Occupy Pisa irrompe al convegno sulla riforma del lavoro
Questa settimana a Pisa si chiude con un altro appuntamento di lotta contro la riforma Fornero, passata al senato in questi giorni.
Non c’è stato silenzio di fronte all’ennesima prova di forza della governance: un convegno nazionale tenuto nascosto all’opinione pubblica, promosso dall’Associazione per il diritto del lavoro e la sicurezza sociale, con a tema “il diritto del lavoro al tempo della crisi”.
Alla partecipazione di scienziati economici vari, giuslavoristi (nella platea anche il senatore PD Ichino), professori universitari ed esponenti politici del centrosinistra; patrocinato da comune di Pisa, sponsorizzato da Confindustria e dalla Piaggio di Colaninno, non poteva mancare la voce e le presenza forte ed irriducibile alla compatibilità del “salotto” di quanti si oppongono ad un decreto che precarizza ed impoverisce le vite e le condizioni di lavoro di milioni di persone.
Ieri dunque un blitz improvvisato da decine di disoccupati, studenti e precari, ma anche operai della Piaggio e dell’indotto, forti delle mobilitazioni intraprese degli ultimi giorni.
Al Palazzo dei Congressi, altisonante luogo “pubblico” adibito esclusivamente per iniziative d’elite, Occupy Pisa non ha tardato a ribadire l’incompatibilità con chi si chiude nel proprio autoreferenziale mondo della cultura scientifica applicata alla crisi del sistema politico economico neo-liberista, mascherato – come in questo caso – da pretese democratiche.
Di fronte all’ingresso principale diversi blindati della polizia proteggevano con altrettanti cordoni questo mondo rattrappito dall’impossibilità di essere riformato. In decine e decine hanno bloccato il traffico di Via Matteucci, una volta negata l’autorizzazione ad entrare per prendere parola, nello spazio “dibattiti”, contro la riforma del lavoro.
Interventi dal megafono di operai, cassaintegrati e studenti; cartelli e volantini hanno comunicato con centinaia di persone letteralmente bloccate nell’arteria urbana principale, raccogliendo la simpatia ed in certi casi la partecipazione di alcuni.
Ma la testimonianza di contrarietà alla “democrazia” negata non è stata sufficiente ad Occupy Pisa: entrare, prendere parola, rompere il muro della pacificazione forzata travestita da consenso era l’obiettivo. Per questo dopo alcuni minuti di tensione gli organizzatori hanno dovuto “concedere” l’ingresso di alcuni dentro la platea degli esperti.
Ma Occupy Pisa non ha rappresentanti, e la volontà era quella di entrare in tanti: il cordone di digos e celere, schierato a difesa dell’ordine costituito, ha ceduto alla spinta di chi non si è rassegnato, di chi pensa che solo la costruzione di una forza di opposizione sociale alle misure di austerità, che sta diventando sempre più senso comune, può ottenere concreti risultati sul piano del cambiamento reale.
All’interno del convegno, tra l’imbarazzo di pezzi della politica locale e la curiosità di molti, Occupy Pisa ha preso parola al convegno, dichiarando la parte che rappresenta e che oggi vuole affermare i propri bisogni di emancipazione; se la Fornero vuole attaccare tutta la vita messa al lavoro, la risposta che si sta dispiegando è quella della ricomposizione tra le diverse figure sociali della precarietà. contro una tensione sociale che è tutta scaricata verso il basso. Il “diritto del lavoro al tempo della crisi” non può che essere quello della legittimità del conflitto, ogni opzione di adeguamento agli attuali rapporti di forza equivale all’impoverimento dei molti per i privilegi di pochi.
Da notare il forte e sentito applauso di molte persone della platea: non quello ipocrita di esponenti del centrosinistra come Fassina – nel perenne imbarazzo e contraddizione di chi simula di “compatire” e comprendere proprio chi, nel mentre, sa che sta violentando – quanto quello di stagisti e studenti universitari, che dopo l’intervento sono usciti assieme ad Occupy Pisa.
Il cammino per bloccare la Riforma Fornero continua…
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