Purtroppo dobbiamo però comunicare un atto infame che si è svolto proprio oggi al termine del funerale da parte della Digos di Torino. Al termine delle celebrazioni, al tempio crematorio di Piscina, si sono presentati con due macchine e hanno fermato alcuni compagni appena andati via dalla celebrazione appena terminata.
Ci sarebbero stati altri 1000 momenti da lì a brevissimo per fare queste notifiche, mentre i poliziotti hanno voluto invadere un momento privato e di dolore, con l’intento evidentemente di fare proprio questo e dimostrarsi ancora una volta per quello che sono.
Non c’era urgenza, se non quella di commettere una grave violazione che non può essere commentata se non solo con tutto il disprezzo di cui ognuno di noi può essere provvisto all’interno del proprio cuore
AGGIORNAMENTO 22/7: apprendiamo dai giornali che la Digos ci tiene a precisare che non ha fatto le notifiche ma solo un controllo, il che è ancora più grave! Evidentemente nessun magistrato vuole difendere questo tipo di operato, ognuno negli uffici di questura e palagiustizia tiene alla propria poltrona.
di seguito una testimonianza dei fatti da parte di un avvocato presente:
Oggi si teneva al tempio crematorio di Piscina, vicino Torino, il funerale di un uomo di circa 51 anni, fratello di un collega, e molto conosciuto nel giro dei movimenti torinesi. E’ morto improvvisamente, dopo una breve malattia. Il funerale è stato molto partecipato e sentito.
Dopo il funerale almeno 5 funzionari della DIGOS, con almeno due auto, hanno fermato sulla strada, a poca distanza dal luogo del funerale alcune persone, per dei controlli. Richiesti da me sul cosa stessero facendo veniva risposto prima che era un normale controllo e poi che c’erano degli atti da notificare.
Probabilmente si riferivano ad una ordinanza di applicazione a 10 persone della misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, riferita ad un fatto (una contestazione nell’ufficio della Turkish Airlines) accaduto il 25 settembre 2015, quindi quasi un anno fa. Il provvedimento è del 14 luglio (sei giorni fa). Alle mie ulteriori richieste e proteste, facendo notare che le persone non venivano da una festa, uno dei funzionari presenti diceva ad un altro “non accettare provocazioni”.
Viene da chiedersi se fosse indispensabile provvedere lì ed in quel momento; viene da chiedersi se dopo quasi un anno dai fatti e dopo una settimana dall’adozione del provvedimento vi fosse l’urgenza di farlo oggi; viene da chiedersi se non si sia superata la decenza; viene da chiedersi se l’umano dolore non meriti un po’ di rispetto…