InfoAut

Porto Torres, Vinyls. Operai e comitati? Meglio se uniti nella lotta

Ieri, in mattinata, gli operai della Vinyls hanno occupato insieme ai rappresentanti sindacali la sala consiliare del Comune di Porto Torres e chiesto un incontro al sindaco Beniamino Scarpa per sollecitare il trattamento di circa 500 tonnellate di dicloretano e cloruro di vinile stoccate all’interno degli stabilimenti del Gruppo Sartor. Una vera e propria bomba ecologica, l’ennesima in un territorio già martoriato, che finora è stata affidata alla buona volontà degli operai, chiamati a sostituirsi al vuoto della politica e a presidiare gli stabilimenti 24 ore su 24 per prevenire possibili incidenti.  L’immagine di un presidio sanitario di questo tipo è suggestiva e gli operai vanno ringraziati per questo.

“Vogliamo capire – hanno detto i rappresentanti sindacali – se davvero tutti hanno deciso di abbandonare i lavoratori della Vinyls a discapito di tutto, anche degli interessi dei cittadini e dell’ambiente”. Parlano solo di bonifiche? O di mezzo c’è anche la costruenda Chimica Verde?

I fatti

Finora, pur essendo senza stipendio e pur essendo certi del fallimento della propria azienda, che verrà dichiarato il 27 di questo mese dal Tribunale di Venezia, gli operai hanno presidiato le 500 tonnellate di sostanze tossiche e cancerogene rimaste stoccate negli stabilimenti ex Vinyls. Pochi giorni fa la svolta: gli operai abbandonano il presidio di fabbrica, si autodenunciano alla Procura della Repubblica per prevenire qualsiasi azione legale nei loro confronti e sollevano il problema della bomba ecologica, di cui naturalmente tutti sono a conoscenza. Ma nessuno agisce: non lo fa il Governo né la Regione, non dice nulla l’Arpas e tantomeno il Prefetto di Sassari, che pure sa, come tutti gli altri.  La Vinyls da parte sua aveva già fatto sapere di non avere risorse da destinare alle bonifiche e nessuno finora le ha imposto di trattare il dicloretano e il cloruro di vinile che ha abbandonato di fronte al Golfo dell’Asinara.

Il contesto

Si tratta dunque di fare serie bonifiche o meglio di mettere gli operai nelle condizioni di bonificare lo stabilimento (e tutta l’area dell’ex polo chimico). Occorre anche affermare con forza un principio basilare: sia l’inquinatore a bonificare il territorio che fu di Rovelli prima e dell’Eni poi, già classificato come sito d’interesse nazionale per l’elevato tasso d’inquinamento. Un’area in cui nella popolazione residente, operai compresi, “sono stati osservati eccessi di mortalità per leucemia mieloide, malattie dell’apparato digerente, tumori maligni al fegato, al colon e al polmone”, come messo in evidenza dal rapporto S.E.N.T.I.E.R.I pubblicato nel 2012.

Un’area, tuttavia, in cui si sta già costruendo la Chimica Verde, il progetto dal cuore nero di Matrìca, joint venture Versalis (Eni)-Novamont, che ha al suo centro la megacentrale da 205 Mw alimentata in parte da biomasse vegetali, che una volta bruciate sprigionano diossina e polveri ultrasottili, e, con ogni probabilità, da rifiuti solidi urbani, come previsto dal legislatore italiano, che da vero azzeccagarbugli equipara la frazione biodegradabile dei combustibili ai combustibili derivati dai rifiuti urbani. Insomma, un piano per produrre energia più che una fabbrica di sacchetti di plastica eco-compatibili: lo sanno tutti. Ma forse non tutti sanno che la Sardegna produce già più energia di quanta gliene occorra.

Stanchi leitmotiv

Un progetto, quello della Chimica Verde, chiesto dagli stessi sindacati che oggi hanno occupato il municipio di un altro eccellente amico della Chimica Verde, il sindaco di Porto Torres Beniamino Scarpa. Perché? Perché porta lavoro (e dunque consenso).

L’operazione dei sindacati è dunque chiara: il lavoro è tutto uguale, anche quello che inquina, specie se si vive nell’isola dei cassintegrati, e i lavoratori della Vinyls mettiamoli a fare la Chimica Verde. Ma non c’è posto per tutti.

Per di più i confederali cadono in contraddizione.

La prima contraddizione è questa: come si fa a reclamare la Chimica Verde se prima non si bonificano le aree in cui dovrebbero sorgere gli impianti di Matrìca? Perché, giornalisti e politici a parte, i quali sostengono che le bonifiche sono a buon punto, le bonifiche a Porto Torres rimangono un miraggio. Come sosteneva solo pochi mesi fa il presidente dell’Isde – Sardegna Vincenzo Migaleddu «gli interventi della Syndial (leggi Eni) nella cosiddetta Area A dell’ex petrolchimico, laddove si trova la falda inquinata e dovrebbero sorgere gli impianti della Chimica ”Verde”, consistono nella realizzazione di una barriera idraulica costituita da dei pozzi di emungimento collegati a dei sistemi TAF (Trattamento Acque di Falda); a monte e a valle di tale barriera idraulica sono collegati dei piezometri per misurare il gradiente di diffusione dell’inquinamento. Nell’agosto 2011, in occasione dell’ennesima una conferenza di servizio istruttoria, veniva evidenziata dal Ministero l’inefficacia di tale barriera idraulica, senza però che si mettessero in atto nuove procedure di contenimento».

Ciononostante, il Ministero dell’Ambiente, già a maggio dello scorso anno, aveva concesso l’impiego dell’area meridionale del settore A per il progetto della Chimica Verde, con la benedizione della provincia di Sassari, dell’Arpas e dell’allora Assessore all’Ambiente Giorgio Oppi, che definiva la concessione una prima risposta alle richieste dei lavoratori.

Cosa è successo poi? Che i lavori per la costruzione delle fondamenta della Chimica Verde sono iniziati, che si stanno edificando gli impianti proprio sopra la falda rimasta inquinata. In pratica, si sta costruendo un enorme sarcofago, si sta mettendo un semplice tappo sui veleni. Sono queste bonifiche? Come si fa, allora, a reclamare insieme bonifiche e la Chimica Verde che viene realizzata senza preventive bonifiche? Perché, come minimo, non si dice che le bonifiche non possono essere affidate all’avvelenatore?

La seconda contraddizione è ancora più evidente: che senso ha fare bonifiche se poi si continuerà ad inquinare, a far ammalare la gente e, in ogni caso, a negare alle comunità diverse possibilità di sviluppo? E’ noto, infatti, che per far funzionare la Chimica Verde occorrono 150.000 ettari di terreno coltivato a biomassa. Insomma, non è questo un cane che si morde la coda? No, più semplicemente, è il cane a sei zampe, è la classe politica sarda che svende il suo territorio, è il governo italiano che considera la Sardegna come un’area di servizio per capitalisti mordi e fuggi, che oltretutto vengono riempiti di denaro. Forse che il comportamento dell’Eni non risponde in ogni suo gesto al modello della rapina? Lo sanno bene proprio gli operai della Vinyls, abbandonati da mamma Eni nel 2001.

Come uscire dall’impasse?

L’impressione, insomma, è che sindacati, politici e, in testa a tutti, l’Eni vogliano continuare a spremere alle loro condizioni, secondo l’affermato modello di gestione del potere che li lega in un tutto unico, un territorio che ha dato fin troppo, che ha immolato sull’altare del profitto la pesca, la mitilicoltura, l’agricoltura, il turismo. E non solo.

Eppure i sindacati vogliono questo, ma perché lo vogliono? Perché in questo modo possono riprodursi in quanto tali? Del resto, cosa ne sarebbe di loro se le industrie venissero drasticamente ridotte? La loro sembra una battaglia di ceto, un ceto che senza padrone non può esistere, quasi per definizione, se parliamo dei confederali.

Hanno forse trovato qualcosa da ridire i confederali quando, come detto, nonostante l’assenza di un’azione di bonifica, lo Stato Italiano ha dato l’ok alla Chimica verde? Hanno questi sindacati mai fatto un’ora di sciopero per l’ambiente e contro i padroni?

Al centro del giochetto gli operai, costretti a barattare salute per lavoro, altre possibilità di sviluppo per il salario, in attesa che i nuovi padroni, con l’aiuto dei confederali, sottraggano loro buona parte dello stipendio e il diritto di sciopero, oltre alla salute.

Insomma, i sindacati si danno in fretta un look verde (fa consenso), ma cadono altrettanto in fretta in evidenti contraddizioni.  Ed è per questo che gli operai non li devono seguire, ma iniziare a costruire un’alternativa, sviluppando un punto di vista libero, indipendente, insieme a quei comitati che in alcuni casi percepiscono come ostili.

 

Fonte: arrexini.info

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Francia: Lecornu s’est mazziat

500 000 persone in tutta la Francia contro Macron e la sua politica a due giorni dalla caduta del Primo Ministro francese Bayrou, record per il neo incaricato Sébastien Lecornu, contestato al suo secondo giorno di mandato.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Francia: il 10 settembre blocchiamo tutto, atteso il voto di fiducia per Bayrou

Da circa un mese sui social e sui siti di movimento, ma non solo, è iniziato a girare un appello per una giornata di mobilitazione e di blocco per il 10 settembre. In questa giornata infatti, in tutto l’esagono si terranno iniziative, manifestazioni, blocchi stradali per cacciare Macron e il primo Ministro francese François Bayrou.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Quarticciolo: 26 e 27 settembre “Alza la voce, alza la testa!” Due giorni di festival per un cambiamento radicale

A Quarticciolo il 26 e il 27 settembre si terrà una due giorni di festival per un “cambiamento radicale”, ancora una volta la realtà romana alza la voce e alza la testa per portare i propri contenuti, le proprie istanze di lotta per una vita dignitosa, per un quartiere sicuro. A partire da questi temi […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Lotte operaie: sabato 6 settembre manifestazione SUDD Cobas a Forlì contro caporalato e sfruttamento

Non si placano le proteste dei lavoratori della filiera Gruppo 8 a Forlì e a Cesena. L’azienda vuole delocalizzare gli stabilimenti romagnoli, dai quali escono prodotti di lusso brandizzati Made in Italy.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Bologna: cariche della polizia contro il picchetto antisfratto a difesa di una famiglia con minori

Manganellate di polizia contro attiviste e attivisti di Plat – Piattaforma di intervento sociale, stamane in occasione di un picchetto antisfratto in via Cherubini a Bologna.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Sullo sgombero del Leoncavallo

I “centri sociali” sono luoghi dove persone giovani e meno giovani si riprendono il senso dell’esistenza, si riprendono i loro desideri, non sono (o non dovrebbero essere) ambiti in cui una generazione ripiegata su se stessa cerca consolazione alle proprie sfighe.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Calabria: vincere la rassegnazione. Costruire l’alternativa

La Calabria si avvicina a una nuova tornata elettorale e ciò che emerge, senza troppi giri di parole, è l’ennesima prova di quanto poco i principali partiti nazionali tengano davvero a questa terra. In questi giorni assistiamo al solito teatrino: spartizione di poltrone, nomi tirati fuori dal cilindro senza radici, senza sostanza, senza un’idea chiara […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Botulismo in Calabria: come la sanità privata ci lascia morire per strada

La vicenda non riguarda solo le intossicazioni, ma l’intero sistema sanitario calabrese ed il ruolo delle cliniche private.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Urbanistica: cosa hanno in comune Milano e Torino?

Fa notizia in questi giorni (finalmente!) come una giunta sedicente di sinistra abbia stravolto la città di Milano, ma in realtà non molto diversa è la situazione di quell’altra metropoli del nord che è Torino.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Francia: il 10 settembre “Blocchiamo tutto”

Ovunque in Francia, dei gruppi si incontrano, si organizzano e condividono delle idee con un obiettivo comune: bloccare tutto il 10 settembre prossimo.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Che fine ha fatto la battaglia per l’Acqua Pubblica?

Pubblichiamo un aggiornamento sulle attività del Comitato Acqua Pubblica Torino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il Movimento No Tav era, è e sarà sempre al fianco della resistenza palestinese: sosteniamo la Global Sumud Flotilla!

Se Israele deciderà di fermare con la forza la Global Sumud Flottilla, impedendo ancora una volta l’arrivo di aiuti umanitari e provando a spegnere un atto di resistenza collettiva, noi non resteremo a guardare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Global Sumud Flotilla: le barche italiane lasciano la costa siciliana alla volta di Gaza, “Buon vento”

Sono salpate, alla volta di Gaza, le imbarcazioni italiane della Global Sumud Flotilla dal porto siciliano di Augusta.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gaza Inc: dove il Genocidio è testato in battaglia e pronto per il mercato

Gaza è diventata la vetrina di Tel Aviv per lo Sterminio privatizzato, dove aziende tecnologiche, mercenari e fornitori di aiuti umanitari collaborano in un modello scalabile di Genocidio Industriale venduto agli alleati in tutto il mondo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

America Latina, “la guerra secondaria”

Nel 2025, la competizione globale per i minerali essenziali – terre rare, litio, cobalto – e per le fonti energetiche – petrolio, gas, energie rinnovabili – sta riconfigurando il potere globale.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Assemblea geografa per la Palestina: quanto successo in parallelo al Congresso Geografico Italiano 2025 di Torino

Dal 3 al 5 settembre 2025, presso il Campus Einaudi e il Castello del Valentino di Torino, si è svolto il 34° Congresso Geografico Italiano. 

Immagine di copertina per il post
Culture

“The Ashes of Moria”: che cosa rimane del campo profughi più grande d’Europa?

A cinque dall’incendio che lo ha distrutto, il documentario porta nel cuore del campo, tra odori, rumori, paure e violenze. Allo stesso tempo offre le coordinate per capire i meccanismi attuali delle brutali politiche europee.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Guerra alla guerra” nelle università: a Pisa il 13 e 14 settembre, due giorni di assemblea nazionale

Il 13 e 14 settembre a Pisa si terrà l’assemblea nazionale universitaria “Guerra alla Guerra”, due giorni di confronto tra collettivi e realtà studentesche da tutta Italia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: attacco sionista al csoa La Strada

Nella notte tra giovedì e venerdì, poco dopo le 4, ignoti hanno lanciato una bomba carta contro l’ingresso del Centro Sociale “La Strada” in via Passino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’assemblea nazionale “Stop al genocidio. Fermiamo il sionismo con la resistenza” si terrà al cinema Aquila

Alcuni giorni fa il sindaco Gualtieri aveva vietato l’utilizzo di una sala del cinema Aquila di Roma per l’assemblea nazionale convocata dalle organizzazioni palestinesi in Italia. Ora il passo indietro. LA LOTTA PAGA – L’ASSEMBLEA SI TERRÀ AL CINEMA AQUILA IL 14 SETTEMBRE ALLE ORE 10.00 Dopo la conferenza stampa di lunedì 8 settembre davanti […]