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Rispettiamo solo i Pompieri!

Del resto è da diverso tempo che i Vigili dl Fuoco protestano per le loro condizioni lavorative, per il salario e soprattutto per avere mezzi idonei e sicuri. Sono passati almeno 15 anni da quando i pompieri sono stati messi sotto il controllo del Ministero degli Interni. Sicuramente un fastidio più che un valore aggiunto, anzi la cosa non è mai stata digerita, dal momento che il loro non è certo lo stesso mestiere del poliziotto, del carabiniere o del finanziere.

Nel 2015 i VdF sono scesi più volte in piazza con presidi e scioperi, ultimo in ordine di tempo quello del 12 dicembre durante il quale hanno rivendicato i propri diritti in merito a salario e sicurezza. E non è bastata la mossa del governo, la famosa mancia degli 80 euro di Renzi, a sopire il malcontento.

Le loro rivendicazioni partono dalla volontà di poter continuare a salvare vite senza che quei salvataggi diventino solamente una speranza a causa di mezzi obsoleti e pompieri costretti a spostarsi da una città all’altra per via della chiusura in tutta la penisola di caserme e presidi. Inoltre la mancanza di uomini, 30.000 escludendo impiegati e dirigenti, fa sì che la media sia di un VdF ogni 15.000 abitanti.

Una differenza abissale rispetto ai reparti delle forze dell’ordine, che contano 310mila uomini e donne distribuiti tra 105 mila Carabinieri, più di 100 mila poliziotti, 39 mila penitenziari e 60 mila finanzieri. Le stesse forze dell’ordine che sono sempre pronte a piangere miseria (magari ricorrendo anche a qualche trucchetto buono per piagnucolare in qualche servizio televisivo, come accaduto qui), nonostante lo stipendio netto di un agente parta da un minimo di 1.300 euro per crescere fino a 1.600/1.800 netti grazie alle diverse paghe accessorie come straordinari, turni di notte, indennità per i servizi di ordine pubblico, fino ad arrivare ai 4.500/5.000 di stipendio per un Vice Questore. Tutto questo senza contare i passpartout che compongono il benessere di chi porta una divisa, da qualsiasi punto di vista: alloggio di servizio con affitto sulla gobba di tutti/e, trasporti pubblici gratuiti, riduzioni e agevolazioni su assicurazioni, cinema, teatri, stadi e non ultimo il parcheggio gratuito in centro sfruttando il tesserino, ecc. Mezzi e privilegi conosciuti e gelosamente difesi…

Diversa la situazione per i Vigili del Fuoco con i loro 1.300 euro al mese che a fine carriera diventano al massimo 1.700; i sindacati parlano di un divario che va dai 300 ai 700 euro mensili in meno. C’è poi il capitolo dei precari che minaccia di avere un tragico epilogo visto le ultime decisioni del governo, che, eliminando di fatto la figura del vigile discontinuo, lascerebbe a casa dai 40 mila a 60 mila uomini.

Se c’è una divisa che sempre è stata vista vicino alla gente e di aiuto disinteressato da qualsiasi sentimento di prevaricazione ed abuso è proprio quella del Vigile del Fuoco. Accade che su richiesta delle Questure i pompieri vengano fatti intervenire anche assieme alla polizia (ad esempio nello sgombero di stabili occupati), ma negli ultimi anni i VdF hanno ribadito in più occasioni la propria contrarietà e indisponibilità ad essere impiegati in operazioni di ordine pubblico (vedi qui il caso della Val Susa). Forse perché al netto di qualsiasi interesse, anche quello di portare la pagnotta a casa, è sempre stata la passione di salvare vite umane dal pericolo a muovere i pompieri, siano essi effettivi, discontinui o volontari. Un merito, questo, che non si annovera tra gli altri corpi menzionati prima.

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