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Segnali dal Territorio: Note a margine di un presidio di lotta

A Modena nella giornata di ieri si è verificata una nuova, interessante quanto valorizzabile, situazione politica. Si tratta di una situazione intermedia, che amplia lo spettro delle possibilità. Una giornata di presidio e corteo, partecipata da un centinaio di persone, che ha consolidato la presenza del movimento antagonista in città dopo due settimane caratterizzate da attacchi giudiziari e mediatici.

Il corteo del 14 maggio scorso, partecipato da più di settecento solidali, l’emozione di avere scosso una coscienza critica in una città apparentemente normalizzata, il ricordo vivo della rabbia sui volti intimoriti degli occupanti sgomberati sono immagini impresse che hanno innescato dinamiche profonde di problematizzazione e soggettivazione.

In quest’ultimo mese ci si è dati l’obiettivo di favorire la costruzione di una comunità disposta a spendersi nella quotidianità delle relazioni e dei tempi che una lotta progettuale e concreta impone. Un soggetto composito ma reale, che chiaramente indica ciò che potrebbe diventare.

La critica decisa al modello locale e nazionale di governance, l’attacco a una gestione del welfare che specula sull’impoverimento generalizzato, hanno segnato una rotta rumorosa rispetto al silenzio istituzionale nei confronti dell’emergenza abitativa; non è infatti un caso che successivamente agli sgomberi dell’11 maggio, un susseguirsi di promesse illusorie e di fantomatici progetti abitativi stia riempiendo la carta stampata locale. È il segnale di come il potere, quando viene “smascherato”, deve necessariamente cercare di ricostruire una forma di nuovo dominio, seppur calandolo sul piano mediatico piuttosto che su quello reale. Laddove questa contraddizione diviene evidente, emergono soggettività che, se inserite all’interno di percorsi conflittuali concreti, fungono da cunei per l’allargamento e il ribaltamento delle contraddizioni esistenti.

Il presidio di questo pomeriggio ha evidenziato un aspetto fondamentale per una realtà autonoma: la materializzazione palpabile di una base sociale attiva nelle lotte, capace di superare i limiti del superficiale comportamento ‘antipolitico’ frequente in contesti territoriali con un livello di proletarizzazione relativamente basso.

La repressione locale, cavalcando l’onda del pm torinese Rinaudo, ha colpito il movimento NO TAV in molte città italiane. Come abbiamo notato la immediata connessione con la vittoria del candidato sindaco cinque stelle Appendino a Torino, non possiamo non vedere che anche a Modena si è voluto colpire il movimento che ha creato squilibri e traballamenti istituzionali in città. L’effetto prodotto, da un lato evidenzia la brutalità di un governo in difficoltà che affida alla magistratura il compito di neutralizzare le forme di dissenso, dall’altro produce soggettivazione dentro quell’ambiguità sociale rappresentata da disaffezione e incompatibilità materiale.

L’assemblea pubblica, animata dalle famiglie degli ex occupanti e dei tanti solidali (studenti universitari, lavoratori del sociale e dell’istruzione) è stata anche attraversata dalle significative presenze del sindacalismo conflittuale di base e delle realtà politiche locali impegnate contro lo sfruttamento dei lavoratori e dei territori.


La possibilità trasformante deve essere costruita dotandosi degli strumenti percettivi in grado di far cogliere ad un militante le importanti fasi transitorie determinanti nella creazione di percorsi antagonisti; percorsi che non nascono automaticamente sulla base della nostra volontà o ispirazione. Occorre, invece, mettere in campo tutta la determinazione, la capacità e la tenacia di chi, partendo dalle contraddizioni che il presente ci pone davanti, vuole ribaltare i rapporti di forza che la riproduzione capitalistica vorrebbe sbilanciati.

La possibilità e la scommessa consistono, in questa fase, nell’elaborare e determinare progettualità in grado di essere parte viva e attiva di critica e trasformazione radicale.

C’è confusione sotto al cielo e noi non possiamo esimerci dall’esserne soggetto attivo…

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