InfoAut
Immagine di copertina per il post

LA RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE DELLE CITTÀ E LA RIGENERAZIONE DEI FONDI D’INVESTIMENTO

||||

È senza dubbio positivo che il Governo spinga per approvare – sia pure con dotazione non rilevantissima di risorse rispetto al fabbisogno totale – il “Programma Nazionale di Rigenerazione Urbana”; sancendo ancora una volta come le nostra città debbano (almeno) evitare di consumare ulteriore suolo per crescita urbana, che sarebbe ormai antistorico, e che vada perseguita “l’urbanistica delle R”: riqualificazione, riuso, recupero, restauro.

Di Alberto Ziparo* da Malanova.info

Tuttavia il programma di rigenerazione in questione rischia di accentuare, anziché mitigare, le contraddizioni che segnano da tempo le politiche urbanistiche delle nostre città, favorendone ulteriori sfondamenti nella governance, da parte della speculazione finanziaria; con esiti sociali ed ecologici esattamente opposti a quelli di “Riconversione” dichiarati nell’apparato retorico del piano stesso; oltre che nelle dichiarazioni governative.

I progetti contenuti nel dossier “Rigenerazione Urbana”, infatti, risentono quasi sempre di contraddizioni e problematicità già presenti in molta programmazione istituzionale e governativa, da cui scaturiscono e discendono; e in linea con le criticità contenute in tutta l’armatura del “piano grande e miracoloso” all’ordine del giorno: quel PNRR che dovrebbe rilanciare “meravigliosamente” economia e ambiente nazionali.

Già il programma PINQUA, di cui la versione attuale del piano (2,8 miliardi di Euro per 159 progetti, mentre altri 400 circa restano in attesa di fondi) di rigenerazione costituisce per molti versi l’aggiornamento progettuale e il completamento di spesa, era caratterizzato da forti tendenze ad una “programmazione troppo centralizzata anche a livelli diversi dell’amministrazione”. I relativi progetti, infatti, raramente erano esito sostanziale di una pianificazione urbanistica ecosostenibile e partecipata, sempre invocata (specie nel sempre più frequente materializzarsi dei rischi da cementificazione diffusa in disastri e conseguenti permanenti dissesti dei contesti urbanizzati), ma quasi mai realmente perseguita.

Molti dei progetti contenuti nel PINQUA erano invece esito della “concertazione tra poteri forti” che ha marcato pesantemente le politiche urbanistiche e territoriali nel recente passato e che spesso si traduceva in maggiore o minore permeabilità dell’amministrazione ai diversi livelli rispetto ai soggetti dominanti delle relative governance, in primis gli interessi finanziari, rappresentati dai relativi fondi. La logica, centralizzatrice e “developed Oriented”, della Programmazione Operativa, comunitaria e nazionale, come quella del PNRR, fa il resto.

Non a caso il Ministero in questione (nel frattempo da MIT diventato MIMS, Infrastrutture e Mobilità Sostenibile) dichiara che la città da “prendere a modello” per i programmi di rigenerazione è Milano: laddove le politiche urbanistiche sono “fortemente condizionate” – per non dire direttamente determinate – dai fondi di investimento finanziari, dichiarati “irrinunciabili” non solo dagli stessi amministratori; ma anche da autorevoli urbanisti, pure sinceramente progressisti, come Sandro Balducci.

La rigenerazione milanese è infatti mirata soprattutto ai soggetti che Guido Martinotti definiva “MBP” (Metro Business People), cioè quella ristrettissima fascia di persone appartenenti all’alta borghesia internazionale, professionale, commerciale, finanziaria, ludico-mediatica, fino alle élite politico-istituzionali, che si muovono da agiatissimi “Globetrotter “ tra le “Città Mondiali”.

Laddove la Milano “modello” è una città invece preclusa a vecchi e nuovi abitanti, che subiscono gli ingombri da sottrazione degli spazi e da realizzazione di enormi volumi edificati, da guardare solo da lontano. A meno di non avere redditi da appartenenza alle soggettività citate; ovvero da essere assunti come lavoratori (spesso precari) negli esercizi commerciali, tendenzialmente per consumatori “esclusivamente” dotati, realizzati nelle aree “rigenerate” (vedi CityLife o Santa Giulia), o come “vigilantes” degli enormi volumi (semivuoti, anche se serviti da agenzie internazionali di marketing, che devono piazzarne gli spazi nel mercato mondiale dei MBP), ivi edificati. L’estetica di questi brani urbani è quella della Benjaminiana “città in vendita”, da marketing. Il Greenwashing (altro che riconversione ecologica) rende strumentali verde e apparati vegetali rispetto a simili destinazioni d’uso, con bizzarrie ambientali che diventano architetture “di successo” (“Se Dio avesse voluto i Boschi verticali avrebbe fatto le mucche coi ramponi” – ha commentato un comico assai noto).

Certo non tutte le operazioni di rigenerazione presentano i caratteri morfologici, dimensionali e antisociali delle recenti citate realizzazioni milanesi, ma molte di esse sono marcate dall’“urbanistica dei fondi d’investimento” già presente nella pianificazione concertata degli ultimi periodi (vedi anche le ristrutturazione per vendita ai privati di non pochi palazzi storici fiorentini); sovente sottoposta a forti critiche anche per esulare troppo spesso da qualsivoglia risposta ai problemi di degrado ecologico della città.

A fronte dei connotati di molta della rigenerazione citata, lo stesso “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” non presenta alcun incentivo per nuove politiche abitative. Per l’esattezza non prevede neppure un centesimo per il recupero dell’edilizia popolare (centinaia di migliaia di alloggi inagibili per perdita di abitabilità da degradi o dissesti) né promuove alcuna operazione di riuso di quel quarto di patrimonio abitativo nazionale (circa 7,5 MLN di alloggi ) vuoto o inutilizzato. Si seguita quindi ad attendere che l’ulteriore deterioramento renda tale enorme bene potenzialmente collettivo svendibile – quasi a prezzi di regalo – alla grande proprietà immobiliare e finanziaria. Un processo già in atto da lustri.

I programmi di riqualificazione urbanistica e socio-ambientale avrebbero senso se scaturenti da una reale svolta rispetto alle politiche del recente passato, con una pianificazione socialmente innovativa e mirata concretamente anche alla ricostituzione degli ecosistemi urbani e territoriali, che oggi, specie a scala comunale, si intravede solo in un numero limitatissimo di piccole realtà; quasi sempre grazie all’azione di abitanti e attori locali sensibili alla qualità dei luoghi. E come tra l’altro prescriverebbero di operare ormai molti piani territoriali paesaggistici, regionali e sub regionali, che dettano indirizzi di recupero ecologico anche a scala locale.

Certo, anche tra i 159 progetti compresi nel programma in questione, sono comprese alcune operazioni virtuose (per esempio il recupero lungamente atteso dagli abitanti di Messina di alcuni vecchi quartieri “minimi” storicamente degradati). Ma tali opzioni costituiscono eccezioni in un’operazione che, per la gran parte, ripropone molte delle dinamiche, che hanno alimentato – anziché risolvere – i problemi sociali, urbanistici e ambientali che oggi gravano sulle nostre città.

* * * * *

* Ingegnere Urbanista, è professore associato di Pianificazione Urbanistica presso la Facoltà di Architettura di Firenze dal 1993. È titolare del corso di Analisi e Valutazione Ambientale e tiene il corso di Pianificazione Ambientale presso il corso di laurea di Architettura; insegna Pianificazione Ambientale nel corso di Pianificazione Ambientale e Progettazione del Paesaggio, nel corso di laurea specialistica, e Pianificazione del Territorio e delle infrastrutture, nel corso di laurea triennale di Pianificazione e Progettazione della Città e del Territorio (sede di Empoli). Dal 2004 tiene il corso di Questioni Urbanistiche presso il corso di laurea in Discipline Economiche e Sociali della Facoltà di Economia dell’Università della Calabria.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

diritto alla cittàfinanzagentrificationPNRRspeculazione

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Alberto non c’è più, ma la lotta è ancora qui!

Alberto non c’è più, ma la lotta è ancora qui.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Comunicato del cs Rivolta di Marghera sulla manifestazione di sabato 28 ottobre

Sabato 28 settembre una straordinaria ed imponente manifestazione ha attraversato le vie di Mestre per ricordare Jack e stringersi forte alla sua famiglia e a Sebastiano. Oltre 10000 persone, forse di più, si sono riprese le vie della città, una città che ha risposto nel migliore dei modi alle vergognose dichiarazioni di Brugnaro e dei suoi assessori. Comitati, associazioni, centri sociali, collettivi studenteschi con la rete “riprendiamoci la città” e una marea di cittadine e cittadini, hanno trasformato una parola d’ordine in una pratica collettiva.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Per Jack, per noi, per tutt*. Riprendiamoci la città, sabato la manifestazione a Mestre.

Mestre (VE). “Per Jack. Per noi. Per tutt*”. Manifestazione in ricordo di Giacomo, compagno 26enne del centro sociale Rivolta ucciso venerdì a Mestre mentre – con un altro compagno poi rimasto ferito – cercava di difendere una donna da una rapina. Il 38enne aggressore si trova in carcere.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

MESTRE: UN COMPAGNO UCCISO E UNO FERITO NEL TENTATIVO DI DIFENDERE UNA DONNA VITTIMA DI RAPINA

La scorsa notte un compagno è stato ucciso ed un altro ferito a Mestre nel tentativo di sventare una rapina nei confronti di una donna. Come redazione di Infoaut esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza nel dolore ai compagni e alle compagne di Mestre.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cosentine in lotta per il diritto alla salute

Il collettivo Fem.In Cosentine in lotta nasce nel 2019 e da allora si occupa del tema dell’accesso alla sanità pubblica, del diritto alla salute, con uno sguardo di genere.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

A pugno chiuso. Ciao Marco!

La scorsa notte ci ha lasciato dopo tante battaglie il nostro compagno Marco, per tutti e tutte Marco Dread.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Ciao Emilio, vogliamo ancora tutto

Questa mattina se ne è andato Emilio Quadrelli, dopo una lunga malattia.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Crollo alle Vele di Scampia: fate presto!

Condividiamo di seguito il comunicato del Comitato Vele Di Scampia 167 dopo il terribile crollo che ha provocato la morte di due giovani e il ferimento di 13 persone tra cui sette bambini ed la gestione vergognosa dei soccorsi. Solo ora, al termine di una giornata difficilissima e dolorosa riusciamo a scrivere queste poche righe. […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

‘Geronimo’ Bini: la sua lotta per un mondo (e una Cremona) migliori

Riceviamo e pubblichiamo volentieri… La storia la scrivono i vincitori.  Ma la storia la fanno anche i perdenti. Poi ci sono gli indolenti che non sono né vincitori, né perdenti.  Poi c’è il revisionismo che mischia le carte. Rende i vincenti un po’ meno vincenti e i perdenti un po’ meno perdenti e quasi sempre […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Fermiamoli ora: mobilitazione nazionale contro il nuovo disegno di legge sicurezza che criminalizza le lotte sociali

Inasprimento delle pene, da 2 a 7 anni,  per le occupazioni abitative ma anche per chi resiste allo sfratto e chi partecipa ai picchetti; pene draconiane da 7 a 20 anni per detenzione e diffusione di materiale che incita a impedire la realizzazione di opere ritenute strategiche; aumento delle pene per i reati di imbrattamento per colpire le pratiche di soggetti ambientalisti. 

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Mobilitazione popolare a Torino per difendere uno dei più grandi parchi della città. Sabato il corteo “Salviamo il Meisino”

Sono giorni di lotta popolare al Parco del Meisino, polmone verde a nord est di Torino, a seguito dell’avvio dei primi lavori per la costruzione di una “cittadella” dello sport nel cuore della riserva naturale sull’ansa del fiume Po.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Assemblea di Confluenza

Assemblea di Confluenza domenica 28 luglio alle ore 11.30 presso Venaus, durante il Festival Alta Felicità.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Custodiamo la Val Sessera: le buone ragioni per dire NO alla diga.

Per affrontare il tema della gestione delle risorse idriche occorre partire dall’impatto sui territori che i progetti di accumulo di acqua possono arrecare, considerando vari aspetti.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

“Il Ponte sullo Stretto è uno specchietto per allodole”. Calabria e Sicilia si preparano alla manifestazione popolare

Il ponte sullo Stretto” tra la Calabria e la Sicilia è uno “specchietto per le allodole.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Giornata di giro di boa per IREN e Regione Liguria.

È stato disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni per un importo di oltre 570 mila euro ritenuti profitto dei reati di corruzione contestati all’ad di IREN Paolo Emilio Signorini e al presidente della Liguria Giovanni Toti, entrambi in custodia cautelare ai domiciliari.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Chi ha paura dei cittadini attivi ?

In molte città italiane le motoseghe che abbattono alberate al riparo di barriere e di schieramenti di forze dell’ordine stanno producendo anche lacerazioni tra popolazioni e amministratori. A cosa porteranno queste fratture? E quali saranno gli effetti del rifiuto dei tecnici comunali di confrontarsi con gli agronomi che sostengono le istanze dei cittadini?

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Anche i parchi devono produrre reddito?

Il parco del Meisino a Torino, preziosa area naturalistica in città, ora a rischio speculazione in nome dei fondi del PNRR, futuro debito per la nostra città.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

VOI SETTE, NOI 99%

Dentro la Reggia di Venaria dal 28 al 30 aprile ci saranno i ministri delle 7 potenze mondiali a parlare di transizione ecologica ed energetica. A Torino si sta costruendo un percorso di avvicinamento che vede coinvolti comitati, associazioni ambientaliste, collettivi studenteschi e giovanili, realtà ecologiste.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Genova: la Regione annuncia lo sgombero del Laboratorio Buridda

Sarà aggiudicato entro ottobre 2024 l’appalto integrato per la progettazione esecutiva e la realizzazione di una residenza universitaria nell’ex Magistero di corso Monte Grappa, oggi occupato dal centro sociale Buridda.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Il caso di corso Belgio a Torino: un esempio di transizione verde fallita.

In corso Belgio dalla primavera del 2023 è nata un’attivazione spontanea per la difesa di un’alberata composta da 241 aceri che, secondo il Comune di Torino, dovrebbero essere abbattuti per lasciare spazio a un “rifacimento di look” del quartiere. A seguito di questa introduzione tematica verranno pubblicati alcuni comunicati stampa del Comitato Salviamo gli alberi di Corso Belgio, per tenere traccia della vicenda.