InfoAut
Immagine di copertina per il post

London jacquerie

Sono quasi quattrocento anni che una rivolta di queste dimensioni non si verifica a Londra. Quest’inverno, durante le manifestazioni degli studenti inglesi, la stampa internazionale aveva parlato di ‘riots’, di subbugli, di insurrezione. Un tipico caso di esagerazione giornalistica. Stavolta no.

Ma stavolta è diverso.

Le riots di questi giorni, iniziate sabato 7 agosto durante una manifestazione di protesta per l’uccisione di un giovane da parte della polizia, hanno un tono che ricorda più le banlieues parigine che la guerriglia urbana dei black bloc. Da tre giorni la capitale Britannica è attraversata da un’ondata di jacquerie semi-fantascientifiche, in cui i moti di folla da ancien regime si incontrano con i messaggi istantanei lanciati dai BlackBerries.

E così le riots si spandono nel nord e nel sud della città, come un’epidemia o una festa. Hackney, Seven Sisters, Camden, Peckham, Wood Green, Tottenham, Woolwich, Brixton, Ealing, Catford, Croydon e perfino Notting Hill. E poi anche fuori da Londra, a Birmingham, Leeds, Bristol e Liverpool. E non è ancora finita.

Ma chi sono queste migliaia di riottosi, intenti da giorni a incendiare palazzi, saccheggiare negozi e combattere la polizia? Ieri notte, nel quartiere di Peckham, al sud est della città, la risposta sembrava lampante. Sono giovani e vecchi, uomini e donne, bianchi e neri. Un segmento della popolazione veramente trasversale. Anni luce dalle manifestazioni degli studenti, in maggioranza bianca e middle class. La middle class, questa volta, se ne sta a casa, barricata dietro le finestre. Dei rivoltosi di questi giorni, se si vuole racchiuderli in un’unica definizione, si può dire una cosa soltanto: sono poveri. Vivono nei council estates, tragici casermoni di edilizia (im)popolare, nelle zone con il più alto tasso di povertà infantile (Croydon), contagio di AIDS (Peckham) e disoccupazione giovanile del paese. Nonché con il più alto tasso Europeo di famiglie di ragazze madri.

Ieri notte, intere famiglie sono scese per strada. I ragazzi, incappucciati, hanno bombardato con sassi e molotov la polizia, hanno scassinato gioiellerie, negozi di scommesse, filiali di prestiti di cash istantaneo, supermercati, catene di negozi di vestiti o di fast food. I ragazzi spaccavano le vetrine, la folla urlava, e, a centinaia, giovani e vecchi, donne e uomini, si lanciavano a saccheggiare quanto più possibile. Davanti una gioielleria su Rye Lane, un accrocchio di vecchi incitava le torme di adolescenti a scardinare le saracinesce. A missione compiuta, le loro voci flebili si sono unite agli ululati della folla. La gente vuole la roba. La vuole e basta. Come se non ci fosse altro modo per averla. O forse perché non c’è altro modo.

Ma quale roba? Niente di pirandelliana memoria. E nemmeno il pane. Non è un assalto ai forni. Si rubano vestiti di marca, schermi al plasma, forni a microonde, stereo, oltre, ovviamente, al denaro contante. Dopo decenni di pubblicità martellanti, di desideri gonfiati con marketing agli steroidi, la gente vuole le cose di ‘lusso’. Ma non ha i soldi per comprarla, il lavoro per avere i soldi, o l’educazione per avere un lavoro. Però ha le spranghe e i piedi di porco, che con le saracinesche dei negozi funzionano meglio di una carta di credito.

La polizia per strada è poca, sta nascosta dietro gli scudi e cerca di fare il minimo indispensabile per mantenere la calma. Di fronte a folle ben più agguerrite dei famigerati ‘anarchici’ dei moti studenteschi, i celerini giocano di ripiego, sotto una grandine di fuochi di artificio, bastoni, mattoni e quant’altro. Così facendo, per fortuna, in quartieri dove il ‘gun crime’ è alle stelle non si ancora è visto sparare un solo colpo di pistola contro le forze dell’ordine. Per ora, almeno. Da domani, si dice, la polizia arriverà armata.

Nel frattempo, nei telegiornali, politici di destra e di sinistra si affannano a condannare i disordini. Il leader della cosiddetta opposizione, Ed Milliband, invoca una risposta massiccia della polizia. Tutti convengono: quello che sta succedendo in Inghilterra è una questione di crimine generalizzato, non di politica. Strano, dal momento che la coincidenza tra queste rivolte e i tagli alla spesa sociale decisi dal governo conservato è quantomeno sospetta. Ancora più sospetta, se osserviamo come le principali rivolte degli ultimi trent’anni (1981, 1985-1986, 1991, 2011) sono tutte avvenute, immancabilmente, quando il governo è stato in mano ai Conservatives e le loro politiche hanno tagliato con brutalità ogni forma di Welfare e di redistribuzione.

E in tutto questo, la città resta col fiato sospeso. I negozianti barricano le porte e si raggruppano in squadre, armati di mazze da baseball e di spranghe. I ragazzi incappucciati appaiono e scompaiono a drappelli nelle zone più disparate della capitale. La polizia minaccia di usare le armi. Le famiglie fanno capolino dentro i negozi devastati e arraffano le ultime cose rimaste sugli scaffali. La middle class condanna con voce ferma. La working class (e la ‘unemployed class’, ben più numerosa), come al solito, non dice niente. Perché la classi più povere, da che mondo è mondo, non dicono mai niente. E quando parlano, lo fanno con voce sguaiata, spaventosa. Come diceva un acuto osservatore, negli anni ’60, ‘a riot is the language of the unheard’. Peccato che oggi, nel panorama politico Britannico, manchi un Martin Luther King in grado di capirlo. E di dirlo.

Federico Campagna, 9 Agosto 2011, London

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

crisiLondrariotsrivolta

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Un rito meneghino per l’edilizia

Sul quotidiano del giorno 7 novembre, compare un suo ultimo aggiornamento sotto il titolo “Il Salva-città. Un emendamento di FdI, chiesto dal sindaco Sala, ferma i pm e dà carta bianca per il futuro”.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La parabola della salute in Italia

È un potente monito in difesa del Servizio sanitario nazionale quello che viene dall’ultimo libro di Chiara Giorgi, Salute per tutti. Storia della sanità in Italia dal dopoguerra a oggi (Laterza, 2024). di Francesco Pallante, da Volere la Luna Un monito che non si limita al pur fondamentale ambito del diritto alla salute, ma denuncia […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cuba: blackout ed embargo

Cuba attraversa la sua maggiore crisi energetica, con la pratica totalità dell’isola e con 10 su 11 milioni di abitanti privati di elettricità.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Movimento No Base: Fermarla è possibile. Prepariamoci a difendere la nostra terra!

Da mesi le iniziative e le mobilitazioni contro il progetto strategico di mega hub militare sul territorio pisano si moltiplicano in un contesto di escalation bellica in cui il Governo intende andare avanti per la realizzazione del progetto di base militare.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Sanità: dalle inchieste torinesi al G7 Salute di Ancona

Due approfondimenti che riguardano la crisi sanitaria per come viene messa in atto dalle istituzioni locali e nazionali.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Alberto non c’è più, ma la lotta è ancora qui!

Alberto non c’è più, ma la lotta è ancora qui.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Comunicato del cs Rivolta di Marghera sulla manifestazione di sabato 28 ottobre

Sabato 28 settembre una straordinaria ed imponente manifestazione ha attraversato le vie di Mestre per ricordare Jack e stringersi forte alla sua famiglia e a Sebastiano. Oltre 10000 persone, forse di più, si sono riprese le vie della città, una città che ha risposto nel migliore dei modi alle vergognose dichiarazioni di Brugnaro e dei suoi assessori. Comitati, associazioni, centri sociali, collettivi studenteschi con la rete “riprendiamoci la città” e una marea di cittadine e cittadini, hanno trasformato una parola d’ordine in una pratica collettiva.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Per Jack, per noi, per tutt*. Riprendiamoci la città, sabato la manifestazione a Mestre.

Mestre (VE). “Per Jack. Per noi. Per tutt*”. Manifestazione in ricordo di Giacomo, compagno 26enne del centro sociale Rivolta ucciso venerdì a Mestre mentre – con un altro compagno poi rimasto ferito – cercava di difendere una donna da una rapina. Il 38enne aggressore si trova in carcere.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

MESTRE: UN COMPAGNO UCCISO E UNO FERITO NEL TENTATIVO DI DIFENDERE UNA DONNA VITTIMA DI RAPINA

La scorsa notte un compagno è stato ucciso ed un altro ferito a Mestre nel tentativo di sventare una rapina nei confronti di una donna. Come redazione di Infoaut esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza nel dolore ai compagni e alle compagne di Mestre.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cosentine in lotta per il diritto alla salute

Il collettivo Fem.In Cosentine in lotta nasce nel 2019 e da allora si occupa del tema dell’accesso alla sanità pubblica, del diritto alla salute, con uno sguardo di genere.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bangladesh: il riscatto di una generazione

Ripubblichiamo il contributo del Collettivo Universitario Autonomo – Torino in merito alle rivolte in Bangladesh. Un punto di vista e una riflessione sulla componente giovanile e il carattere studentesco delle mobilitazioni.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Assange vince all’Alta Corte di Londra: potrà fare appello contro l’estradizione negli USA

Julian Assange ha ottenuto un’importante vittoria nella sua battaglia giudiziaria contro l’estradizione negli Stati Uniti d’America.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Zoo umani, esposizione di teschi, la frusta: capire la rivolta dei Kanak

In Palestina, come in Nuova Caledonia e in altri conflitti coloniali, quando i colonizzati si ribellano, i colonizzatori cancellano la storia e cercano di far dimenticare i loro crimini.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La crisi nel centro: la Germania nell’epoca dei torbidi. Intervista a Lorenzo Monfregola

La Germania, perno geopolitico d’Europa, epicentro industriale e capitalistico del continente, sta attraversando senza dubbio un passaggio di crisi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Germania, agricoltori in rivolta: occupate le autostrade, blocchi e cortei nelle città

È caos in Germania, dove è esplosa la protesta dei coltivatori contro il governo Scholz.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Israele: crolla il mito dei servizi di intelligence più efficaci del Pianeta

In Palestina dopo 56 anni di occupazione militare, colonizzazione, sterminio di civili e Apartheid in occasione del 50° anniversario della guerra dello Yom Kippur, Hamas reagisce con gli stessi strumenti utilizzati per decenni dagli israeliani per sottometterli.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Diario della crisi – Gli spettri del debito cinese

In questa estate infuocata, una possibile tempesta (non solo meteorologica) potrebbe abbattersi sul sistema finanziario globale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Belgio: la polizia spara a un uomo, 3 notti di rivolte

Oupeye è una città vicino a Liegi, in Belgio. Venerdì, un uomo di 32 anni, Domenico, è stato ucciso dalla polizia per aver opposto resistenza all’arresto mentre era a bordo di un quad. I testimoni hanno detto che era stato colpito alla nuca, cosa che è stata poi confermata.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Atena sulla terra

Misurarsi su un piano politico e teorico su come i comunisti si debbano organizzare in un contesto come l’attuale è sicuramente un compito di estrema difficoltà. D’altra parte le opzioni oggi esistenti non ci sembrano soddisfacenti e, soprattutto, crediamo che vadano riviste alla luce di una elaborazione e confronto approfondito.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

SPECIALE BANLIEUE | Toute la symphonie ardente

Apriamo questa nuova pagina di approfondimento rispetto alla vicina Francia, per comprendere quanto sta accadendo e per trarne alcuni spunti interessanti da convogliare nella nostra riflessione in questa fase e nel nostro agire.