Loi Travail: Valls scavalca l’Assemblée Nationale nella 12ma giornata di mobilitazione
A Parigi alcuni appelli ribadivano l’intenzione di organizzarsi per chiamare a una manifestazione “hors cage” (fuori dalla gabbia) e a questo proposito un’assemblea composta da alcuni partecipanti ai famosi “cortège de tete”, di Nuit Debout e dell’assemblea interprofessionale, si è riunita in mattina alla Bourse de Travail. All’uscita però si è ritrovata assediata dalla polizia come successo nella giornata del 28 giugno. Anche quest’oggi, dunque, il corteo è partito da Place d’Italie per raggiungere la Bastille, come da copione. Prima ancora di poter prendere parte alla manifestazione numerose “nasse” di gruppi di persone che si rifiutavano di farsi perquisire prima del concentramento hanno impedito l’arrivo dei manifestanti in Place d’Italie. Per accedere all’interno delle reti bisognava infatti sottoporsi a numerosi controlli di polizia: gli occhialini da piscina e le sciarpe erano vietati, tutte le uscite delle metro lungo il percorso erano chiuse. Il corteo è comunque partito cercando di tenere alto l’umore ritmando il percorso con slogan e cori : “Tout le monde déteste le PS” così come la “police” e “Tutti all’Assemblea, bisogna cacciarli!”. La polizia in assetto antisommossa ha scortato lungo tutto il percorso lo spezzone di testa, snaturato dalla sua potenzialità offensiva e quasi disertato da chi non ha più accettato di sottoporsi a questa violenza, e a parte un momento di tensione all’altezza di Quai de la Rapée con qualche lancio di bottiglie, il corteo è quindi giunto al termine senza particolari momenti di scontro.
Intanto all’Assemblé Nationale Valls annunciava provocatoriamente il nuovo impiego dell’articolo 49.3: la facoltà di approvare il provvedimento d’urgenza saltando la discussione parlamentare. La notizia ha dato la spinta per un appuntamento in serata davanti all’Assemblée Nationale, già convocato peraltro da componenti del movimento restie a lasciarsi governare dalle gabbie predisposte dalla polizia e Place d’Italie. Anche qui lo scenario è rimasto però invariato. Davanti all’Assemblée Nationale la polizia presidiava un governo intenzionato ad andare fino in fondo con un progetto di legge volto a conformarsi ai canoni dell’austerity europea. Si sono registrati diversi fermi e in seguito i manifestanti, accerchiati da centinaia di camionette e poliziotti in antisommossa che ancora una volta ne hanno impedito qualsiasi movimento, a gruppi di venti sono stati accompagnati alle metro per andarsene. Il gruppo di “frondeurs” all’Assemblée Nationale, anche interni al Partito Socialista, che si oppone alla linea politica in materia economica del governo ha ora 24 ore di tempo per presentare una mozione di sfiducia.
E’ stata una settimana intensa. Il Partito Socialista ha dovuto rinunciare all’Université d’été – la rituale convention estiva del partito a metà tra un congresso e una Leopolda prevista a Nantes per questa estate – per paura di disordini e contestazioni. Valls si è comunque sentito in grado di azzardare l’ennesima forzatura, perfino in nome e in barba della democrazia: circola viralmente in queste ore un suo tweet in cui, nelle stesse ore in cui impone la Loi Travail scavalcando il parlmento, si appella alla democrazia e alla necessità di rimettersi alla volontà popolare dopo il caso Brexit. Un paradosso che conferma come la questione della democrazia ossessioni le èlite di governo (specie quelle socialiste) solo come puro feticcio, residuo di vecchi equilibri e stratificazioni dei rapporti tra classi. Sono invece le accelerazioni neoliberali a sconvolgere questi rapporti, valutando l’opportunità di imporsi contro le consuetudini democratiche nel momento in cui la capacità offensiva di un movimento contrappositivo viene indebolita.
Dopo il grande corteo del 14 giugno infatti la strategia di governo delle piazze manu militari imposta da prefettura e governo, con un combinato di repressione preventiva (fermi e interdizioni a manifestare) e di controllo e recinzione dei percorsi delle manifestazioni, sembra aver dato i suoi frutti. Il residuo dell’articolato sindacale-concertativo, che pure è stato trascinato sulla dimensione di movimento negli ultimi tre mesi, con la riduzione dell’agibilità di piazza, è stato separato dalle nuove soggettività del conflitto emerse grazie all’irriducibilità della radicalità dello scontro di piazza, una delle rigidità principali che ha permesso al movimento contro la Loi Travail di durare in questi con inedita intensità e continuità. La voglia di continuare durante le vacanze e al rientro a settembre è comunque palpabile e si scrive sui muri: “annulliamo le vacanze, si continua!”. Un ultimo passaggio nelle aule parlamentari di definitiva approvazione del provvedimento è previsto sempre nel mese di luglio.
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