Padova: senza stipendio da Luglio, occupata l’azienda tessile
La vicenda ha inizio durante l’estate, quando il titolare della Icb ha annunciato ai dipendenti l’arrivo di una grossa commessa da una sartoria di Parma, un lavoro imponente ma da chiudere in tempi brevi, per il quale i lavoratori e le lavoratrici di Legnaro sono stati costretti a lavorare a ritmi serrati, rinunciando anche a parte delle ferie.
A commissione ultimata, però, arriva la notizia della sospensione dei pagamenti: l’azienda parmense afferma di essere indietro con le fatture e di non poter pagare il lavoro svolto; nonostante le reiterate richieste, i dipendenti della Icb rimangono senza busta paga.
Ad Agosto arriva poi la sospensione della corrente e dei macchinari per il mancato pagamento delle bollette da parte dell’azienda; a quel punto scatta la protesta dei 70 dipendenti della Icb (quasi tutte donne), che decidono di occupare i locali, impendendo all’azienda di Parma di venire a ritirare il lavoro mai pagato.
Da venerdì, dunque, i lavoratori e le lavoratrici della Icb presidiano notte e giorno il posto di lavoro; “Continueremo l’occupazione fino a quando avremo certezza del nostro stipendio” dicono tutte.
La notizia si è diffusa in fretta e ha trovato l’immediata solidarietà di tutta Legnaro; d’altronde, la situazione della Icb non è diversa da quella di tante altre aziende tessili sparse sul territorio di Padova.
Per oggi è previsto un incontro in Provincia con l’assessore al lavoro; i dipendenti della Icb fanno sapere di avere scarsa fiducia nel fatto che possa essere risolutivo della loro situazione, ma anche di non avere intenzione di abbandonare l’occupazione fino a quando non riceveranno risposte concrete.
La vicenda della ditta di Legnaro ci restituisce il ritratto di un mondo del lavoro sempre più precario ai tempi della crisi, fatto di ricatti, stipendi sospesi e straordinari obbligatori; ma anche quello della determinazione e il coraggio di chi non si rassegna all’etica del sacrificio e decide di mettersi in gioco in prima persona per combatterla.
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