Napolitano detta la manovra, il governo l’approva. Tensioni in piazza Navona
Con questo passaggio la manovra arriva ad un importo complessivo di 54.2 miliardi, le novità valgono 4.3 miliardi per l’anno prossimo. Una macelleria sociale, che aggrava ulteriormente quanto già preannunciato negli agitati giorni scorsi, queste le direttive di massima che vanno a contraddistinguere la ricetta: torna il contributo di solidarietà del 3% per i redditi superiori ai 300mila euro, l’Iva aumenta dal 20 al 21%, le donne del settore privato andranno in pensione più tardi con l’adeguamento dell’età che scatterà dal 2014 (per arrivare ai 65 anni di età nel 2026). Queste le novità per la manovra definita ieri con un vertice a Palazzo Grazioli, con il premier Silvio Berlusconi, i ministri Giulio Tremonti e Roberto Calderoli, ed i capigruppo di Camera e Senato della maggioranza.
Ma dentro questo gioco emerge con limpidità, nemmeno troppo nascosta pubblicamente, visto il suo imporsi sulla scena decisionale, il ruolo assunto dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Che si è prodigato nella spinta e conformazione della manovra d’austerity, fungendo da protagonista, quindi imponendo quanto poi annunciato dal governo: anche sul maxiemendamento giace la sua impronta, laddove nei labirinti berlusconiani ha fatto sentire la sua voce, per imprimere un taglio netto all’austerity che la Bce pretende dall’Italia, a partire dall’elevamento temporale dello sfruttamento della forza-lavoro femminile, con l’innalzamento dei termini. Il Financial Times questa mattina riportava in prima pagina lo scacchiere politico nostrano, con il governo di Silvio nel caos, Morpheus regista con il banchiere Draghi nel taschino.
Primo menù d’asterity che nei frangenti in cui veniva votato al Senato veniva contestato nelle piazze, soprattutto alla luce dell’attivismo acceso dei sindacati di base in questa prima porzione di settembre. I Cobas si sono riuniti davanti a Palazzo Grazioli, residenza romana di Berlusconi, per poi dirigersi in piazza Montecitorio, trovando i blocchi della polizia per tenere alla larga i manifestanti dalle ‘zone rosse’ dei palazzi. Tensione in piazza Navona, a poche decine di metri dal Senato, dove il presidio del sindacato Usb (provvisto anche di un embrione di tendopoli) ha vissuto momenti nervosi quando sono state lanciate uova e fumogeni contro Palazzo Madama e la Camera. La polizia schierata in assetto anti-sommossa ha respinto i tentativi di avvicinamento dei manifestanti, distribuendo manganellate.
Ora la manovra torna alla Camera, che questo – per le piazze contro austerity e crisi – sia solamente l’aperitivo per l’inizio…
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