#TiSembraGiusto? dai picchetti ai cancelli campagna di boicottaggio di Italpizza
È entrata nel vivo questa settimana la campagna di solidarietà alla lotta che va avanti da mesi nel complesso alimentare modenese.
A partire da sabato 25 maggio, iniziando dall’epicentro emiliano, si sono susseguite numerose azioni in tutta la penisola, con volantinaggi e interventi all’interno dei punti vendita dei prodotti dell’azienda.
È anche e soprattutto nella distribuzione infatti che il profitto prodotto speculando sulle spalle di lavoratori e lavoratrici può sostenersi, un ulteriore pezzo della catena ben garantita ,come visto in questi anni di scioperi, da istituzioni, politica del territorio e forze dell’ordine.
Nella giornata di venerdì nuova giornata di sciopero con nuovi interventi del reparto celere nel tentativo di garantire il trasporto delle merci, oltre a cariche e lacrimogeni si segnala il blocco mirato della circolazione nell’arteria della vicina via Vignolese.
Le continue minacce di arresti e di applicazione dei decreti sicurezza non fermano però la mobilitazione, nella serata di venerdì infatti il picchetto, arricchito da un centinaio di solidali da tutta la città e la provincia, ha dato vita a un’assemblea e un momento di socialità al presidio fisso ormai da settimane per dare seguito alla mobilitazione nelle prossime settimane.
Di seguito il comunicato di lancio della campagna:
La vertenza Italpizza scavalca i confini della mera sfera sindacale: gli interessi in gioco non sono solo quelli di un’azienda, ma riguardano gli equilibri di potere del nostro territorio e la capacità dal basso di contrastarli e piegarli al bene comune.
Il modello Italpizza si presenta come il nuovo, agguerrito modello emiliano di sviluppo: graduale sostituzione dei contratti nazionali con i parametri del contratto Multiservizi (che comporta una compressione di circa il 40% dei salari, come succede ad esempio già ai bibliotecari comunali o agli addetti di Hera), radicamento della criminalità organizzata ai più alti livelli economici, tenuta del potere delle grandi centrali cooperative (Legacoop e Confcooperative) e della governance dei partiti che le sostengono, sacrificio di ogni bene comune (ambientale, dei diritti e della dignità) all’altare del massimo profitto, criminalizzazione e repressione violenta delle lotte sindacali e sociali – con l’uso combinato delle intimidazioni mafiose, delle procure e della forza pubblica – in linea con la dottrina Minniti-Salvini.
Dall’altro lato del campo ci siamo noi: le lavoratrici e i lavoratori da ogni angolo del mondo, collettivi, movimenti e comitati civici che lottiamo ogni giorno per il diritto a vivere con dignità e senza paura. La determinazione e il coraggio dimostrato davanti a quei cancelli, la capacità di non piegarsi davanti alla violenza poliziesca, alle offerte di denaro, alle denunce e agli attentati mafiosi devono essere il nostro modello di sviluppo. Lo sviluppo di un fronte di lotta sul territorio, per combattere e vincere uniti, proprio a partire da questa vertenza. Che Italpizza sia la nostra Valsusa.
Chiediamo quindi a tutte le realtà e singol* solidali con questa lotta di farsi nodi della rete di pressione su Italpizza, attraverso i propri canali e con i propri contributi. Scopo della campagna è colpire i marchi e le catene di supermercati che vendono le pizze surgelate prodotte in Via Gherbella 454/a – San Donnino (Modena), sia a marchio Italpizza che con i propri marchi: Coop, Esselunga, Conad, Carrefour, Findus, Selex, Lidl, Pam, Eisman, ecc. La posta in gioco è alta, ma sappiamo bene che solo uniti si vince: se toccano uno, toccano tutti!
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