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La luna e i falò

Diario resistente II atto (-8 giorni o + 22 alla scadenza)

«Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti»…

E’ con queste parole semplici ed immortali di Cesare Pavese, che riaffiorano alla mente dagli anni della scuola, che cerco di rispondere allo stupore della signora Marisa circa il continuo sopraggiungere di “forestieri” nella Libera Repubblica. Eh sì, perchè assieme ai tanti volti conosciuti del movimento e dei comitati, ai tanti dell’ultima ora che si uniscono, altrettanti sono i visi di coloro che ci furono a Venaus, nei giorni della prima Libera Repubblica, e che vogliono esserci oggi e domani…perchè la Valle ( così come le Langhe per il cugino pavesiano de “I mari del sud” ) non si perde!

Un via vai all’interno del paese-presidio di gente, genuina e felice ancorchè stanca e preoccupata per “quei lì che prima o poi arriveranno”, che giorno dopo notte e dopo giorno diviene comunità resistente, capace di mischiare saperi e tradizioni antiche con linguaggi e forme di comunicazione innovative. Ed ecco allora che tra un bicchiere di vino dell’Avanà e i profumi di lavanda, frutti inestimabili di questa terra, ci si trova a scaldarsi al fuoco del Falo’ del solstizio d’estate, simbolo della montagna che resiste e della fratellanza tra i popoli in lotta, affrontando tra canti e balli un’altra notte nel tempo dell’attesa…

AC

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