Napoli, 8 Marzo: la lotta delle lavoratrici costringe Mc Donald’s alla chiusura
Un centinaio di persone, tra lavoratrici e lavoratori dei Mc Donald’s di Napoli, studenti e tanti solidali, ha protestato davanti al punto vendita della catena a Piazza Municipio contro i 40 licenziamenti messi in atto dall’azienda nei giorni scorsi. La determinazione del presidio ha costretto l’azienda a chiudere il negozio, mentre con cori, slogan e cartelli venivano spiegate le motivazioni delle proteste alle tantissime persone che si avvicinavano.
L’iniziativa di oggi assume un valore ancora più forte se consideriamo che le protagoniste della giornata sono state le lavoratrici. Il mancato rispetto dei turni e delle griglie orarie dei lavoratori, i ritmi di lavoro sempre più serrati (determinati anche dal taglio netto del numero di dipendenti), e l’imposizione della mobilità interesercizio (del doversi prestare cioè a lavorare di volta in volta in punti vendita diversi, anche molto distanti l’uno dall’altro come Pompei, Napoli centro o Afragola, anche solo per coprire turni di poche ore) sono condizioni proibitive per tutti, lavoratori e lavoratrici, ma lo sono doppiamente per le donne che spesso, al lavoro, devono sommare la fatica e le difficoltà della gestione della famiglia e dei figli.
Come nei giorni precedenti, McDonald’s le ha provate tutte per garantire l’apertura del punto vendita, che si trova in una delle più importanti e centrali piazze della città. Ma oggi non sono bastate né la presenza massiccia delle forze dell’ordine né l’ingente schieramento di vigilantes privati richiamati dall’azienda. I lavoratori e le lavoratrici infatti non si sono fatti intimidire e hanno costretto il fast food a rimanere chiuso per l’intera mattinata, con un danno economico non indifferente per l’azienda.
Nei prossimi giorni continueremo a seguire e sostenere questa lotta e già dalla prossima settimana sono previste nuove mobilitazioni dei dipendenti a difesa dei propri diritti.
Articolo tratto da Clash CIty Workers
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