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Colta da un improvvisa preoccupazione, forse sarà stato il lungo week end, una preoccupatissima assessore Maletti si auspica che si arrivi ad un patto sociale per rilanciare il territorio modenese con la speranza che tutti facciano un passo indietro. Ma chi sono questi tutti, i soliti noti o le figure di spicco della ridente cittadina Modenese pensano veramente di fare qualche cosa di concreto per superare questa situazione?


 


Intanto chi viene colpito di più è la fascia giovanile, con meno tutele e poche possibilità di rinnovo di contratto. Da qui per dire che entro fine anno saranno 200 le imprese che subiranno la fine della cassa integrazione e a quel punto i dipendenti o andranno in mobilità o potranno essere riassorbiti, ma per come stanno le cose possiamo già intuire tra le due opzioni quale sarà quella più ricorrente . Nel 2011 è stato tolto il trasferimento del Fondo Sociale per l’affitto e questo significa che il prossimo anno mancheranno i soldi per fare il bando. È previsto inoltre un taglio del 54% del Fondo Sociale nazionale che per Modena si traduce in 1 milione e 300mila euro in meno. La situazione è molto critica perché le 4 componenti territoriali sono tutte in difficoltà: gli enti locali lottano contro i tagli dei trasferimenti e delle entrate; le imprese rischiano di andare in mobilità; le famiglie hanno meno risorse a causa della crisi e anche con l’anticipo della manovra 2013 si inciderà su deduzioni e detrazioni e ovviamente le famiglie ne risentiranno; il volontariato e il terzo settore accanto al fatto di ricevere meno risorse dagli enti locali, vedono calare il numero di volontari perché cala la coesione sociale.


 


Queste sono in sintesi le parole dell’assessore Maletti, parole che fanno un quadro ben preciso di come per l’ennesima volta la politica modenese ha ben chiaro il quadro della situazione verso la quale ci stanno dirigendo, ma che invece di pensare di risolverle, pensano sono a cementificare la città, fare cassa svendendo pezzi di territorio, credono di migliorare la città a suon di ordinanze e usano una forte mano repressiva verso chi in prima persona si mette in gioco per contrastare tutto questo e cercare soluzioni per un equità sociale vera nella sostanza.


 


Ricordiamo come il comune di Modena non si sia tirato indietro nel chiedere lo sgombero di progetti sociali importanti come quello del Guernica che in due anni ha subito 4 sgomberi o come con manganello in mano, abbia posto termine all’esperienza dello spazio di Libera per costruire un autodromo.


 


Preoccupati o no è sicuro che la politica modenese è andata in ferie senza preoccupazioni, ma siamo altrettanto certi che nell’autunno e inverno che arriveranno qualche gratta capo se lo ritroveranno.


 


Riportiamo qui sotto i dati forniti dall’assessore:


 


Con riferimento al periodo 2007-2010, si denota un progressivo peggioramento. Considerandone alcuni, per quanto riguarda ad esempio l’accesso agli sportelli sociali (primo colloquio/consulenza) queste sono le cifre: 4.554 (2007), 4.864 (2008), 6.778 (2009), 5.925 (2010); nel 2010 sono state presentate 710 domande al bando per il mantenimento dell’alloggio e 492 sono stati i contributi ricevuti. Nel 2010 ci sono state 10.161 persone che hanno ricevuto agevolazioni o sostegno (9.059 nel 2008, 10.111 nel 2009); i nuclei familiari in carico al Servizio sociale sono stati 5.214 nel 2007 fino ad arrivare a 6.393 nel 2010 (5.351 nel 2008, 6.257 nel 2009) e i contributi economici erogati (nuclei familiari): 981 nel 2007, 1.103 nel 2008, 1.296 nel 2009, 1.298 nel 2010 (di cui 731 famiglie con minori, 435 con adulti, 132 solo anziani). Le richieste di erogazioni economiche sono state 2.507 nel 2007, 2.640 nel 2008, 3.077 nel 2009, 3.420 nel 2010. Le domande per casa ERP sono state 1.200 nel 2007 (75 alloggi ERP assegnati), 1.553 nel 2008 (73 alloggi assegnati), 1.247 nel 2009 (72 alloggi assegnati), 1.089 nel 2010 (88 alloggi assegnati). Ribadendo che nel 2012 per tagli del Governo non ci sarà più il Fondo sociale per l’affitto, le domande per questo sono state 3.719 nel 2007, 4.135 nel 2008, 4.381 nel 2009, 4.150 nel 2010. Le domande ammesse per tariffe sociali relative a utenza gas, acqua, elettricità (Sgate) sono state 6.155 nel 2010, 3.353 nel 2009; i nuclei beneficiari di assegni per famiglie con almeno 3 figli minori: 220 nel 2007, 230 nel 2008, 251 nel 2009, 273 nel 2010; i nuclei beneficiari di assegni di maternità: 168 nel 2007, 164 nel 2008, 245 nel 2009, 296 nel 2010.


 


E’ chiaro che da un esponente di un gruppo politico oltre all’enunciazione dei problemi, ci si aspetterebbe anche una proposta di linea politica che concorra a promuovere una soluzione: sembra invece che ci si limiti ad osservare la distruzione di quel poco di stato sociale esistente come se fosse una calamità naturale, così come dice Tremonti per i cosiddetti diktat europei, a loro volta ispirati dai crack finanziari delle borse internazionali. Nessuno dice che le borse, come le istituzioni europee, sono un prodotto storico, deliberato da soggetti precisi con interessi precisi: nessun appartenente alla politica ufficiale di sicuro.


Si limitano semplicemente a registrare le ribellioni sociali come quella inglese, come la risultante di orde di teppisti, sbucate improvvisamente dal nulla.


E’ ovvio invece che esista una consapevolezza crescente che le menzogne sulle quali l’intero sistema sta ancora in piedi, non sono più credibili. Così come è ovvio che si stia strutturando una generazione di senza futuro, che pretendono almeno il presente.


 


E’ ovvio che in questo frangente dobbiamo iniziare a chiederci quale sia il nostro ruolo.


E’ ovvio che il nostro ruolo è quello di stimolare la ribellione, ma è anche ovvio che per noi la ribellione deve essere condotta al fine di ottenere delle trasformazioni strutturali che vadano verso un crollo scientificamente e deliberatamente costruito in modo consapevole di questo sistema. Attendere la devastazione del capitalismo, non è sufficiente: noi dobbiamo porci il problema fin da ora di costruire un futuro differente.


 


Redazione Infoaut_Modena

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