Ritorsione padronale alla Sole di Pontedera: riparte la lotta
“E’ una situazione assurda – dice uno dei due operai – si tratta di una ritorsione del padrone di Sole, numero due di confindustria, che non ci vuole in mezzo alle scatole nei capannoni per paura che anche gli interinali suoi inizino a pretendere migliori condizioni. Preferiscono tenerci a casa pagati pur di non stare in fabbrica con i nostri colleghi, vi rendete conto? Questa è una discriminazione: ci hanno proposto di tutto pur di non venire a lavoro: trasferimenti e altri sotterfugi. Ma noi abbiamo fatto una lotta e ottenuto di poter lavorare qui senza più il ricatto del contratto interinale. Abbiamo il diritto di entrare in fabbrica”.
Durante la lotta che nelle settimane precedenti aveva piegato Sole e Iscot i committenti hanno lamentato l’inaffidabilità della produzione di Sole la quale, basando il proprio profitto sulla produttività degli interinali sotto ricatto e perennemente illusi di una futura stabilizzazione, ha provato a scaricare sugli stessi operai il costo della lotta. Da una parte ha minacciato le rescissione dell’appalto con Iscot se avesse fatto lavorare i due operai protagonisti tra gli altri della lotta e dall’altra ha mandato a casa 27 interinali diretti Sole con la scusa del calo di lavoro a causa della lotta.
“Questa è una balla. Si tratta di una rappresaglia a danno degli operai e che mira a spaventare chi con la nostra lotta ha intravisto la possibilità di migliorare anche la propria condizione. Noi eravamo interinali come quegli altri. Adesso è arrivato il momento di unirsi e rispondere assieme. Noi non possiamo cedere: abbiamo il diritto di lavorare là dentro, non c’è alcun motivo perché solo in due non si prenda servizio. Per questo sabato abbiamo ripreso lo sciopero e da oggi rimonteremo il presidio fuori dai cancelli. Sarà battaglia. Devono rispettare i lavoratori”.
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