InfoAut
Immagine di copertina per il post

Indignados Israele: interrogativi dopo successo manifestazione sabato

di Giorgia Grifoni per Nena News

Non saranno stati un milione, ma 450.000 manifestanti su una popolazione di 7 milioni e mezzo sono la prova che qualcosa di nuovo in Israele c’è. Nella sola Tel Aviv erano più di 250.000, e passeggiavano allegri e festosi lungo i due chilometri che separano Habima Square da Hamedina Square, punto d’arrivo della manifestazione. Giovani,  famiglie con bambini e anziani muniti di sedie per riposarsi: sono questi i “nuovi israeliani”, quelli che il governo Netanyahu liquida come mero movimento di estrema sinistra. E sabato sera hanno partecipato tutti insieme alla più grande manifestazione che Israele abbia mai visto. Il movimento, molto variegato nel suo insieme, abbraccia unioni studentesche, singoli cittadini, ma anche una miriade di gruppi, dagli animalisti agli “anarchici contro il muro”, tutti uniti per chiedere che il governo li ascolti.

Dalle prime tende piantate in boulevard Rotschild quasi due mesi fa, con una manciata di giovani che manifestavano contro il carovita e i prezzi degli alloggi, le proteste accolgono ora le più svariate richieste, dal ritorno al “socialismo” all’aumento delle imposte per le grandi aziende e per le banche. Troppe, secondo una giovane manifestante: “Sono d’accordo con le richieste di giustizia sociale, ma non si può, come vorrebbero alcuni dimostranti, uscire dal capitalismo. La richiesta di tornare a un sistema che Israele ha abbandonato 20 anni fa mi sembra assurda”.

C’era una volta l’edilizia popolare, il welfare state e l’istruzione a portata di tutti.  Ma le scelte economiche neoliberiste degli ultimi anni hanno messo in difficoltà una larga fetta della popolazione, rendendo praticamente impossibile per i giovani chiedere un mutuo, o semplicemente affittare un appartamento.  Daphni Leef lo sa bene: 25 anni, di professione regista, le era stato presentato un ordine di sfratto dopo 3 anni di locazione. Si è resa conto che i prezzi degli affitti a Tel Aviv erano raddoppiati, se non triplicati, e si è indignata. Con alcuni amici, ha dato il via a una protesta in boulevard Rotschild, piantando una tenda nel posto più chic della città. E molti l’hanno seguita. E’ lei l’eroina della rivolta, la Marianna di quest’estate 2011. Il momento più atteso di sabato 3 settembre è stato il suo discorso: migliaia di persone aspettavano solo di sentire lei, che assieme a Yitzik Shmuli, dell’Unione studenti universitari,  è diventata la leader della protesta. Ha detto di sentirsi “fiera di essere israeliana da 7 settimane a questa parte”. Nel suo discorso ha raccontato quanto la sua vita sia stata segnata solo da eventi tragici: il conflitto con i palestinesi, la guerra in Libano, il rapimento di Gilad Shalit. Ma questo è invece un momento felice, un momento di risveglio. E il governo, che prima li ignorava, ora deve ascoltarli.

Una signora di mezza età l’applaude, ride delle sue battute su Netanyahu e la sostiene: “E’ giovane, ma sa quello che vuole. Allegra, ma allo stesso tempo seria, sa andare al nocciolo della questione con grande semplicità. Penso che abbia fatto davvero un bel discorso”.

Il discorso della Leef non ha toccato però alcune questioni che, proprio per la natura sociale della protesta, dovrebbero essere affrontate dai “nuovi israeliani”, come li ha definiti Yitzik Shmuli. L’enorme budget militare, le spese per la sicurezza e le sovvenzioni alle colonie: sono alcuni dei settori reputati intoccabili, ma al contempo il loro ridimensionamento potrebbe giovare all’economia nazionale. La stessa Daphni Leef ha dichiarato di volersi sentire sicura all’interno del suo sistema più che sul piano militare, e il diritto allo studio, all’istruzione e alla sanità costituiscono la sua priorità. E’ mancata inoltre una qualsiasi menzione all’occupazione della Cisgiordania, soprattutto visti i grandi slogan in favore della “giustizia sociale”: proprio lei che nel 2002, in una lettera firmata assieme a molti suoi compagni in età di leva, aveva rifiutato di fare il servizio militare nei Territori occupati. Semplice dimenticanza tra le numerose richieste degli indignados? In realtà sembrerebbe di no: in una recente intervista televisiva la Leef ha dichiarato di non aver prestato servizio militare perché affetta da epilessia. Una scusa per non cadere nella trappola della politicizzazione delle proteste? Forse. Fatto sta che il movimento, e la sua leader, sembrano ora concentrati su una lista di richieste abbastanza concisa. Non si parla in modo approfondito di sicurezza e occupazione e delle loro conseguenze economiche, ma si svia l’argomento forse per non perdere il sostegno di quel 50% di popolazione per la quale la sicurezza è ancora in cima alla lista delle priorità nazionali.

Lo dice chiaro e tondo Uri, un attivista degli “Anarchici contro il muro”, per il quale le richieste avanzate dalla maggior parte dei manifestanti sono superficiali: “La quasi totalità dei dimostranti si interroga poco o niente su questioni che secondo me sono fondamentali, come i costi della colonizzazione e dell’occupazione dei territori palestinesi. In realtà, quello che tutti rivendicano sono alloggio, sanità e istruzione pubbliche. Di equità e  giustizia sociale, in realtà, non gliene importa molto”.

Si ha la sensazione che non sia stato detto proprio tutto. E che il vero cambiamento sia ancora lontano. Da’ speranza una turista italiana che, camminando tra un fiume di israeliani festosi, riflette: “Tutti i grandi movimenti non sono nati già grandi, ma c’è voluto del tempo perché diventassero più maturi e strutturati. Aspettiamo e vediamo”.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

indignadosisraelepalestina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Contro la privatizzazione e l’economia di guerra: l’occupazione della piscina Argelati a Milano

Sabato 19 luglio gli abitanti dello storico quartiere popolare del Ticinese, organizzati nell’assemblea di Lotta per la Sanatoria, hanno riaperto uno dei numerosi impianti sportivi chiusi presenti nella metropoli milanese: la Piscina Argelati, inagibile dal 2022. La piscina ha rappresentato da sempre per il quartiere un luogo di socialità e un bene comune; per questo, […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Piano strategico per le aree interne: la fine dei paesi calabresi

Nel nuovo piano strategico per le aree interne il governo Meloni ha appena sancito il coma irreversibile di molti borghi periferici.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Fratture: appunti da Milano. Disertare la guerra, resistere in città. Verso il corteo del 3 luglio

Domani, giovedì 3 luglio, scenderemo in piazza a Milano per il corteo per il diritto all’abitare. Obiettivo di questo articolo è inquadrare brevemente il contesto storico e politico nel quale ci muoviamo e, quindi, in che rapporto si collocano le lotte sociali con i mutamenti che lo stato di guerra porta con sé. La situazione […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Lettera di Luca dai domiciliari: Sardinnia libera, Palestina libera.

Venerdì 13 giugno la questura di Cagliari ha posto il compagno Luca agli arresti domiciliari. È accusato di aver lanciato un petardo durante una manifestazione per la palestina e in particolare contro l’esercitazione militare “joint stars”. Riceviamo e pubblichiamo la sua lettera dagli arresti domiciliari. Per me la resistenza palestinese non ha il solo merito […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Italia: una società anziana, malata e sempre più diseguale

Due recenti rapporti ci offrono un affresco delle condizioni in cui versa la società italiana, disegnando uno scenario di forti diseguaglianze, frammentazione sociale e crisi demografica.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Briosco dice No all’Italian Raid Commando nella scuola del paese

A Briosco, paesino di poche migliaia di abitanti in Brianza, si è tenuta la 37esima edizione dell’Italian Raid Commando ossia una esercitazione militare cammuffata da competizione/allenamento da svolgersi nella palestra della scuola, resasi disponibile per l’accoglienza, oltre che nei boschi circostanti.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Falerna: uomo muore per strada dopo aver trovato la guardia medica chiusa

La vicenda di Falerna, in cui un uomo muore davanti alla guardia medica chiusa, rappresenta una realtà drammatica e simbolica della situazione della Calabria, dove gli interessi privati hanno divorato i servizi essenziali. da Addùnati Questo episodio non è un caso isolato, ma la conseguenza di anni di abbandono, tagli e decisioni politiche sbagliate frutto […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Libertà per Tarek,Anan, Ali e Mansour. Libertà per il popolo palestinese

Riceviamo e pubblichiamo da compagne e compagni di Roma questo appello in solidarietà a Tarek Dridi, Anan, Alì e Mansour. Mercoledì 21 si invitano tutt a partecpare al presidio in solidarietà al tribunale a L’Aqula per il procecesso di Anan, Alì e Mansour, mentre giovedì 22 al faro del gianicolo si porterà solidarietà a Tarek […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Stop Riarmo: assemblea pubblica a Torino

Riprendiamo l’indizione dell’assemblea pubblica e segnaliamo il percorso di Stop Riarmo che si sta sviluppando a Torino.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

In ricordo di Sara Marzolino

La redazione di Infoaut si unisce al Movimento No Tav nel ricordo di Sara, giovane compagna reggiana che ci ha lasciati ieri.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Freedom Flotilla: atterrato a Fiumicino Antonio Mazzeo, “Deportato da Israele”

Antonio Mazzeo – uno dei due attivisti italiani sequestrati dall’Idf sulla nave Handala della Freedom Flotilla Coalition – è atterrato ieri intorno alle 12 all’aeroporto di Fiumicino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’esercito israeliano assalta Handala in acque internazionali: equipaggio rapito, nave sequestrata. Attiviste ed attivisti in sciopero della fame

Poco prima della mezzanotte (orario palestinese) di sabato 26 luglio 2025, l’Idf ha assaltato la nave Handala di Freedom Flotilla Coalition.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Per salvare Gaza e noi stessi, è ora di razionalizzare la speranza

Ormai le volte in cui abbiamo pensato “speriamo” dopo le dichiarazioni di qualche governo o di qualche grande istituzione sono centinaia. di Alessandro Ferretti Abbiamo sperato in una svolta con i pronunciamenti della corte dell’Aja e dell’ICC, con le voci di dissidi Biden-Netanyahu e Trump-Netanyahu, con gli stati che hanno riconosciuto la Palestina, con il […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Knesset vota sull’imposizione della sovranità israeliana sulla Cisgiordania

Mercoledì, la Knesset ha votato una dichiarazione a sostegno dell’imposizione della “sovranità” israeliana sulla Cisgiordania occupata.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

STOP RIARMO “Se la guerra parte da qua, disarmiamola dalla città!”

Riprendiamo e pubblichiamo il documento uscito sul canale telegram del percorso @STOPRIARMO che a Torino ha organizzato una prima iniziativa qualche settimana fa. Il documento traccia un quadro composito del sistema guerra nei vari ambiti della produzione e della riproduzione sociale oltre a lanciare alcuni spunti rispetto a ipotesi di attivazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La viltà sionista e i suoi oppositori

Di tutti i comportamenti che degradano l’uomo la vigliaccheria è il più infimo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Verso l’assemblea nazionale “Guerra alla guerra” di domenica 27 luglio a Venaus

Ripubblichiamo due contributi radiofonici che hanno il pregio di illustrare le caratteristiche che si propone di avere l’assemblea nazionale “Guerra alla guerra” di domenica 27 luglio alle ore 12.30 a Venaus, durante il Festival Alta Felicità.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Georges Ibrahim Abdallah uscirà di prigione il 25 luglio, dopo 41 anni di reclusione

Abbiamo tradotto questo testo apparso su ContreAttaque in seguito alla notizia della decisione di fare uscire dal carcere Georges Ibrahim Abdallah dopo 41 anni di reclusione ingiusta, simbolo della persecuzione e dell’attacco da parte di Stati Uniti e Israele in primis e, di conseguenza della totale complicità di uno Stato europeo come la Francia, nei confronti di un militante anti-imperialista, rivoluzionario marxista libanese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: il bilancio degli scontri settari a Sweida sale ad almeno 250 morti. Israele bombarda anche Damasco

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani il bilancio delle vittime degli scontri settari intorno alla città meridionale a maggioranza drusa di Sweida è di almeno 250 morti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Google ha aiutato Israele a diffondere propaganda di guerra a 45 milioni di europei

Uno studio ha rilevato che, da quando ha colpito l’Iran il 13 giugno, l’Agenzia Pubblicitaria del Governo Israeliano ha speso decine di milioni in annunci pubblicitari solo su YouTube.