Poste Italiane: lo schifo a nostre spese
LE POSTE ITALIANE SONO AL SERVIZIO DEI CITTADINI ? O DEGLI AZIONISTI, I CUI DIVIDENDI SARANNO EROGATI IL 20 GIUGNO?
Di Umberto Franchi da La Bottega del Barbieri
Dagli inizi degli anni ’90, abbiamo assistito a un continuo martellamento ideologico, effettuato da un vasto ceto di propagandisti (a iniziare da Confindustria, economisti ben pagati, mass-media, assieme alle forze politiche di centro-destra e di centro-sinistra) che hanno messo in discussione diritti, salari, normative, Stato sociale … riuscendo a fare privatizzare tutto il patrimonio pubblico industriale, attraverso “riforme” che in realtà erano controriforme.
Ci siamo sentiti dire:
Ciò è avvenuto sempre mettendo al centro la validità del “libero mercato” nella globalizzazione mondiale, fino a costruire un regime fondato sul liberismo senza scrupoli.
IN QUESTO CONTESTO AVVIENE ANCHE LA PRIVATIZZAZIONE DI POSTE ITALIANE.
Le «Poste Italiane Spa» dall’ottobre 2015 sono privatizzate con un 70% di azioni a grandi investitori (capitalisti italiani ed esteri) e un 30% a semplici cittadini, compresi i dipendenti delle Poste.
Anche la privatizzazione di “Poste Italiane”, avviene nel medesimo lungo contesto che a partire dagli anni 90 vede passare in Parlamento precise scelte politiche liberiste nell’ambito delle decisioni stabilite dall’Europa Unita e sempre sostenute da economisti ben pagati, politici di centrodestra e centrosinistra, stampa e TV per dire che il capitalismo-liberismo è l’unico sistema possibile.
Così lo Stato Italiano si è sbarazzato di tutte le aziende pubbliche o a PP.SS. (cioè partecipazioni statali) fondamentali per l’economia del Paese, fino ad arrivare alla svendita di Poste Italiane, una delle sue più importanti aziende, incassando 3,4 miliardi di euro che sono andati a finire nella riduzione del debito pubblico… sempre soldi destinati agli speculatori finanziari che fanno pagare allo Stato Italiano lauti interessi sul debito per i prestiti concessi.
L’azienda, dall’aprile 2017, ha come Amministratore Delegato e Direttore Generale, Matteo Del Fante con uno stipendio di 1 milione e 665.000 euro l’anno, ben 138.750 euro al mese (la stessa cifra che un operaio guadagna in 10 anni lui la percepisce in 30 giorni).
L’Amministratore Delegato di Poste Italiane assieme al Consiglio di amministrazione ha subito iniziato un processo definito di “ammodernamento”. In data 27 maggio 2022 l’assemblea degli azionisti di “Poste Italiane” ha approvato il bilancio 2021 , chiuso con un utile di ben 325 milioni di euro.
E come ha fatto Poste Italiane a fare un bilancio così positivo? Qualcuno potrebbe pensare: ci saranno state assunzioni di personale oppure investimenti innovativi. NO, niente di tutto ciò.
ECCO COME:
Ma come verranno reinvestiti gli utili di Poste Italiane, ammontanti a 325 milioni di euro per l’anno 2021?
Qualcuno penserà: finalmente con nuovi investimenti creando occupazione. NO, la dirigenza ha stabilito di premiare gli azionisti con un dividendo 0,59 euro per azione; la cedola a favore dei soci verrà erogata il 20 giugno 2022
Quello che avviene alle Poste è in sintonia con ciò che avviene nel Paese, con privatizzazioni e distruzione del tessuto sociale e con lo spostamento di immense ricchezze dai ceto medio-bassi ai più ricchi: il 10% di popolazione detiene il 55% di tutta la ricchezza presente nel nostro Paese e il 20% vive con lo 0,50 della ricchezza.
Fino a quando il popolo sopporterà simili ingiustizie?
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