Parigi: lo sciopero dei trasporti contagia l’università
Pubblichiamo in vista dello sciopero di domani questo report che ben spiega le dinamiche che si stanno dando tra gli studenti universitari a Parigi nel contesto della mobilitazione generale contro la riforma delle pensioni.
Il était une fois la retraite…
[C’era una volta la pensione…..]
Nel contesto di uno sciopero dei trasporti che dura da oltre un mese (treni annullati, metro urbane e sub-urbane paralizzate, autobus e tram congestionati), il decorso della vita universitaria ha avuto destini diversi a seconda delle università. Paris 8 è bloccata dall’inizio della mobilitazione, così pure la EHSS [école des hautes études en sciences sociales]. Le altre università hanno,in media, chiuso per le due settimane tra il 5 dicembre e l’inizio delle vacanze di Natale, salvo poi aprire qualche giorno, chiudere i tre giorni successivi, e così di giorno in giorno, in un clima di totale instabilità dettato dalla saturazione della mobilità.
Il 6 gennaio, al rientro dalle vacanze natalizie, in molte università parigine era prevista la settimana dei partiels, esami di primo semestre, fondamentali nel sistema universitario francese ai fini del passaggio all’anno successivo, altrimenti precluso.
Balaudé prête ta maison pour les partiels !
[Balaudé, metti a disposizione casa tua per i parziali]
Orecchie da mercante, si sa, indica l’atteggiamento di chi proprio non vuol capire, per propri scopi, quel che si prova a dire.
La logistica dei trasporti in una metropoli di 100 km2 è impari per definizione; nell’ultimo mese muoversi dentro Parigi è stato all’inizio semplicemente impossibile, in seguito estremamente complicato: pochi mezzi, con dentro tetris di persone affannate.
Per questo nelle università si è chiesto di rimandare gli esami o convertire le modalità di svolgimento in un modo che non fosse penalizzante e discriminatorio per chi, eufemisticamente, “abita lontano”.
A Parigi 10 – Nanterre, una facoltà dislocata nella periferia ovest parigina, alla richiesta protratta per settimane, ha risposto un tweet del rettore Jean-François Balaudé arrivato nel tardo pomeriggio del 5 gennaio, giorno prima dell’inizio degli esami, in cui divulgava che sì, per rispondere ai bisogni di solidarietà, aveva preso la decisione di aprire la palestra agli studenti che desideravano dormirvi. Di modo che, anche chi “abita lontano”, potrà dare i suoi partiels senza problemi di trasporti.
Banlieues, ou “lieux du ban”
All’inizio degli anni Sessanta la politica di gestione della capitale francese rende necessaria la costruzione di nuove strutture universitarie. In una sola immagine: un terzo della popolazione di tutto il paese si concentra nella regione parigina. Il “baby boom” del dopoguerra e la scolarizzazione di massa, pongono seri problemi di spazio ai locali della Sorbona, spingendo il ministero dell’educazione a creare nuove facoltà. La Sorbona si vede obbligata a delocalizzare una parte degli insegnamenti in ragione dell’assenza di spazio. È il 1963 e per decongestionare il principale ateneo parigino si inaugura Nanterre; la prima ondata di esiliati dal Quartiere Latino coabiteranno negli anni Sessanta con le bidonvilles degli immigrati confluiti nel dopoguerra a Nanterre.
Balaudé en pyjama!
La proposta del presidente Balaudé sarebbe potuta risultare per qualcuno offensiva… tuttavia, è risultata semplicemente ridicola. Durante il primo giorno dei partiels tutto si è svolto (quasi) regolarmente, ma a seguito di una grossa assemblea generale alcuni gruppi organizzati hanno fatto sapere che dal giorno dopo avrebbe avuto luogo il blocco delle prove, a causa delle condizioni impari proprie ai/lle diversi/e studenti/esse e in solidarietà alla sciopero generale che attraversa da un mese la Francia e Parigi. In linea col sarcasmo locale, è stato indetto un pigiama party in uno degli edifici della facoltà (a cui Balaudé, ça va sans dire, è stato invitato…).
Alle 7 del mattino del 7 gennaio l’entrata di quasi tutti gli edifici della facoltà è barricata. Nessuno può entrare, partiels annullati per i 33.000 studenti di Nanterre. Anche alla Sorbona gli studenti si mobilitano. All’università d’Evry Val-d’Essonne, invece, gli studenti che hanno tentato di bloccare gli edifici per impedire lo svolgimento dei parziali sono stati intercettati e minacciati, oltre che dalla polizia, dal consiglio disciplinare che ha disposto l’allontanamento dall’università per un mese.
Quando arriva la notizia ufficiale che i partiels sono interrotti in tutta l’università, gli studenti e le studentesse occupano l’atrio di uno dei grossi bâtiment rimasti aperti. Segue una lunga assemblea generale, in cui si succedono interventi dei lavoratori delle ferrovie, degli autisti della RATP, delle insegnanti solidali.
Estratto da un intervento di un lavoratore salariato, scioperante dal 5 dicembre e padre di famiglia:
«Conosco ciò che state passando perchè mia figlia ha studiato, come voi, e ha completato il suo percorso di studi. È stato difficile per lei e vi incoraggio a sollevarvi, perché la riforma delle pensioni è una riforma che colpisce tutti i salariati francesi. Non si sciopera per divertimento o per impedirvi di venire all’università, ma per opporsi alla futura riforma delle pensioni che va a colpire l’insieme dei salariati di Francia. Oggi il sistema funziona per “ripartizione” [ciò che in italiano solitamente chiamiamo il sistema “retributivo”]: gli attivi versano i contributi per finanziare il sistema pensionistico nel suo complesso al fine di garantire una pensione degna per tutti. Quello che vuole fare oggi il governo è una riforma delle pensioni per “capitalizzazione”[simile al nostro sistema “contributivo”]. Ciò significa che voi dovrete passare tramite le banche o le assicurazioni per riuscire ad arrivare a una pensione decente secondo il nuovo sistema “per punti”. Ma il problema è che nessun ministro o membro del governo è stato in grado di specificare come funzionerà di preciso questo nuovo sistema: sono dei mentitori, ci prendono in giro. Ogni giorno c’è uno scandalo, ad esempio BlackRock [fondo pensionistico privato] che va a mettere le mani sul denaro che verrà versato da tutti noi salariati per garantirci una pensione decente: è una catastrofe per i salariati attuali e per i futuri salariati, cioè voi!
La lotta oggi va portata avanti giorno dopo giorno tramite lo sciopero, perché voi siete l’avvenire della Francia [applausi, tanti]. Noi continuiamo, tutte le mattine, a bloccare i depositi degli autobus impedendo ai nostri colleghi non scioperanti di lavorare, ma non è questo che fa realmente paura al governo. Ciò che temono più di ogni altra cosa è la vostra sollevazione: che i giovani francesi scendano per le strade è ciò che a loro fa più paura! Vi chiedo di essere al nostro fianco per sostenerci e per sostenere il vostro avvenire!».
Nanterre en grève: pas d’avenir, pas de retraite, pas de planète!
[Nanterre in sciopero: nessun futuro, nessuna pensione, nessun pianeta]
Il blocco dei partiels, cominciato per opporsi all’elitismo universitario che privilegia chi abita nel centro e svantaggia chi proviene dalle banlieues, assume un respiro più ampio e converge nella mobilitazione contro la riforma delle pensioni. La riforma prevede che ogni lavoratore attivo accumuli di anno in anno un numero di punti che, al raggiungimento dell’età e dei contributi minimi, sarà alla base del calcolo della pensione mensile. Ma, sottolineano le/gli studentesse/i, “la nostra è una generazione che avrà una pensione miserabile, perchè gli anni di precariato e di disoccupazione impliciti in ogni inizio di carriera della nostra generazione saranno un grosso svantaggio all’interno di questo sistema a punti”. Inoltre, “questa riforma avrà un impatto immediato sull’accesso all’impiego. L’allungamento dell’età pensionabile farà aumentare i tassi di giovani in disoccupazione e in condizioni di precarietà, poiché logicamente diminuiranno i posti di lavoro. Gli studenti di oggi sono i lavoratori di domani, noi lo sappiamo”.
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