InfoAut
Immagine di copertina per il post

Rimosso il murales in ricordo di Roberto Scialabba

Intanto a Roma è iniziata la campagna elettorale

Il 28 Febbraio, come ogni anno, abbiamo ricordato Roberto Scialabba, militante comunista ucciso dai NAR nel 1978. Quest’anno è stato un ricordo diverso, più militante e più partecipato. Infatti, diverse strutture del X municipio si sono impegnate nella costruzione politica di quella giornata, che è riuscita a produrre, per la prima volta dopo tanti anni, un corteo di quartiere, nonché a sollecitare il Municipio in questione per l’apposizione di una targa commemorativa. In aggiunta, è stata prodotta un’opera artistica lungo via San Giovanni Bosco, un meraviglioso murales che ricordasse non solo umanamente Roberto, ma anche politicamente. Questo ricordo, evidentemente, non è andato giù al PDL cittadino, che subito si è attivato per la rimozione di tale murales. A Roma, nella città coperta da tag e murales di ogni tipo, infestata da croci celtiche e svastiche, da scritte razziste e imbrattata in ogni dove come nemmeno la peggiore delle baraccopoli discariche dell’occidente, il comune, tramite la sua azienda municipalizzata AMA, si è attivato addirittura tra sabato sera e domenica mattina per cancellare l’opera d’arte, due giorni dopo la sua creazione.

Tale Emanuele Falcetti, vicino al Pdl, infatti, prima ha fomentato alcuni genitori della scuola di via San Giovanni Bosco, poi ha proceduto a chiamare personalmente il Decoro Urbano per la rimozione dell’opera. L’opera però,  accidentalmente, era stata autorizzata sia dal municipio in questione (il decimo), sia dalla preside della scuola,  e anche i vigili urbani del decimo gruppo, intervenuti mentre veniva disegnato, non si erano opposti. Tutti passaggi inutili, visto che è bastata una chiamata telefonica di questo oscuro personaggio per mobilitare uomini e mezzi che sono prontamente accorsi come nemmeno nelle più urgenti occasioni. La spiegazione di tale celerità deve allora ricercarsi altrove, e in particolare nella natura esclusivamente politica delle vicenda. Infatti, come abbiamo già detto numerose volte, nelle aziende municipalizzate romane Alemanno ha inserito tutti quei personaggi impresentabili, che non potevano essere mostrati pubblicamente, e che però hanno contribuito notevolmente alla sua elezione a sindaco. In particolare, all’ATAC il Gianni piazzava Francesco Bianco, già militante dei NAR, e responsabile della morte di Roberto Scialabba (e di altre decine di persone, sia detto per inciso: Bianco guidava l’auto che giunse in piazza Don Bosco proprio il 28 febbraio del 1978 con a bordo i fratelli Fioravanti, e più in generale era l’autista della banda). Guarda caso, anche il Falcetti lavora all’ATAC come elettrotecnico (pare assunto da poco, per giunta, almeno a giudicare dal suo profilo su linkedin). Non vogliamo con questo affermare che anche lui sia un imbucato in qualche quota politica, ma certo a pensar male… E anche a pensar bene, ci chiediamo se Falcetti si sia mobilitato con tanto ardore anche contro l’assunsione di Bianco…

Nel 2008, invece, appena eletto sindaco, Alemanno chiamò a dirigere l’ufficio del Decoro Urbano del Campidoglio tale Mirko Giannotta: come scrivevamo (leggi) più di tre anni fa, il comportamento di questa azienda – invece di essere dettato dal decoro pubblico – sembra dettato più che altro dalla volontà politica. Vengono, infatti, cancellate solo le scritte e i murales dei compagni: scritte fasciste, in ricordo dei loro morti con tanto di accompagnamento di croci celtiche, campeggiano indisturbate su diversi muri di Roma. E perchè, vi chiederete? Chi è questo Mirko Giannotta (che tuttavia, almeno a giudicare dal sito dal Comune, sembra essere stato sostituito ad interim da tal Fabio Tancredi)? Oltre ad essere stato condannato nel 2005 per alcune rapine a banche e gioiellerie col fratello Fabio (leggi), Mirko Gianotta, con un passato legato all’estrema destra, è anche il figlio di Carlo (tornato recentemente agli “onori” delle cronache per il ferimento proprio di Francesco Bianco…), storico capo della sezione dell’ex Msi di Acca Larentia, frequentata da giovane anche da Alemanno. E proprio per “vendicare” i morti di Acca Larentia, secondo i Nar, fu ucciso Roberto Scialabba…

Una morte e un ricordo, quello di Roberto Scialabba, che tocca nel vivo le contraddizioni di questa giunta. Infatti, la tendente depoliticizzazione di quegli anni ha prodotto una pericolosissima retorica che vede accomunati in un unico calderone le morti di ogni colore e provenienza. E finché tali morti sono state ricordate spogliandole da ogni riferimento politico, queste sono andate bene a destra e a sinistra. Il problema infatti è stato proprio dare un tono politico alla vicenda di Roberto Scialabba, celebrarlo in maniera militante, ricordando che non è morto per caso ma ucciso da mano fascista perché militante politico di Cinecittà. E’ stato fare i nomi e cognomi di chi quel giorno lo uccise, e di chi in questi anni si è prodigato nel coprire e proteggere gli ex militanti dei NAR, che ha dato fastidio al comune e al PDL cittadino.

Dunque, nonostante l’autorizzazione delle strutture territoriali, oggi più che mai abbiamo capito chi comanda davvero, e cioè una serie di ambigui personaggi neofascisti, che fanno il bello e il cattivo tempo nei meccanismi comunali. Personaggi legati a doppio filo ai tragici eventi degli anni settanta, che furono protagonisti in prima persona di molte di quelle morti e di quelle violenze, e che oggi non solo agiscono liberamente all’interno dell’amministrazione capitolina, ma hanno addirittura voce in capitolo riguardo proprio a quegli eventi. La stessa gente che negli anni settanta (e ottanta, e novanta…Andrini docet) ha ucciso, oggi si permette di discutere e decidere cosa può essere ricordato e in quale modo. E’ iniziata la campagna elettorale…

 

Fonte: www.militant-blog.org

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Quando il popolo si organizza, il sistema vacilla

L’ultimo periodo di lotte ha mostrato che il potere trema solo quando il popolo smette di obbedire.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

E’ ancora il momento di bloccare tutto!

Il 28 novembre sarà sciopero generale, coordiniamoci in tutte le città, in tutte le provincie, in tutti i paesi per bloccare ancora una volta in maniera effettiva tutto il territorio nazionale.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Torino: Askatasuna ‘bene comune’, iniziati i lavori di riqualificazione

Entra nel vivo la trasformazione dello storico centro sociale Askatasuna di corso Regina Margherita 47 a Torino, occupato 29 anni fa e da allora perennemente sotto minaccia di sgombero, in bene comune.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

“Una legge di bilancio di matrice classista” quella del governo Meloni. L’analisi del Professor Alessandro Volpi

Si accende il dibattito rispetto alla iniqua manovra del governo, in particolare su fisco e pensioni.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

“Piano Casa”: il governo Meloni di fronte alla crisi abitativa strutturale

In questi giorni il governo Meloni sta discutendo del “Piano Casa”. Creazione dell’Autorità per l’Esecuzione degli Sfratti, abbreviate le procedure e le tempistiche: tutto sembra aggravare una situazione di crisi abitativa già critica.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Milano: svendita di San Siro e Olimpiadi Invernali, tegole giudiziarie sulla città “appaltata” ai grandi eventi

La gip di Milano Patrizia Nobile ha sollevato davanti alla Consulta la questione di “legittimità costituzionale” del decreto del Governo Meloni del 2024.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Asl di Torino: un sistema di favori al servizio della politica?

L’Italia è un paese anziano e in calo demografico ma gli investimenti nel comparto sanitario e socio-assistenziale sono sempre meno.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Diritto all’abitare: presentato il DL Sfratti. Unione Inquilini: “Ennesimo attacco ai diritti di chi vive in precarietà abitativa”

La maggioranza accelera sul “Piano Casa” della premier Meloni, che in realtà è un piano…sfratti.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Free Party: a tre anni dall’entrata in vigore del decreto anti-rave migliaia di giovani occupano a Campogalliano (Mo)

Violente cariche e lacrimogeni contro le persone presenti al Witchtek. Ci sono feriti e fermati.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Da Mompantero a Susa, vent’anni dopo: la fiaccolata del movimento No Tav illumina ancora la valle

Vent’anni dopo la battaglia del Seghino, la Valsusa torna a camminare insieme, fiaccola alla mano, per ribadire che la lotta non è mai finita.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Armi e appalti: l’Italia mantiene aperto il canale con l’industria militare israeliana

Nonostante la campagna di sterminio contro la popolazione palestinese della Striscia di Gaza, Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato continuano ad equipaggiare i propri reparti di pronto intervento rifornendosi presso le più importanti aziende israeliane.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Morte di Ramy Elgaml: altri due indagati per falso tra i carabinieri premiati con l’Ambrogino d’Oro

Altri due carabinieri sono stati iscritti nel registro degli indagati con le accuse di aver fornito false informazioni al pubblico ministero e di falso ideologico in atti pubblici nell’ambito dell’indagine sulla morte di Ramy Elgaml

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Genova: corteo operaio sotto la Prefettura. Sfondate le reti della polizia, lacrimogeni sulle tute blu

La rabbia operaia continua a riempire le strade della città ligure contro il (non) piano del governo Meloni sul destino di migliaia di operai ex-Ilva e sul futuro del comparto siderurgico in Italia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Presidio permanente di San Giuliano: dove abbattono case, noi costruiamo resistenza!

Martedì 2 dicembre, durante l’assemblea popolare, i/le giovani No Tav, hanno fatto un importante annuncio: casa Zuccotti, dopo essere stata espropriata da Telt, torna a nuova vita.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Torino: riflessioni attorno “all’assalto squadrista alla sede della Stampa” e alla libertà di informazione

Il centro sociale Askatasuna di Torino è tornato al centro del dibattito politico nazionale dopo l’azione alla redazione de La Stampa del 28 novembre durante la manifestazione nel giorno dello sciopero generale

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Appello di docenti, ricercatori e ricercatrici universitarie per la liberazione di Mohamed Shahin

Riportiamo l’appello di docenti, ricercatori e ricercatrici per la liberazione di Mohamed Shahin, per firmare a questo link.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Investimenti israeliani sui progetti delle grandi rinnovabili in Italia

Diamo il via all’inchiesta collettiva sugli investimenti israeliani sui progetti delle grandi rinnovabili che abbiamo deciso di iniziare durante la “Due giorni a difesa dell’Appennino” a Villore, di cui qui si può leggere un resoconto e le indicazioni per collaborare a questo lavoro.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Un primo resoconto dell’appuntamento “Due giorni a difesa dell’Appennino”: come continuare a rendere vivi i nostri presidi di resistenza dal basso

Iniziamo a restituire parte della ricchezza della due giorni a difesa dell’Appennino, svoltasi in una cornice incantevole a Villore, piccolo paese inerpicato tra boschi di marronete e corsi d’acqua, alle porte del parco nazionale delle Foreste Casentinesi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bambini sfruttati e affumicati nei campi della California

Molto lontano dai campi di Entre Ríos o Santa Fe, i bambini contadini della California lavorano dagli 11 ai 12 anni, sfruttati, mal pagati, in terreni affumicati con pesticidi e con il terrore di essere deportati insieme alle loro famiglie di migranti.