Nuovo intervento repressivo contro le lotte della logistica: arresti domiciliari per Vincenzo!
Come da tempo sosteniamo, è dal primo sciopero ad Origgio (VA), che gli apparati repressivi dello Stato sono davanti ai cancelli dei magazzini della logistica a tutelare gli interessi delle aziende ed a reprimere gli scioperanti quando questi osano mettere in discussione la condizione lavorativa, la mancata applicazione dei contratti, le buste paga false, il sistema ricattatorio e violento con il quale le cooperative “rosse”, “bianche”, e “gialle”, sfruttano i lavoratori, che nella stragrande maggioranza sono immigrati.
Per i fatti di Origgio è stato aperto, quattro anni dopo, un processo farsa dove poliziotti e Digos, i primi testi sentiti, non si ricordano altro che di aver redatto i verbali dai loro uffici della caserma.
Per l’Ikea di Piacenza (dove dopo tre mesi di lotta i lavoratori hanno fatto rientrare i compagni licenziati), il Prefetto ha emanato un foglio di via per il coordinatore nazionale del S.I.Cobas e per due giovani militanti che avevano sostenuto il picchetto davanti all’azienda.
Decine di denunce hanno anche colpito sindacalisti, operai e solidali, per gli scioperi che si sono propagati a macchia d’olio in tutto il paese.
In questi giorni 179 denunce sono state emesse e rese note a carico degli scioperanti e solidali per la lotta della Granarolo di Bologna.
Oggi, la condanna agli arresti domiciliari del giovane compagno del laboratorio Crash di Bologna accusato di aver sostenuto un presidio davanti ad un negozio Ikea di Bologna durante la campagna di boicottaggio di quell’azienda organizzata in solidarietà alla lotta in corso a Piacenza.
Un’enorme sfilza di atti repressivi che non fermeranno la lotta dei facchini, in particolar modo alla Granarolo di Bologna (gestita dal presidente della Lega Coop) che ha visto in prima fila il nostro sindacato, i lavoratori da noi organizzati, i compagni del Crash, con tanti altri militanti e solidali.
I domiciliari, come ogni altro intervento repressivo, non fermeranno le lotte; altri prenderanno il posto del compagno arrestato, per continuare la battaglia contro lo sfruttamento nei magazzini della logistica e per allargare il fronte delle lotte che si sta sviluppando nel paese.
Altri compagni, porteranno avanti la bandiera della lotta degli oppressi e lo faranno grazie anche alla determinazione ed il sacrificio mostrato da Vincenzo.
Il potere non potrà fermare l’anelito di libertà che ha spinto nella lotta centinaia di giovani immigrati che lavorano nei magazzini della logistica, i giovani precari, gli studenti, i militanti politici accorsi a sostenerli.
Un caloroso saluto ed un ringraziamento a Vincenzo, a nome di tutti i compagni del Sindacato Intercategoriale Cobas. Avanti sempre fino alla vittoria.
5 novembre 2013
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