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In tutta Italia quattro giorni di blocco e sciopero nella logistica e nel trasporto merci, contro i padroni e gli accordi dei confederali

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La sera del 7 dicembre appena trascorso si è conclusa la quattro giorni di sciopero nazionale nel settore della logistica e del trasporto merci indetta dai sindacati ADL Cobas e Si Cobas.
Una mobilitazione intensa e ostinata dislocata in tantissimi hub e magazzini della penisola, da Roma al Nord passando per l’ Emilia.

Tanti avvenimenti si sono susseguiti sin dall’ inizio della settimana, dopo che il 6 Novembre tutti i delegati di entrambi i sindacati in una riunione a Bologna avevano convenuto di mettere in campo la mobilitazione con scopo iniziale di fare si che il sindacalismo di base e conflittuale partecipasse ai tavoli per il rinnovo del CCNL e si potessero estendere i risultati e i diritti ottenuti con anni di scioperi e picchetti, con una piattaforma di proposte da indirizzare a ministero e committenti.

Due giorni prima della mobilitazione i sindacati confederali hanno cercato di tagliare le gambe alle possibilità rivendicative dei lavoratori sottoscrivendo una ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL di logistica e trasporto merci; accordo che nella sostanza rappresenta un ennesimo regalo alle aziende, con forti limitazioni salariali e aumenti contrattuali al rinnovo dei contratti di gran lunga inferiori rispetto a quelli avanzati dai sindacati conflittuali. Non solo. L’accordo include un attacco frontale alle possibilità di sciopero in tutti comparti interessati, criminalizzando la forma del blocco di qualsiasi merce diretta ai supermercati così come il mancato pervenimento della stessa merce ai luoghi di distribuzione da parte degli autotrasportatori.
A questa inaccettabile proposta ritorsiva si aggiunge la vergognosa accettazione della flessibilità oraria che comporterebbe l’elimazione degli straordinari e renderebbe i lavoratori del tutto succubi alle imposizioni dei datori che potrebbero permettersi di aumentare i carichi di lavoro giornalieri a propria discrezione e piacere.
Un accordo quindi che andrebbe frontalmente contro gli stessi interessi dei lavoratori della logistica e del trasporto merci iscritti ai sindacati confederali, ma tant’è, la voglia congiunta di questi e del padronato di attaccare le lotte e le conquiste operaie non accenna a diminuire.

In questo contesto, la piattaforma lanciata da ADL Cobas e Si Cobas è stata impugnata dai lavoratori in sciopero per fare si che questa venisse presa in carico direttamente dai padroni nelle aziende in cui si organizzano le lotte dei due sindacati.

La quattro giorni di sciopero è stata un importante momento per fare vedere alle controparti la capacità organizzativa di mettere in campo decine di momenti di blocco e conflitto simultanei, a partire dalle vertenze singole in pieno svolgimento per arrivare a convergenze come quelle messe in campo nell’ ultima giornata con il blocco dell’ interporto a Bologna e Parma.

Qui un breve e sommario elenco delle tante iniziative messe in campo:

 – 4 Dicembre: sciopero alla Traconf (Verona) scioperi alla Galbani di Corteolona (PV) e XPO di Pomezia (RM).

 – 5 Dicembre: Sciopero nazionale di Gls enterprise; contemporaneamente, sciopero alla Valspid Italia di Dalmine contro il licenziamento di dieci lavoratori. Blocchi davanti ai cancelli della Ecolfer a Salute di Livenza, a denunciare le ignobili condizioni di lavoro. A Padova iniziativa di denuncia davanti all’ Interporto.

 – 6 Dicembre: Nella giornata lo sciopero nazionale per il rinnovo del Ccnl ha toccato i magazzini di Xpo e Geodis in tutta Italia.

A Parma, invece, è scattato il blocco dell’Hub del magazzino Number 1, uno dei principali rifornitori della grande catena di distribuzione organizzata, a cui si appoggiano grandi marchi come Barilla e Mellin.

Intensissima la mobilitazione a Bologna e provincia. Nella stessa giornata sono state piegate le reticenze di sette grandi committenti quali Fercam. Camst, Conor, grandi Salumifici Italiani, Unilog e Granarolo, facendo fare passo indietro all’iniziale posizione di LegaCoop di rigettare la piattaforma di SiCobas e Adl Cobas. Risultato importante alla luce anche delle mosse dei sindacati confederali: laddove la lotta è forte, le rivendicazioni portate avanti dal sindaclismo di base sono state per forza ascoltate dai padroni.

 .- 7 dicembre: a Piacenza scioperi per contestare il rinnovo del Ccnl fatto dai sindacati Confederali alla Fercam, alla GLS enterprise, a Xpo.

A Roma bloccato il polo logistico di Toudi’ a Tor Cervara. Atal proposito, riportiamo questo breve post scritto dagli attivisti del Progetto Degage: “Siamo stati davanti ai cancelli dei magazzini della catena Tuodi insieme ai facchini del SiCobas nella giornata di sciopero nazionale della logistica.Molti sono i soprusi inflitti a questi lavoratori migranti dalla cooperativa in odore di Casapound, ma ancora più forte è la solidarietà e la voglia di lottare che abbiamo visto giungere da tutti i magazzini romani.Cancelli bloccati e lezione di dignità per gli italianissimi sfruttatori che mentre seminano odio e razzismo possono continuare a riempirsi le tasche non pagando gli stipendi e imponendo turni di 13 ore.” (qui il link video della giornata)

A Milano si sono dati scioperi e blocchi alla Geodis di Landriano, all’Esselunga di San Giuliano milanese e alla Toncar di Muggio’, dove nella mattinata ci soo state tensioni con le forze dell’ ordine. La vertenza a Muggio era nata dopo il licenziamento l’anno scorso di 30 lavoratori in esubero, rimpiazzati con altri che percepivano un salario più basso.

A Brescia in sciopero i lavoratori della logistica di Sda in tutta la provincia, mentre a Bologna e Parma centinaia di facchini hanno bloccato totalmente per ore gli interporti di Bologna e Parma
.
Tutti i principali colossi della logistica e del trasporto merci sono stati toccati in queste intense giornate, che hanno mostrato la forza dei lavoratori organizzati nei sindacati di base e conflittuali e messo sul piatto l’ irrinunciabilità a forme di sciopero incisive quanto detestate dai padroni e dalle istituzioni a esse supine, confederali compresi. Un segnale che, seppur silenziato dai media, è sicuramente arrivato anche ai lavoratori di quei comparti iscritti a CGIL, CISL e UIL o non aderenti ad alcuna organizzazione.

Ora la lotta per il rispetto della piattaforma continua magazzino per magazzino, di pari passo alle vertenze in corso, con la prospettiva di nuovi scioperi generali contro gli accordi infami per il rinnovo del CCNL..

 Leggi anche: [COMUNICATO STAMPA: CONTRO L’ENNESIMO ACCORDO BIDONE TRA PADRONI E SINDACATI CONFEDERALI

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