra aumento della  concorrenza internazionale e tasso di mortalità tra i lavoratori del  settore manifatturiero. I risultati sono sorprendenti e mettono in  evidenza che se da una parte aumenta di un miliardo di dollari il  fatturato delle importazioni in Italia o negli Stati Uniti dei prodotti  cinesi, dall’altro la mortalità tra i lavoratori della filiera di  prodotti di “bassa qualità” subisce un incremento del 7% (campione di  500mila persone), in Italia, e del 2% (campione di 130mila persone)  negli Usa. Secondo i due studiosi Adda e Fawaz, le cause di morte sono  le più varie: aumento dei suicidi, dei casi di cirrosi epatica e delle  patologie respiratorie. Veneto, Lombardia e Piemonte sono le regioni più  interessate dal fenomeno.
Secondo altre fonti, il “burnout” colpisce  in Europa il 22% di chi ha un impiego. E ora la Francia ha intenzione  di varare una normativa che tutela chi ne è vittima. In due ospedali  romani su 242 infermieri il 38% ha manifestato sintomi di esaurimento:  ma a rischio ci sono anche gli insegnanti.
Che la “sindrome”  derivi dal comando sul lavoro, dalla concorrenza e dallo stress di non  sentirsi all’altezza nell’ambito del lavoro dipendente, lo dimonstra un  rapporto congiunto dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul  lavoro (EU-OSHA) e della Fondazione europea per il miglioramento delle  condizioni di vita e di lavoro (Eurofound).
Secondo gli esperti, la  fonte principale di stress sul lavoro non è tanto l’intensità delle  proprie mansioni quanto la mancanza di autonomia nell’organizzare la  propria attività. Ecco che i Paesi scandinavi e i Paesi Bassi, dove i  lavoratori godono mediamente di una maggior autonomia, registrano meno  casi di stress lavorativo, che, nei casi più estremi, può condurre  “burnout”, ovvero “ad una manifestazione patologica, anche di grave  entità, dovuta da condizioni lavorative sfavorevoli”.
Julia Flintrop  della EU-OSHA, spiega che “lo stress da lavoro nasce soprattutto in  situazioni in cui le pretese dei datori di lavoro eccedono le reali  capacità dei lavoratori” e pertanto “una maggior autonomia organizzativa  può prevenire eventuali conseguenze psicologiche”.
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