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‘Ora è il nostro turno!’ Sul senso di #occupy Pisa

Diverse le considerazioni da fare, a partire dalla scelta di non tornare a casa dopo lo sgombero, ma di proseguire nel cammino di Occupy Pisa che, giorno dopo giorno, è divenuto punto di riferimento in città per chi ha deciso di non restare più a guardare lo schifo che i politici stanno architettando sopra le nostre teste.

Il presidio, inizialmente costituito da una tenda e un gazebo, si è evoluto logisticamente: è stata costruita una struttura di tubi innocenti per “resistere” alle intemperie, una mensa popolare è attiva quotidianamente e decine e decine di persone pranzano in piazza.
Il progetto della mensa, in questi due mesi, si è dato una propria autonomia, attraverso la costruzione di un’assemblea che organizza il menù per ogni settimana a prezzi popolari, provvedendo a coprire le spese delle tante iniziative che partono da #occupy piazza Dante.

Da quando è stata occupata la piazza, il presidio non è mai stato abbandonato neanche per un minuto grazie all’organizzazione di tre turni giornalieri: uno mattutino, uno serale e uno notturno.
‘Il turno’ sta diventando uno dei nodi centrali per l’aggregazione di Occupy Pisa: si organizzano turni per mantenere il presidio, per cucinare o lavare le pentole, per andare a volantinare fuori dai supermercati, davanti alle fabbriche, all’INPS e al centro per l’impiego.

Ma ‘il turno’ è qualcosa di più: uno strumento per la contestazione del sistema economico e di valori che ci vuole sempre più sfruttati ed impoveriti.
Il meccanismo a cui il capitale ci ha abituati è quello del turno in fabbrica, nel lavoro, per fare la spesa o per fare le analisi del sangue… tutto ciò in piazza Dante viene completamente scardinato e il proprio tempo viene valorizzato accrescendo le capacità di ognuno, sottraendole così al profitto e all’accumulazione per costruire qualcosa di nuovo.

Ogni “turno”, infatti, è diventato un momento formativo, un momento di creazione di legami nuovi tra le tante persone che hanno scelto di cooperare mettendo a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità.
Occupy piazza Dante sta diventando sempre di più momento ricompositivo di vari segmenti sociali che portano al presidio esperienze e conoscenze diverse. La presa di coscienza di studenti, disoccupati, lavoratori, sfrattati e migranti, subalterni nella società dello sfruttamento capitalista, sta creando uno spazio costituente, in cui le soggettività riescono a mettersi in discussione riappropriandosi di quella decisionalità che il sistema politico per anni gli ha sottratto.

In questo evolversi di contatti, relazioni e uscite in città, il presidio ormai è conosciuto da tutti: basta andare a prendere un caffè in un qualsiasi bar della città che sui tavoli si trovano volantini, giornalini o manifesti affissi che riportano gli appuntamenti di piazza Dante, dalla difesa degli sfratti ai presidi comunicativi nei diversi luoghi del consumo e dello sfruttamento (fabbriche, centro per l’impiego, supermercati ecc..).
Occupy Pisa è strumento di creazione di un nuovo immaginario per tutte quelle persone che non si sentono più rappresentate da nessuno, che si sentono abbandonate/tradite da politicanti ciarlatani e sindacalisti inoperosi e incompetenti.

Da tutto questo è nata l’esigenza di darsi una sempre maggiore organizzazione, dividendosi in gruppi che, coordinati dalle assemblee generali del venerdì, si recano in quei luoghi dove è possibile intercettare realtà sempre diverse e confrontarsi.
I volantinaggi e i presidi hanno permesso di creare un legame tra soggetti diversi (studenti, lavoratori, disoccupati, sfrattati ecc…) che si sono dati un primo momento ricompositivo, di mobilitazione e di blocco il 20 aprile scorso al centro per l’impiego.

Da questi embrionali momenti di lotta è emersa la necessità di proseguire in un percorso di opposizione al governo tecnico e alle sue riforme, che mirano ad impoverire e precarizzare ancora di più gli individui sottraendo reddito, tempi e spazi di vita.

L’ultima assemblea generale indetta da Occupy Pisa è stata molto partecipata, tanti sono stati gli interventi che hanno indicato nell’opposizione alla riforma Fornero un possibile collante per tutti quei segmenti sociali disgregati, ma in eguel modo colpiti dai povvedimenti del governo.

Così, in questo spazio costituente di dibattito, di produzione attiva e di opposizione all’austerità, le persone stanno trovando una nuova speranza, maturando la consapevolezza e la necessità di costruire, picchetto dopo picchetto, blocco dopo blocco, lo sciopero sociale e generale permanente, in ogni luogo di lavoro, di studio, in città e nei quartieri per riaffermare la propria dignità e riuscire a spezzare una catena legata al collo ormai da troppo tempo.

Questo è il senso di Occupy Pisa!

#occupy Pisa in piazza Dante

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