Prima la distruzione della Jungle di Calais, ora i campi parigini
Gli sgomberi dei migranti, una mossa politica di Hollande
Tra le 2 e le 4mila persone vivono in strada nella capitale francese. Ora il governo vuole sgomberare anche loro
Non è un buon inverno per i migranti francesi. Questo lunedì il governo ha dichiarato “conclusi” i lavori di smantellamento del campo rifugiati di Calais, dove vivevano quasi 10mila persone. E ora, il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve ha promesso di smantellare gli accampamenti di migranti nella piazza di Stalingrad, a Parigi. Dopo lo sgombero della Jungle, ecco che è venuto il turno dei campi informali parigini. Le attenzioni dei media si sono tutte trasferite qui, dove tra le 2mila e le 4mila persone vivono in tende in 4 accampamenti tra la metro Jaures e Stalingrad.
Da una parte stanno gli etiopi e gli eritrei di etnia Oromo, dall’altra gli afgani e i pakistani; infine, due comunità di sudanesi che hanno occupato gli angoli della piazza. Dormono stretti in tendine Quechua, uomini, donne e bambini, mentre di notte il freddo diventa insopportabile. Le condizioni igienico-sanitarie sono spaventose: non ci sono bagni né docce, lo Stato non assicura nessun servizio di aiuto né di primo soccorso. Tutto è gestito da associazioni e da gruppi di cittadini che si sono auto-organizzati per distribuire cibo caldo, materiale sanitario e corsi di lingua francese.
L’unico “servizio” che fornisce la Prefettura, è quello della distruzione sistematica delle tende e del fermo casuale di migranti per strada. Da tre mesi a questa parte infatti, ogni tre-quattro giorni la polizia e i CRS sbarcano sulla piazza: bloccano un’area del campo e iniziano lo “smantellamento”, ossia la distruzione di tutto ciò che vi trovano. Le tende vengono buttate, insieme a coperte, zaini, tutto. I migranti si ritrovano senza nulla, per strada. La chiamano “rafle”, retata, incursione. Lunedì 31 ottobre è successo per la 28esima volta. 30 migranti sono stati portati via e per 24 ore non si ha avuto nessuna notizia di loro. Una ruspa ha devastato il campo informale degli afgani, e la messa in scena è finita in poche ore. Appena il cordone di polizia si è aperto, le persone hanno corso per reinstallare le tende e rioccupare il sottoponte della metro.
Queste incursioni continue da parte delle forze dell’ordine altro non sono se non un messaggio ben chiaro: un messaggio diretto ai rifugiati, un “non vi vogliamo qui, e non vi faremo vivere tranquilli. Non chiamate altri migranti”, e un messaggio per gli elettori. Infatti Hollande è già in campagna elettorale. Lo sgombero della Jungle di Calais è stata un’operazione mediatica e politica che l’ha visto vittorioso: più di 800 giornalisti provenienti da tutto il mondo hanno testimoniato che la fine della bidonville di Calais è stata umana e accettabile, e che i rifugiati verranno trasferiti in strutture più degne e sicure. Anche se la realtà è stata ben diversa. Hollande ha costruito un set cinematografico in cui gran parte della stampa internazionale è caduta. Ma nella realtà, “l’eviction de la giungle” ha fatto finire per strada tra le 3 e le 4mila persone, ossia tutti coloro che non volevano fare domanda di asilo in Francia e che non hanno abbandonato il loro sogno di raggiungere la famiglia o una vita migliore nel Regno Unito. Senza contare che ancora non si sa cosa succederà a chi è stato caricato sui bus e distribuito nei vari centri di accoglienza, ma che ha già un foglio di via o che rientra sotto il Trattato di Dublino.
Il governo vuole dimostrare che la “crisi dei migranti” è sotto controllo, e che si sta agendo per togliere le persone dalla strada. Cercano di tenersi buono l’elettorato di centro-destra, che gioisce della distruzione della giungla e che non vuole vedere i rifugiati sui marciapiedi parigini; e cerca di non inimicarsi il centro-sinistra, che cerca di incantare con l’idea di “evacuazioni umanitarie” ora che l’inverno è alle porte.
Anche la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, ha ribadito la necessità di evacuare i campi fatti di tende di piazza Stalingrad. Pare che entro la fine della settimana scatterà una grossa operazione di polizia che vedrà la distruzione più o meno completa delle tendopoli; le persone verranno caricate sui bus e distribuite nei vari CAO (centri di accoglienza e oroentamento) sparsi per la Francia.
Il governo preferisce nascondere il problema piuttosto che risolverlo. Meglio sottrarlo alla vista dei cittadini, che cercare una soluzione duratura. E l’Europa, come sempre, tace.
Junius
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