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Nessun licenziamento alla Sodexo. La lotta paga!

 Le “leonesse” del presidio permanente hanno raggiunto Firenze facendo tappa alla “Richard Ginori”, fabbrica fallita pochi giorni fa e occupata dagli operai della stessa azienda che hanno sostenuto, insieme ad altri lavoratori della sanità fiorentina, la lunga attesa sotto la sede della Regione.

Un nuovo piano di lavoro sarà riorganizzato e discusso tra Sodexo e le stesse lavoratrici che tutti i giorni sono nelle corsie dell’ospedale. Tutto dovrà essere ridiscusso nella nuova organizzazione del lavoro: dagli strumenti inadeguati per la sanificazione e pulizia degli ospedali, alle turnazioni del lavoro.
Per quanto riguarda il box informazioni occupato lo scorso 4 dicembre, luogo di incontro e di organizzazione delle lotte, sono tante le lavoratrici che non hanno intenzione di lasciarlo anche ora che la vertenza sui licenziamenti è andata a buon fine.

E’ stata una lotta intensa durata tre mesi, attaccata in diverse fasi dalla stampa locale e dalla Cgil, sindacato che da subito ha cercato di osteggiare e criminalizzare le pratiche di lotta che le “leonesse” del presidio permanente riuscivano a diffondere e a generalizzare. Infatti, i cori cantati da lavoratrici, studenti medi e disoccupati allo sciopero del 14N e nelle date di mobilitazione successive, dimostrano quanto una lotta efficace e duratura possa fare da esempio e da spinta propulsiva per tutti i soggetti sociali subalterni alla crisi. Una lotta che continua a trovare consenso, ovunque questa venga portata: la presenza delle “esuberanti in esubero” della Sodexo nei vari luoghi della città – dai quartieri popolari alle zone balneari durante le festività – è stata accolta con applausi e solidarietà da chiunque.

La lotta delle operatrici delle pulizie scavalca e va oltre le dinamiche della sola difesa del posto di lavoro; è una lotta che ha saputo instillare in chi l’ha percorsa, in chi l’ha sostenuta, in chi l’ha incontrata, una nuova consapevolezza politica parlando di reddito e diritto alla sanità, mettendo dunque al centro le dinamiche che riguardano tutti e tutte coloro che usufruiscono del servizio ospedaliero o che vi lavorano all’interno. In un sistema sanitario pubblico in via di dismissione, questa lotta è da esempio per tutti quei lavoratori ricattati dal debito e dai sacrifici che l’apparato politico istituzionale vorrebbe diffondere come il peggiore dei virus.

Nei prossimi giorni le lavoratrici e il Comitato Diritto alla Salute stileranno un dossier sui tre mesi del presidio permanente, sui picchetti e sugli scioperi costruiti autonomamente. Uno scritto che vuole essere un contributo per le lotte future che si daranno nel campo della sanità e, più in generale, nella costruzione di una risposta dal basso alla crisi.

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