Poggioreale, detenuto pestato e mandato in coma. Per la direttrice è epilessia
Poggioreale – Roberto Leva è stato mandato in coma dalle guardie penitenziarie lo scorso 28 Aprile. Ematomi e lividi lungo tutto il corpo. Dopo essersi risvegliato è stato rilasciato per le difficili condizioni di salute.
Le guardie lo hanno portato nella ‘cella zero’, diventata famosa negli anni come il luogo in cui i detenuti vengono spogliati e pestati.
Per un fatto del 2014 che generò un certo scalpore finirono sotto indagine 22 guardie che picchiavano detenuti dentro alla cella zero.
Risvegliatosi dal coma Roberto, insieme alle sorelle, ha deciso di parlare di ciò che gli è successo (le interviste alle Iene e a Fanpage).
Non si è fatta attendere la smentita da parte dell’istituzione carceraria, in barba a foto, video e testimonianze.
La direttrice del carcere Maria Luisa Palma ha dichiarato che si sarebbe trattato di epilessia, parlando della condiziondi da ex-tossicodipendente del detenuto.
Non solo, ha anche affermato come sia impossibile che accadano cose al di fuori della legge dentro Poggioreale.
Dichiarazioni che non possono non portare alla morte di Stefano Cucchi, pestato nel carcere di Regina Coeli, la cui morte è stata giustificata sempre per epilessia dalle istituzioni.
Poggioreale è un carcere che tiene 2200 detenuti con un tasso di sovraffollamento di circa il 140%. Violenze e abusi sono una realtà pressocchè quotidiana, per cui Poggioreale è diventato noto.
A Gennaio è stata inaugurata tra dichiarazioni trionfali e feste, una sezione del carcere nuova e più ‘vivibile’. Una sezione che può contenere tra i 70 e i 100 detenuti. Insomma 3-4 % dei detenuti. Evidentemente un’operazione mediatica, per ripulire la faccia del carcere. Anche perchè dei tanti interventi di ristrutturazione che erano stati promessi non si è visto altro.
Appena poche settimane prima a finire in coma è stato un ragazzo di vent’anni. Il ragazzo ha un’infezione al cervello che lo ha mandato in coma. Lamentava problemi da tempo mentre l’infezione pian piano si espandeva dal cervello ai polmoni. Solo Oki e qualche siringa. Nessuno si è preoccupato di lui, nessuno lo ha assistito.
Ancora una volta si riportano le condizioni di carceri invivibili, sovraffolati in cui le guardie penitenziarie compiono violenze e abusi sui detenuti e non li assistono in presenza di problemi di salute.
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