Sant’Ermete vuole spazio! Un sabato di stra-ordinaria socialità e sensibilizzazione
La scintilla è stata quella del percorso che vede da più di un mese decine e decine di disoccupati organizzarsi dal quartiere di Sant’Ermete per bloccare le casse delle grandi catene di distribuzione alimentare al fine di ottenere reddito sotto forma di buoni spesa: lunedì scorso infatti l’incontro autoconvocato dal Comitato ha visto la partecipazione di coop e carrefour e per le prossime settimane si profilano nuovi importanti momenti di lotta per strappare questo reddito e soddisfare i bisogni alimentari di tante persone nel quartiere. L’obiettivo infatti è quello di costruire un centro di distribuzione alimentare e successivamente una mensa sociale collettiva per il quartiere. Questo rende il casottino, sede e centro di aggregazione principale del comitato in questi mesi, non più sufficiente ad accogliere tutte queste iniziative.
Già il percorso di doposcuola popolare, in cui in pochi mesi più di 20 bambini vengono intrattenuti, ascoltati, formati da un gruppo di insegnanti volontari del quartiere, ha già provveduto ad estendere e ramificare le proprie sedi: sono infatti quasi ultimati i termini per utilizzare la scuola “Don Milani” situata proprio in quartiere, come ulteriore luogo disponibile per effettuare questa attività. Adesso, con il progetto di mensa in via di realizzazione, e la necessità di nuovi spazi anche per l’aggregazione giovanile (come testimoniato dal nuovo biliardino recuperato da vicini e simpatizzanti) si fa sempre più urgente la necessità di un’ulteriore collocazione con cui arricchire l’intero quartiere, e non solo, delle attività sociali e culturali promosse dallo spazio popolare.
Per tutto questo sabato pomeriggio decine di cartelloni, striscioni, interventi al microfono hanno ricordato al quartiere l’esistenza di uno spazio che sarebbe consono ad ospitare questo genere di attività. E’ stata infatti lanciata una raccolta firme che ha lo scopo di ottenere l’assegnazione dei locali ad oggi sottoutilizzati dell’ex circolo arci Salvadori. Questo luogo, emblema della parabola discendenti delle case del popolo, da 90 anni è presente nel quartiere. La nuova generazione di case del popolo, quella degli spazi sociali autogestiti, ha quindi come scopo quella di rivitalizzare questi luoghi che oramai da troppi anni sono vincolati ai debiti con le banche, alla clientela delle associazioni filo-istituzionali, alla gestione privatistica. Dopo alcuni anni di chiusura dovuta a malgestione, il circolo è stato scorporato in più parti: alcune affittate per ripagare debiti, altre esternalizzate ad associazioni e ad istituzioni per realizzare dormitori ed altri progetti. Ad oggi uno spazio enorme con due saloni di 160 mq circa, più varie stanze, una terrazza di 200 mq, una cucina professionale, un giardino di 1500 mq è utilizzato solo per poche iniziative ed è per questo che da sant’ermete è partita la necessità di conquistare queste nuove frontiere di organizzazione: per rendere ancor di più di massa la fruizione e la partecipazione alle attività collettive e di mobilitazione. Durante la giornata di quartiere circa 30 componenti dello spazio popolare hanno diffuso in tutte le strade i volantini fino ad arrivare al circolo in questione dove hanno recapitato una richiesta d’incontro agli attuali soci della cooperativa di consumo proprietaria dei locali. La lotta continua…
Di seguito il testo della richiesta d’incontro:
Alla cooperativa di consumo di sant’ermete
Al circolo Mario Salvadori di Sant’ermete
Alla Società della Salute
Da molti mesi nel quartiere di sant’ermete è attivo un comitato che ha realmente aggregato tante persone, da giovani e anziani, attorno alla riappropriazione dei bisogni sociali. Da questa primavera nel casottino rinominato “spazio popolare” si sono avviate decine di attività ed iniziative che in maniera concreta, autofinanziata ed organizzata autonomamente hanno coinvolto diverse fasce di popolazione del quartiere nella realizzazione di obiettivi di miglioramento della vita sociale, economica e culturale. Sinteticamente le attività in movimento sono quelle relative:
alla socialità per bambini, giovani, anziani (dal biliardino a merende, pranzi e cene sociali, a giochi da tavolo, carte etc..)
all’istruzione con il progetto di doposcuola popolare che vede circa dieci insegnanti gratuitamente accompagnare nelle ripetizioni scolastiche un consistente gruppo di bambini di elementari e ragazzi delle medie inferiori.
all’informazione ed all’organizzazione di iniziative per sensibilizzare e cambiare la situazione di profonda emergenza abitativa, con uno sportello per il diritto all’abitare. Numerosi sono stati gli sfratti difesi con la solidarietà nel quartiere, i momenti di mobilitazione per segnalare il degrado relativo alla manutenzione delle case popolari ed alle condizioni di sovraffollamento.
all’informazione ed all’organizzazione di iniziative per sensibilizzare e cambiare la situazione di profonda emergenza sociale con uno sportello per quanto riguarda la difficoltà a pagare le bollette delle utenze come acqua, luce e gas. Da queste attività è partita una campagna contro gli “stacchi” delle utenze per le persone morose incolpevoli, per chi ha gravi difficoltà economiche.
all’informazione ed all’organizzazione di iniziative volte all’educazione alimentare, con momenti di sensibilizzazione riguardo le ingiustizie sociali che vedono nel nostro quartiere decine e decine di nuclei familiari non riuscire a soddisfare i principi nutritivi base di una dieta alimentare dignitosa. Da queste esigenze è stata costruita una campagna pubblica che coinvolge tantissime persone per l’ottenimento di buoni spesa per i disoccupati. L’obiettivo a breve termine è quello di realizzare un centro di distribuzione alimentare e successivamente una mensa sociale nel quartiere.
Tutte queste iniziative sinteticamente descritte hanno una potenzialità sociale molto vasta di aggregazione e partecipazione per il miglioramento complessivo delle condizioni di vita delle persone del quartiere, combattendo concretamente tutta una serie di fenomeni legati alla crisi: individualismo, annichilimento, rassegnazione, impoverimento. Lo spazio in cui queste attività vengono realizzate è il casottino, che risulta ad oggi essere assolutamente inadeguato per le piccole dimensioni a contenere la molteplicità di persone che attraversano queste attività.
Per questo chiediamo un incontro con i gestori ed i proprietari del circolo e con le istituzioni sociali, al fine di valutare la possibilità di una Co-gestione degli spazi sito tra via Bandi 16 e via di Putignano 306, attualmente utilizzati per alcune iniziative relative al ballo per giovani, alla organizzazione della tombola, all’affitto degli stessi per feste di compleanno.
Dalla fine del progetto della “casa delle culture”, e dopo la fine della locazione di parte dei locali ad un’agraria, la struttura è sottoutilizzata. Pensiamo che una struttura con delle finalità sociali come quella del circolo (con due saloni di 160 mq circa, più varie stanze, una terrazza di 200 mq, una cucina professionale, un giardino di 1500 mq, oltre a ulteriori 12.000 mq di terreno per i quali è attiva una convenzione con il Comune), possa accogliere parte delle nostre iniziative contribuendo all’arricchimento sociale del quartiere.
Per discutere di questa proposta, ed approfondire come meritano tutte le questioni, proponiamo un incontro per il giorno lunedì 3 febbraio alle ore 15 presso il nostro spazio situato in via Emilia, accanto all’edicola. Siamo ovviamente disponibili se dovessero esserci problemi, a cambiare la data e l’orario previa comunicazione.
Spazio Popolare Sant’Ermete
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