Pisa, la casa non è una merce. Rinviato ennesimo sfratto
A gennaio l’ultimo rinvio dello sfratto per la famiglia, difeso dalla stessa rete di solidarietà, si scontrò faccia a faccia con l’arroganza dell’ufficiale giudiziario e l’incompetenza delle assistenti sociali: l’unica proposta fatta dai funzionari della “società della salute”, era quella di abbandonare l’abitazione, tornarsene da dove sono venuti e il consiglio di non fare più bambini se non sono economicamente in grado di mantenerli.
Da gennaio a ora però le cose sono peggiorate: nonostante la famiglia composta da due coniugi disoccupati e tre bambini piccoli ha partecipato al bando per la casa popolare acquisendo 12 punti, punteggio valido per l’assegnazione di alloggi popolari, la famiglia è stata esclusa proprio per il fatto di non avere un minimo di reddito che garantisca il pagamento della mensilità.
Questo il quadro generale di una delle moltissime situazioni di emergenza abitativa e di uno stato di disoccupazione e precarietà che la città di Pisa sta attraversando. Sempre meno persone hanno fiducia nelle istituzioni locali, colpevoli di non adoperarsi a risolvere il problema abitativo: tante le famiglie sbattute in mezzo alla strada quante sono le centinaia di abitazioni dell’Apes lasciate sfitte dal comune. Proprio per questo negli ultimi mesi, sono molte le situazioni che si presentano allo “Sportello per il diritto alla casa” situato nello stabile di Via dell’Occhio occupato più di tre anni fa dal Progetto Prendocasa. Molte storie differenti tra di loro ma che si accomunano tra di loro sotto l’ombra della crisi, ma di questa ombra non hanno paura.
Da questo rinvio di sfratto datato per la fine di maggio, saranno diversi i momenti di mobilitazione che in città si assisterà, già dal prossimo 4 aprile quando ci sarà lo sfratto di un’altra famiglia, proprio in Via dell’Occhio.
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