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La polizia aggredisce dei sedicenni. Seminano terrore, raccoglieranno conflitto

Difficile individuare con esattezza cosa induca le forze del disordine all’esasperazione di atteggiamenti e abusi di potere che tutti conosciamo; se l’aver identificato tra loro, alcuni studenti politicamente attivi in questi anni di movimento e che già con fermento si preparano a respingere la riforma del governo Renzi, o se sia il diffuso malumore antipolizia dovuto all’uccisione nel napoletano di Davide, a soli diciassette anni da parte di un carabiniere, a indurli a irrigidire forme di controllo e repressione quotidiana. Di certo, il clima di movimento studentesco e la già avviata preparazione per la costruzione di un autunno di lotta, non lasciano evidentemente dormire sonni tranquilli alla questura di Palermo. Per questa loro debolezza e timore, che con gli sbirri che vanno in giro a prendersela con i ragazzini di sedici anni vorrebbero trasformare in clima di terrore ribaltando la paura, non possiamo che ringraziarli per averci palesato quanto stanno messi male.

Ma torniamo a noi. L’operazione fermiamo i pericolosi narcotrafficanti di sedici anni, si è conclusa con zero fogli per detenzione di marijuana, zero latitanti trovati, tanta paura per i ragazzini e un bel buco nell’acqua per la polizia. Paura è ovvio, si tratta solo di un gruppo di sedicenni circondato da cani e uomini in divisa con la pistola nella fondina. Ma è lo stesso ragazzo con cui abbiamo parlato, a riferirci che, dopo l’accaduto, l’indignazione e lo stupore si sono pian piano trasformati in – lasciatecelo dire – sana, sanissima rabbia: 
“è in una semplice frase che raccolgo il pensiero di tutti dopo l’accaduto,
fuori la polizia dalle piazze e dalle scuole”.

Seminano terrore. Raccoglieranno conflitto.

 

 

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