Bergamo: Fornero assediata; anche Landini contestato dagli operai
I manifestanti hanno incontrato un ingente schieramento di forze dell’ordine nel vialone antistante il teatro ma, forzando il blocco, hanno costretto la polizia in assetto antisommossa a ripiegare davanti al teatro a difesa dell’ingresso. La pressione di un presidio numeroso ha costretto il ministro Fornero a scegliere un ingresso laterale. Ma il significato politico della giornata si è profilato con chiarezza all’arrivo del segretario nazionale FIOM Landini. Questo è stato accolto dai fischi dei manifestanti ed è stato posto davanti ad una chiara alternativa: unirsi al presidio e seguire un concreto percorso di costruzione dell’opposizione alla riforma Fornero in sintonia con la volontà dei lavoratori oppure entrare nel teatro e continuare un’impossibile mediazione con le forze padronali per raccogliere le briciole nell’interesse della burocrazia sindacale piuttosto che della lotta e della dignità operaia. Coerentemente con la linea politica di una segreteria nazionale ormai isolata nella propria autoreferenzialità Landini, accompagnato da Mirko Rota ed Eugenio Borella, delle segreterie regionali e provinciali, e da Giorgio Airaudo, segretario della Fiom piemontese, scortati da un doppio cordone di forze di polizia e subissati dai fischi hanno scelto di entrare nel Donizetti. I manifestanti gridano “venduto!”.
La giornata di oggi ci fornisce una doppia indicazione. Da un lato, ormai, la distanza tra la burocrazia sindacale e le forze del lavoro vivo si è ampliata fino a consumarsi in uno strappo. L’esile filo che ancora teneva in comunicazione le segreterie sindacali con il desiderio di riscatto nei luoghi di lavoro si è sfibrato e logorato nelle lotte degli ultimi mesi: in ogni singola fabbrica dove le segreterie hanno lavorato per raffreddare l’iniziativa operaia inseguendo uno sterile attendismo concertativo, in ogni luogo in cui i lavoratori hanno cercato e costruito relazioni per produrre la resistenza allo sfruttamento e al declassamento sociale, incontrando nuove soggettività e ricomponendo l’attuale precariato metropolitano e il futuro precariato di fabbrica che invece, in una logica corporativa, le segreterie tendevano a dividere.
Dall’altro lato la giornata di oggi consegna completamente la possibilità di costruire e praticare lo sciopero generale all’autorganizzazione e all’unità dei lavoratori e del precariato sociale. Alla loro opera di relazione e conflitto che tanto oggi si è dimostrata potente nell’iniziativa autonoma lanciata dagli operai della same.
Guarda le immagini della giornata di contestazione
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