
Logistica: presidio a Busto Arsizio per i 20 imputati nella lotta alle coop “Bennet”

Di seguito, il volantino d’indizione del presidio che riassume la vicenda della lotta alla Bennet di Origgio (Varese), nel 2008:
Lunedì  7 ottobre 2013 alle ore 13 si terrà presso il Tribunale di Busto  Arsizio la quarta udienza del processo che vede imputati 20 compagne e  compagni del sindacalismo di base e del Coordinamento di sostegno,  solidali con la lotta dei lavoratori delle cooperative in appalto ai  magazzini Bennet di Origgio iniziata nel mese di luglio del 2008 e  durata diversi mesi.
 Una dura lotta autorganizzata,  risultata vincente, che ha conquistato un deciso miglioramento delle  condizioni salariali e normative, che ha rotto l’onnipresente condizione  di sfruttamento e schiavitù presente negli appalti della logistica, che  ha costretto la cooperativa datrice di lavoro a reintegrare un operaio  arbitrariamente licenziato per l’adesione al sindacalismo di base e che  ha visto tutti i lavoratori riappropriarsi di quanto negli anni  sottratto loro in termini di diritti, salario e sicurezza.
 Intendiamo  denunciare l’essenza prettamente politica delle accuse contestate a un  intero movimento di sostegno delle lotte dei lavoratori delle  cooperative che, proprio a partire dalla lotta di Origgio del 2008, si è  sviluppato e radicato nell’intero settore della logistica e della  distribuzione italiano, confrontandosi con un sistema fondato su  rapporti di lavoro schiavistici e di sfruttamento dove il caporalato  (più o meno legale) disciplina in maniera fortemente autoritaria la  manodopera impiegata.
 Non è un caso che le comunicazioni di  rinvio a giudizio siano arrivate dopo tre anni e mezzo dagli scioperi  di Origgio, proprio mentre si stavano diffondendo le lotte dei  lavoratori nel settore della logistica (Esselunga, Ortomercato Milano,  il Gigante, DHL), con accuse pretestuose per intimidire i lavoratori e i  solidali. A ciò si aggiunge, durante le prime udienze del processo in  corso, anche la costituzione di parte civile di Bennet, dell’Italtrans e  delle cooperative appaltatrici con richieste di risarcimento del  mancato guadagno durante gli scioperi, come monito e deterrente  ulteriore per le lotte in corso.
 La logistica è divenuto un  sistema sempre più centrale e strategico per l’economia italiana, nel  quale l’accumulazione del profitto e la valorizzazione del capitale  impiegato da committenti e appaltatori sono il risultato di ritmi di  lavoro disumani, della pressoché totale assenza di sicurezza e  dell’assoluta precarietà dei rapporti di lavoro.
 Ma è  proprio in tale contesto che i lavoratori addetti hanno costruito un  percorso autorganizzato nel quale si riconoscono quali protagonisti  diretti per la rivendicazione dei propri diritti, nel quale l’unità e la  solidarietà tra lavoratori, seppur di diversi poli e con differenti  committenti, è perseguita e praticata nel riconoscersi parte attiva di  una medesima classe.
 Ecco allora che le lotte degli operai  della logistica, soprattutto se immigrati ricattati dalla necessità del  Permesso di Soggiorno, assumono un valore strategico sia per tutti i  lavoratori che per lo Stato, per i padroni, per le multinazionali che  sullo sfruttamento intensivo di questa forza lavoro costruiscono le  proprie strategie politiche ed economiche.
 Sono questi gli  strumenti che, nell’attuale momento di acuta crisi strutturale del  capitalismo, rivelano in tutta la sua brutalità l’aggressione di classe  portata dal padronato: peggioramento delle condizioni di lavoro,  ricatti, licenziamenti politici, pestaggi della polizia, violenza da  parte di capi, capetti e caporali, fogli di via, uso strumentale e  complice della Commissione di Garanzia per l’arbitraria estensione degli  stringenti limiti imposti dalla legge sullo sciopero nei servizi  essenziali (cd. legge antisciopero) anche alle operazioni di  movimentazione merci.
 Come sempre, non si tratta affatto di  una “tragedia inevitabile”, ma di una chiara e complessiva scelta  strategica dei padroni e dello Stato per ottenere sempre più profitto e  superare la crisi mantenendo intatti il loro potere e la loro ricchezza.  Tutto ciò con l’esiziale connivenza dei sindacati concertativi (CGIL in  testa) esemplificata, in tutta la sua dirompenza, nel recente accordo  interconfederale sulla rappresentanza che regolamenterà, con una decisa  stretta in senso autoritario, le procedure per la sottoscrizione dei  contratti collettivi e la costituzione delle rappresentanze aziendali  escludendo dalla formazione i sindacati non firmatari e le  organizzazioni dissenzienti e prevedendo sanzioni per scioperi e azioni  di contrasto agli accordi raggiunti.
 E’ quindi evidente che  questa lotta, come le numerose altre che si sono succedute in questi  anni, non potevano che determinare anche la reazione violenta di un  padronato colpito nel proprio comando assoluto sulla forza lavoro.  Risposta che non poteva peraltro ottenere che complicità, appoggio e  sostegno dalle forze di polizia contro i lavoratori e contro chi pratica  in maniera militante la solidarietà di classe.
 Rimaniamo  convinti che, in una fase di crisi strutturale dell’economia  capitalista, ogni conflitto sia da valorizzare e generalizzare per  sviluppare un’alternativa reale alla società capitalista.
NO ALLE NUOVE SCHIAVITÙ
CONTRO IL RAZZISMO PADRONALE E DI STATO
CONTRO LA CRIMINALIZZAZIONE DI CHI LOTTA
CONTRO L’ATTACCO AL DIRITTO DI SCIOPERO
A SOSTEGNO DI TUTTE LE LOTTE DEI LAVORATORI DELLE COOPERATIVE
LA SOLIDARIETÀ È UN’ARMA, USIAMOLA!
LUNEDI’ 7 OTTOBRE 2013 alle ore 13.00
 PRESIDIO al TRIBUNALE di BUSTO ARSIZIO
Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.




















