InfoAut
Immagine di copertina per il post

Sciopero dei trasporti a Pisa, Firenze e Torino: città bloccate

A Torino, l’adesione allo sciopero è stata dell’80%. Contro il Gruppo Torinese Trasporti che vuole vendere il 49% dell’azienda, Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl, Fast Confsal , hanno fermato i mezzi pubblici in città,il trasporto urbano, suburbano, la metropolitana che e’ stata chiusa, le autolinee extraurbane e il servizio ferroviario gestito a Gtt. Nelle vie del centro è stato improvvisato un corteo. Alcuni volantini del Pd dal titolo ‘L’Italia giusta’ sono stati bruciati.Un nuovo sciopero di 24 ore e’ stato indetto dai sindacati di base per lunedi’ 16 dicembre. “Se non sara’ ritirata la delibera sulla privatizzazione la protesta proseguira’ e si intensifichera’”, spiegano i rappresentanti Usb.

Meno “canoniche” le proteste a Pisa (i mezzi in circolazione sono davvero pochissimi) e a Firenze dove di fronte all’iniziativa autonoma dei lavoratori il prefetto ha convocato a Palazzo Medici Riccardi le Rsu di Ataf per evitare che ”si protragga ulteriormente la situazione di illegalita’”. L’astensione dal lavoro, per tutta la giornata, era stata regolarmente comunicata, ma le corse delle fasce di garanzia stamani non sono state effettuate, lasciando molte persone in attesa sotto le pensiline in molte zone della citta’. Intanto, come spiega una nota della rsu dell’azienda, l’assemblea dei lavoratori di Ataf, in riunione dalle 4 di stanotte, ha stabilito di proseguire i lavori, diventando permanente, per individuare “soluzioni alla disastrosa situazione del trasporto fiorentino aggravata dopo la scelta dell’amministrazione comunale di privatizzare l’azienda e in conseguenza dell’intenzione confermata dal nuovo gestore privato di disdettare tutta la contrattazione aziendale oltre a voler dividere Ataf fra i tre soci proprietari”. Con la violazione delle fasce di garanzia, infatti, i tramvieri sono passibili di denunce penali e di sanzioni da parte della Commissione nazionale di garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali. Anche a Firenze i lavoratori sono scesi in piazza. Al sit in hanno partecipato anche alcune delegazioni di autisti di altre città, tra cui una da Roma.

da Controlacrisi

Il comunicato della RSU di Firenze sulla situazione dei lavoratori ATAF:

L’assemblea dei lavoratori ATAF riunitasi a partire dalle ore 4 di oggi 5 dicembre 2013 ha ritenuto necessario proseguire la discussione per individuare delle soluzioni alla disastrosa situazione del trasporto fiorentino aggravatasi dopo la scelta dell’amministrazione comunale di privatizzare l’azienda e dall’intenzione confermata dal nuovo gestore privato di disdettare tutta la contrattazione aziendale oltre a voler dividere ATAF fra i tre soci proprietari.

Per la terza volta, i lavoratori vedono disdettare gli accordi maturati con decenni di contrattazioni per giungere ad un rapporto peculiare per la città fiorentina. La recente abitudine con la quale i nuovi “managers” intendono condurre le trattative sindacali, imbatte oggi contro la dignità dei lavoratori ATAF che rifiutano di farsi ricattare.
Il tentativo di dividere la società ATAF Gestioni dimostra invece l’ennesimo paradosso, proprio a poche settimane dalla presentazione del bando per costituire l’azienda unica regionale. Ma si sa… “divide et impera”. E non certo in nome del bene comune.

I lavoratori, che da anni compiono inutili sacrifici sulla loro pelle per recuperare i danni creati dalle malagestioni precedenti, ritengono che il problema debba assumere una valenza politica, poiché è impensabile che i tranvieri possano accollarsi la mancanza di finanziamenti al trasporto che da anni i vari governi hanno stabilito, oltre a farsi carico dei continui aumenti dei costi del gasolio, delle assicurazioni e delle parti di ricambio e di tutte le materie prime necessarie a svolgere il servizio.

L’arroganza e la superficialità con cui l’amministrazione comunale ha scelto di privatizzare l’azienda di trasporto fiorentino altro non esprime che la sua incapacità ad affrontare i problemi per risolverli preferendo liquidarli a qualsiasi privato che sia disposto a liberare la politica da qualsiasi impiccio.

Nessuna scelta strutturale sulla città, come ad esempio le corsie preferenziali, è stata presa per facilitare l’uso dei mezzi pubblici per rendere concorrenziale il trasporto pubblico rispetto a quello privato. Anzi, con l’obbligo imposto al gestore privato di pagare per milioni di euro l’affitto dei depositi comunali dove vengono parcheggiate le vetture, l’amministrazione comunale ha strozzato ogni possibilità di risanamento, lasciando al nuovo proprietario libertà di recuperare tali costi sull’unica voce disponibile ovvero il costo del lavoro.

Il ridicolo rifacimento del manto stradale limitato solo alle strade in cui si sono svolti i campionati del mondo, mostrano chiaramente lo stile con cui si vuole ingannare chi è un utente della strada. Già si intravedono a solo tre mesi di distanza, i primi segni di sfaldamento dell’asfalto. I tranvieri ci vivono su queste strade e pagano le conseguenze sulla loro salute per le continue buche che i fatiscenti autobus non riescono ad ammortizzare. Lo stesso stile che ha ideato la riverniciatura dei mezzi per illudere i cittadini di un avvenuto rinnovamento del parco veicoli.

 

Il trasporto pubblico quindi non può e non deve sottostare alle leggi del mercato essendo un bene comune ma deve perseguire razionalizzazioni e riorganizzazioni al fine di rendere l’azienda efficiente e al pieno servizio di ogni cittadino. I tranvieri fiorentini in tutti questi anni hanno più volte sottoscritto accordi con le dirigenze e tutti gli enti preposti senza che nessuno di questi abbia mai mantenuto fede alla loro parte di impegno.

Gli autisti in particolar modo, si sono fatti sempre carico anche degli altri settori in cui volutamente dalle dirigenze non è mai stata posta mano per una ristrutturazione. Ad oggi, ad un anno esatto dall’ingresso del privato, non è mai stato presentato alcun piano industriale, nessun progetto, se non quello di ridurre il personale anche con trasferimenti “obbligati” in altre aziende fuori regione, nonostante la carenza cronica di autisti che comporta un ricorso allo straordinario medio giornaliero del 25%.

Le recenti imposizioni che hanno creato condizioni di lavoro non più sopportabili dall’intero settore autista hanno oltrepassato i limiti di sicurezza e di stress che la stessa Medicina del Lavoro con sue indicazioni aveva invitato a non oltrepassare e soprattutto sono stati violati i limiti di dignità umana non concedendo neanche il diritto ad espletare i naturali bisogni fisiologici se non dopo 4,5 ore di guida consecutiva per un tempo massimo di 15 minuti comprensivo dei ritardi accumulati a causa del traffico. Il rispetto di ogni lavoratore e lavoratrice (circa 70 donne autista) che ogni giorno devono “arrangiarsi”, non può più venire meno.

Oggi, a forza di tirare la corda, si è rotta. Non lasceremo morire il nostro lavoro e la nostra salute.
Chiediamo a tutti i cittadini di esserci al fianco nonostante oggi sia anche per loro una giornata di grande disagio. I valori di dignità, di rispetto di ogni lavoratore non possono soccombere a chi fa della politica il proprio tornaconto personale.

 

L’Italia ha bisogno di procedere in un verso giusto. Se questo è il nuovo che avanza, troverà la risposta di tutti gli uomini e le donne di buonsenso.
Per questi motivi, i lavoratori proseguiranno la discussione in assemblea permanente.

 

 

Firenze 5 dicembre 2013

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

Firenzepisascioperotorinotrasporti

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Francia: il 10 settembre blocchiamo tutto, atteso il voto di fiducia per Bayrou

Da circa un mese sui social e sui siti di movimento, ma non solo, è iniziato a girare un appello per una giornata di mobilitazione e di blocco per il 10 settembre. In questa giornata infatti, in tutto l’esagono si terranno iniziative, manifestazioni, blocchi stradali per cacciare Macron e il primo Ministro francese François Bayrou.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Quarticciolo: 26 e 27 settembre “Alza la voce, alza la testa!” Due giorni di festival per un cambiamento radicale

A Quarticciolo il 26 e il 27 settembre si terrà una due giorni di festival per un “cambiamento radicale”, ancora una volta la realtà romana alza la voce e alza la testa per portare i propri contenuti, le proprie istanze di lotta per una vita dignitosa, per un quartiere sicuro. A partire da questi temi […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Lotte operaie: sabato 6 settembre manifestazione SUDD Cobas a Forlì contro caporalato e sfruttamento

Non si placano le proteste dei lavoratori della filiera Gruppo 8 a Forlì e a Cesena. L’azienda vuole delocalizzare gli stabilimenti romagnoli, dai quali escono prodotti di lusso brandizzati Made in Italy.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Bologna: cariche della polizia contro il picchetto antisfratto a difesa di una famiglia con minori

Manganellate di polizia contro attiviste e attivisti di Plat – Piattaforma di intervento sociale, stamane in occasione di un picchetto antisfratto in via Cherubini a Bologna.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Sullo sgombero del Leoncavallo

I “centri sociali” sono luoghi dove persone giovani e meno giovani si riprendono il senso dell’esistenza, si riprendono i loro desideri, non sono (o non dovrebbero essere) ambiti in cui una generazione ripiegata su se stessa cerca consolazione alle proprie sfighe.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Calabria: vincere la rassegnazione. Costruire l’alternativa

La Calabria si avvicina a una nuova tornata elettorale e ciò che emerge, senza troppi giri di parole, è l’ennesima prova di quanto poco i principali partiti nazionali tengano davvero a questa terra. In questi giorni assistiamo al solito teatrino: spartizione di poltrone, nomi tirati fuori dal cilindro senza radici, senza sostanza, senza un’idea chiara […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Botulismo in Calabria: come la sanità privata ci lascia morire per strada

La vicenda non riguarda solo le intossicazioni, ma l’intero sistema sanitario calabrese ed il ruolo delle cliniche private.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Urbanistica: cosa hanno in comune Milano e Torino?

Fa notizia in questi giorni (finalmente!) come una giunta sedicente di sinistra abbia stravolto la città di Milano, ma in realtà non molto diversa è la situazione di quell’altra metropoli del nord che è Torino.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Francia: il 10 settembre “Blocchiamo tutto”

Ovunque in Francia, dei gruppi si incontrano, si organizzano e condividono delle idee con un obiettivo comune: bloccare tutto il 10 settembre prossimo.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Contro la privatizzazione e l’economia di guerra: l’occupazione della piscina Argelati a Milano

Sabato 19 luglio gli abitanti dello storico quartiere popolare del Ticinese, organizzati nell’assemblea di Lotta per la Sanatoria, hanno riaperto uno dei numerosi impianti sportivi chiusi presenti nella metropoli milanese: la Piscina Argelati, inagibile dal 2022. La piscina ha rappresentato da sempre per il quartiere un luogo di socialità e un bene comune; per questo, […]

Immagine di copertina per il post
Formazione

Guerra alla guerra nelle università

Assemblea nazionale universitaria, 13-14 settembre, Pisa

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appello per un campeggio No Base territoriale: 5-6-7 Settembre al presidio di Pace “Tre Pini” San Piero a Grado

Mentre crescono le connessioni tra le nostre lotte, sentiamo l’urgenza di continuare ad organizzarci insieme in un nuovo campeggio al Presidio di pace “Tre Pini”, per trasformare il diffuso rifiuto della base militare e della guerra in opposizione concreta.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Cronache di polizia: la stampa embedded e la fobia delle regie occulte

L’ultimo articolo de La Stampa, a firma di Caterina Stamin, sulle inchieste contro i movimenti sociali giovanili torinesi, è un esempio lampante di come, in Italia, il giornalismo di cronaca stia scivolando sempre più verso un linguaggio e una prospettiva di derivazione poliziesca e giudiziaria.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

STOP RIARMO “Se la guerra parte da qua, disarmiamola dalla città!”

Riprendiamo e pubblichiamo il documento uscito sul canale telegram del percorso @STOPRIARMO che a Torino ha organizzato una prima iniziativa qualche settimana fa. Il documento traccia un quadro composito del sistema guerra nei vari ambiti della produzione e della riproduzione sociale oltre a lanciare alcuni spunti rispetto a ipotesi di attivazione.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Compaiono scritte per denunciare le falsità dei manifesti dell’amministrazione: la riqualificazione del Comune targata Politecnico non è verde!

Pubblichiamo il comunicato stampa congiunto a firma Comitato Salviamo il Meisino, Comitato Salviamo gli Alberi di Corso Belgio, EsseNon e Ecologia Politica Torino in merito a un’iniziativa per denunciare la narrazione falsa del Comune di Torino rispetto alla riqualificazione “verde” della città.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Boicottaggio respinto, verità distorta: UniPi sceglie la guerra e la chiama pace

Un contributo del Collettivo Universitario Autonomo – Pisa in merito alla votazione del senato accademico dello scorso venerdì 11 luglio.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Lavoro: la polizia carica gli operai di Gruppo 8 (FO) in sciopero. Tre lavoratori in ospedale, ma la resistenza continua

Violente cariche di polizia ai cancelli della Gruppo 8 di Forlì, dove i lavoratori sono in sciopero e picchetto supportati dal sindacato di base Sudd Cobas. Da undici giorni lavoratori e sindacalisti presidiano i cancelli della fabbrica del Gruppo 8, azienda che produce divani di lusso che vengono venduti anche a 100mila euro l’uno. Difendono […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Dopo il 5 luglio il percorso Stop Riarmo continua!

Riprendiamo il comunicato uscito su @STOPRIARMO e alcuni articoli sulla giornata del 5 luglio scorso a Torino contro guerra, riarmo e gencidio.