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La Cgil indice (il primo?) sciopero generale contro l’austerity

In questa fase molto critica per il paese Italia, con addosso la manovra pesante imposta dalla Bce nel labirinto della crisi, quel che è interessante indagare ed osservare saranno i passaggi in direzione e quelli successivi allo sciopero indetto per il 6 settembre. Diventa sempre più importante cambiare passo dentro questa crisi, dare segni determinati contro i poteri forti del paese Italia, mettendo da parte cortei-passeggiate e i soliti comizi che ci raccontano quanto è cattivo il governo… Fanno da controaltare tutte le parole che stanno spendendo tutti quei soggetti, che la crisi l’hanno creata, dal governo a sindacati come cisl e uil, agli industriali, che definiscono questo sciopero sbagliato e che va contro la situazione “straordinaria di crisi” verso la quale ci vorrebbe ‘unità’, tutti con lo spauracchio che le piazze italiane possano diventare anch’esse ingovernabili… E non poteva mancare la presa di posizione di un partito democratico, che invece di cogliere l’attimo per riavvicinarsi alla gente, assume un atteggiamo prudente verso lo sciopero generale: la preoccupazione è solo quella che ‘non si disperda la convergenza raggiunta tra le forze sociali con l’accordo del 28 giugno’, mantenendo quella linea che vorrebbe i tre sindacati confederali uniti, ed il paese obbediente.

L’unica certezza che rimane a fronte di tante parole, è quella di una crisi che non trova sbocco e che vede una politica che sta perdendo il polso della situazione, che non è in grado di gestire la crisi, terrorizzata da unl possibile agitarsi delle piazze come reazione… Essere attenti a seguire ogni evolversi della crisi, ed essere pronti ad un autunno lungo nel quale imprimere il rifiuto dell’austerity, della crisi.

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