Processo alle lotte: tremila in piazza a Firenze. “Siamo tutti colpevoli di lottare”
“Se toccano uno, toccano tutti”. E’ questo lo spirito con cui tremila persone oggi sono scese in piazza a sostegno degli 86 studenti e attivisti sotto processo per le mobilitazioni dell’Onda studentesca che, tra il 2008 e il 2011, si opponeva alla riforma Gelmini, ai tagli all’istruzione pubblica e all’aziendalizzazione delle Università. Settanta gli anni di carcere richiesti dal PM Coletta, ostinato nel portare avanti l’assurda e grave accusa di “associazione a delinquere” contro sette degli imputati.
Tante le lotte che sono scese in piazza a rivendicare la legittimità dei movimenti e dei conflitti che, a cinque anni di distanza, continuano a contrapporsi alle politiche di austerità e impoverimento. Una mobilitazione trasversale che ha investito la lotta per la casa, gli studenti medi e universitari, ma anche il sindacalismo di base e le tante realtà territoriali. La manifestazione ha attraversato interamente il centro storico, senza dimenticarsi di portare l’urlo della città che non si arrende sotto le finestre di Palazzo Vecchio. Un luogo simbolo non solo di un potere cittadino sordo di fronte alle istanze sociali che vengono dal basso, ma anche del renzismo che oggi governa il paese per conto di banche, multinazionali e speculatori.
Sicuramente i numeri che si sono espressi nella piazza di oggi sono un dato importante che è stato capace di rompere il silenzio intorno ai tentativi della magistratura di “risolvere” le istanze sociali portando in Tribunale chi alza la testa di fronte alle ingiustizie.
Al di là dell’esito della sentenza (atteso nelle prossime settimane), la manifestazione di oggi ci aiuta ad affermare il fallimento dell’operazione repressiva orchestrata da Questura e Procura che mirava a pacificare la città di Firenze. A cinque anni dagli “arresti preventivi” del 2011, nelle mobilitazioni studentesche come nelle lotte per il diritto alla casa il terreno del conflitto e dell’incompatibilità continua ad essere praticato nella determinazione a costruire dal basso possibilità di riscatto e trasformazione. E’ anche a difesa di questa possibilità, oltre che dei compagni sotto processo, che la piazza di oggi si è schierata.
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