Non accettare le regole del gioco. Ribaltare il tavolo
Regione, Fondazioni, Privati ed Assessori comunali tra selfie ed area Nato #Napoli #Bagnoli
Non accettare le regole del gioco. Ribaltare il tavolo.
Lo dicevamo da tempo e subito prima delle elezioni e lo ripetiamo oggi. De Magistris e la sua giunta, al netto delle dichiarazioni ed enunciazioni, rappresentano un coacervo di tendenze e culture diverse, in larga prevalenza di carattere interclassista, attratte dalle chimere dello “sviluppo sostenibile” e della “democrazia partecipativa” ma prive di un solido ancoraggio e di una chiara comprensione dei bisogni e delle domande provenienti dalla parte più povera e diseredata della città: operai, disoccupati, precari e proletariato metropolitano.
Quello che abbiamo conquistato fino ad oggi è stato frutto delle lotte portate avanti in questi anni nella totale autonomia e indipendenza da ogni variabile istituzionale.
Ci sarà bisogno di continuare a mantenere autonomia ed indipendenza e proseguire la movimentazione sociale, dato che ci aspettano lunghi anni da fiato sul collo. Per farlo, oltre a non riconoscere il semplice terreno istituzionale come terreno di gioco e preferendo sperimentare strade nuove e dialettiche inedite, crediamo ancora che non sarebbe servito candidare qualche consigliere comunale per risolvere la grossa distanza tra le scelte con al centro gli interessi collettivi e la loro applicazione.
C’era e c’è bisogno di ben altro per colmare questo gap, di una forza, che senza giri di parole, non possiamo che pretendere da noi stessi.
Potrebbe meravigliare (ma purtroppo non ci sorpende), che sull’area Nato ieri i neo-assessori confermati, Ciro Borriello (Attività ed agli impianti sportivi) ed Alessandra Clemente (Politiche sociali e giovanili),che del rapporto con le “associazioni” ne ha fatto la sua vittoria in campagna elettorale, sono andati a festeggiare, con tanto di selfie ed euforia, nella base Ex-Nato l’iniziativa della Fondazione Banco di Napoli, della Edison, di RossoPomodoro e la Rugby Amatori.
Al posto di alimentare la battaglia contro una logica, vecchia come le amministrazioni comunali, a spezzatino e mettere in discussione una proprietà privata che contrasta l’utilità sociale la si appoggia benedicendola a suon di applausi e selfie. Una formalità si potrà dire che però pesa come macigni rispetto le prese di posizioni pubbliche assunte e gli atti amministrative. Certo sappiamo che le scelte reali su quell’area sono “formalmente” ad ora di competenza di Regione e Fondazione Banco di Napoli per l’Infanzia ma non ci si può nascondere dietro un dito, le posizioni politiche di un amministrazione comunale pesano nello scontro messo in atto, siano esse frutto di atti istituzionali o di benedizioni mediatiche.
C’è una contraddizione enorme, che non scopriamo oggi, tra partecipare ad assemblee popolari e poi mandare i propri assessori a queste passerelle. Insomma l’esatto opposto di quello che si è costruito in questi anni frutto di mobilitazioni, lotte, incontri, discussioni sugli strumenti da mettere in campo per aprire la strada ad una gestione ed utilizzo diverso di quell’area. Sfociati poi in una manifestazione d’interesse e progetto per l’area #NATO (più volte pubblicata e diffusa anche da noi).
Non é certo uno sterile “l’avevamo detto noi” a muovere queste considerazioni, quanto la conferma logica che l’amministrazione o il sindaco non si possono sostituire né tantomeno lontanamente apparire come un prolungamento diretto delle lotte sociali (rivendicative di spazi o meno).
Mentre si parla di Assemblee Popolari e decisionalità dal basso, la complessa articolazione dell’amministrazione ad ora le enuncia solo e prende altre strade.
D’altronde sono tanti i temi su cui bisognerà fare battaglia: dall’ipotesi della privatizzazione del 40% dell’Azienda Napoletana di Mobilità all’ancora mancato assorbimento di Napoli Sociale in Napoli Servizi, dal capire come proseguire nei fatti e nel merito, oltre gli slogan, su #Bagnoli al non pagamento dei lavoratori del Terzo Settore, dalla battaglia contro l’utilizzo dei #voucher per i lavori straordinari anche da parte dell’amministrazione comunale al degrado ed abbandono delle periferie, da Napoli Est alle politiche sociali, dalle risposte concrete alle vertenze dei #disoccupati in città alla raccolta differenziata.
I nostri nemici non si preoccupino: non abbiamo aspirato alle loro inutili poltrone, e anche se non ne sono consapevoli, per loro è peggio. A noi della piccola borghesia, della woodstock napoletana, di #Gesco e di tante altre cose ce ne frega ben poco.
Proseguiremo la costruzione e l’espansione di questi percorsi in città contando che quanto accaduto negli ultimi anni della giunta #DeMagistris sia in larghissima parte da attribuire alla conflittualità e al radicamento cittadino che questi hanno ottenuto.
Laboratorio Politico Iskra
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