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Sciopero e picchetto al Bar Campus dell’Università di Torino

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Inizia il terzo giorno di sciopero con picchetto delle lavoratrici e lavoratori del bar Campus all’università di Torino. Sul Lungo Dora, nella futuristica sede universitaria del Campus Luigi Einaudi, infatti, da tre giorni la decina di baristi e bariste, insieme a numerosi studenti solidali, e al sindacato SICOBAS, stanno picchettando e impedendo l’apertura del bar universitario per protestare contro il loro licenziamento.

Da mesi la loro vertenza anima il campus e quasi tutti gli studenti che ci gravitano attorno, conoscono la battaglia di queste lavoratrici e lavoratori. Inseguito alla cessazione della concessione e alla conseguente gara d’appalto, l’azienda per cui sono assunti la IFM, li ha licenziati (a partire dal 24 settembre), e la ditta entrante, la multinazionale dei servizi SODEXO, non li ha ad oggi reintegrati, spingendo i lavoratori a bloccare il bar.

A essere sotto accusa è soprattutto l’Università di Torino e il Rettore Gianmaria Ajani, colpevoli di non aver inserito nella gara d’appalto la cosiddetta clausola sociale, che avrebbe garantito il reintegro dei dipendenti nella nuova gestione.

In segno di protesta ieri, Martedì 17 settembre, i lavoratori e le lavoratrici, insieme ad un centinaio di studenti sono partiti in corteo dal campus per raggiungere il Rettorato, dove hanno bloccato il Senato accademico pretendendo che l’università si muovesse per risolvere la situazione di cui è diretta responsabile. Le risposte date dal Rettore sono state tra il vago e l’imbarazzato, in un goffo tentativo di scaricare il barile e la colpa sulla ditta entrante, quando invece i responsabili delle politiche di esternalizzazioni e privatizzazioni sono proprio quelli che oggi siedono in Senato accademico.

Col passare dei giorni la solidarietà e il presidio davanti al Bar Campus si sta allargando e l’atteggiamento menefreghista delle istituzioni universitarie, ha fatto aumentare anche la rabbia degli studenti e delle studentesse,che sempre ieri sera, hanno occupato una parte del campus per la Strike University Night, in solidarietà alla lotta.

Significativa e importante è stata la solidarietà e la partecipazione attiva alla lotta dei lavoratori delle biblioteche, che nella giornata di ieri hanno scioperato e partecipato al picchetto numerosi.

Ogni settore dei lavoratori dei servizi dell’Università di Torino, vive condizioni di forte precarietà e sfruttamento, e la vicenda del bar del campus, apre uno spazio di riscatto possibile e di lotta unitaria per conquistare condizioni di lavoro migliori per tutti.

Il fatto che centinaia di studenti e studentesse si stiano mobilitando per il futuro dei lavoratori è un segnale importante e dimostra come la coscienza di vivere una condizione di sfruttamento e precarietà, sia un vissuto comune di chi attraversa lo spazio universitario per formarsi e studiare. Oltre alla condizione studentesca, in molti lavorano per integrare il proprio reddito per la formazione, come barisiti/e, comerieri/e, riders, per i quali il bisogno di flessibilità e la necessità di fare meno ore di lavoro possibile per lasciarsi il tempo di studiare e vivere, viene fatta pagare caramente con ipersfruttamento, paghe da fame, lavoro nero, mancanza di qualsiasi forma di tutela sulla salute e molto spesso vessate dalle molestie dei datori di lavoro. La possibilità di muoversi in per difendere i diritti di persone che gli studenti vedono tutti i giorni preparargli caffè e pranzi, può essere un punto di partenza il rifiuto anche delle proprie condizioni di sfruttamento. Ma è grazie alla dignità e alla forza di questo piccolo gruppo di bariste e baristi, che tutto questo è stato e sarà forse possibile.

Qui di seguito le loro parole:

 

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