Modena, secondo giorno di sciopero per gli operai della discarica Hera
E’ in corso per il secondo giorno lo sciopero nella città di Modena contro le condizioni di lavoro imposte da Ageste, soc. cooperativa, nella discarica di Hera.
Condizioni di lavoro che hanno portato gli operai, organizzati con il SiCobas, a incrociare le braccia.
In un paese in cui, nemmeno dopo a seguito di un aumento costante e gravissimo della mortalità sul lavoro dovuta alla svendita dei diritti, ci si riesce a fermare e battere i piedi, accogliamo questa nuova piccola ma importante vertenza al suo secondo giorno di lotta, rimandando all’articolo di “Modena Senza Quartiere“:
Modena, in sciopero gli operai della discarica Hera.
Sciopero questa mattina in via Caruso 150, nella discarica di rifiuti non pericolosi del gruppo Hera. I lavoratori hanno incrociato le braccia per denunciare le condizioni alle quali sono sottoposti da almeno otto mesi, ciò dall’arrivo della società AGESTE soc. coop. a r. l. che da allora gestisce il lavoro nella discarica.
Parliamo di persone con esperienze pluridecennali di lavoro nella discarica in questione e che si sono ritrovate a dover fare i conti con la gestione di questa nuova cooperativa, con sede a Ferrara, che non ha portato sul cantiere nuova forza lavoro e professionalità ma è semplicemente subentrata alla gestione precedente assorbendo i lavoratori già in loco.
Arretrati mancanti, retribuzioni ridicole se messe a confronto con gli orari di lavoro (più di 200 ore al mese) con disparità tra ore fatte e pagate di circa una 20 di ore ogni mese che non si sa che fine facciano – lamentano i lavoratori. Ma non solo, si parla di timbrature tolte, di macchinari vecchi e di assenza totale di uno spazio nel quale poter mangiare se non direttamente i discarica a fronte di turni che possono arrivare anche alle 13 ore al giorno.
Insomma una situazione incandescente aggravata dalla decisione di Ageste che, invece di confrontarsi coi lavoratori sui problemi da essi sollevati, ha preferito far arrivare dei lavoratori da Ferrara in tutta fretta – e in barba ad ogni diritto di sciopero – che sono riusciti in qualche modo a garantire un minimo di smaltimento dei camion di rifiuti arrivati durante la giornata.
In pratica, crumiri chiamati a sostituire i lavoratori in sciopero come accadeva nel secolo scorso e come sta tornando ad accadere sempre più frequentemente e nel silenzio generale anche nella nostra provincia, e questo, tanto in settori dall’alto fatturato quanto in campi vitali della sfera pubblica come una discarica.
Chissà se per la multiutility che ha fatturato più di 6 miliardi nel 2017 questo tipo di trattamento subito dai lavoratori rappresenterà un problema oppure no.
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