Pisa. Protesta al Burger King: i dipendenti non riscuotono da 3 mesi
Il negozio, gestito dalla società Consorzio Gruppo Greco, è aperto dal 2013 e inizialmente contava su 30 dipendenti. Nel corso di questi tre anni il personale è stato praticamente dimezzato, causando così un peggioramento delle condizioni di lavoro. I dipendenti del Burger King sono assunti a tempo indeterminato, alcuni a 24 ore e altri a 36 ore settimanali. Molti dipendenti, a causa della diminuzione del personale, negli ultimi mesi hanno accumulato più di 200 ore di ferie non godute (2 mesi) e quelli assunti ad orario full-time non hanno neanche diritto ai buoni pasto ma soltanto al 10% di sconto sui prodotti del fast-food.
Il Gruppo Greco opera nel vastissimo settore del multiservizi: pulizia, ristorazione, mense, bar, catering, facchinaggio e parcheggi. Altri luoghi di lavoro appaltati o gestiti dal consorzio Greco, vede proprio in questi giorni, scioperi e proteste dei dipendenti che in maniera analoga ai lavoratori Burger King, non percepiscono lo stipendio. Solo qualche giorno fa la denuncia dei lavoratori del parcheggio di via Pietrasantina.
Nel corso di questi tre anni dall’apertura del negozio, c’erano stati altri episodi in cui gli stipendi venivano pagati in ritardo, al massimo per qualche giorno ma mai era accaduta una situazione del genere. Da luglio però sono arrivati i primi sentori che qualcosa stava cambiando: la mensilità estiva è stata pagata a rate fino a settembre e da qui in poi lo stipendio non è più arrivato.
Pochi minuti dopo che i lavoratori si sono riuniti di fronte al fast-food e attaccato uno striscione, il responsabile del negozio ha chiuso le porte a chiave e poco dopo ha mandato via i 4 dipendenti che erano di turno e stavano lavorando. Fuori dal portone d’ingresso il responsabile ha affisso un cartello con scritto “chiuso per ferie” e qualche attimo dopo se n’è andato portandosi via anche tutto il materiale cartaceo dall’ufficio. Questo fatto ha infastidito molto i lavoratori che erano fuori in presidio e mostra quanto chi gestisce questi negozi teme gli stessi dipendenti che hanno trovato il coraggio di dire basta alle ingiustizie ed ai soprusi.
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