Sfratto eseguito con la forza a Spinadesco (Cremona)!
La sua storia lavorativa è quella di tanti sfruttati del sistema delle cooperative: in un anno è stato licenziato quattro volte per essere riassunto nuovamente nei mesi successivi sempre con contratti a tempo determinato di un paio di mesi.
La precarietà lavorativa, la folle spesa per recarsi quotidianamente sul posto di lavoro distante 90 km da casa e la necessità di sostenere la famiglia con un reddito solo hanno reso impossibile per Abdul pagare un affitto di 370 euro circa. Dopo alcuni mesi di morosità incolpevole, inoltre, gli è stato pignorato un quinto dello stipendio per coprire le mensilità scoperte.
Il Comitato provinciale Antisfratto di Cremona, dopo essere già riuscito a rinviare lo sfratto fino al sesto accesso, nella giornata di ieri ha organizzato una resistenza forte e decisa, con la costruzione di barricate, per impedire alle FdO e all’ufficiale giudiziario di eseguire lo sfratto.
La determinazione del picchetto ha impegnato la controparte per tutta la giornata e lo sfratto, con l’utilizzo della celere, è stato eseguito solo nel tardo pomeriggio.
Nel momento in cui è stata sfondata brutalmente la porta Francesca si è fatta male ed è stata quindi portata in Pronto Soccorso: dovrà portare il collare al collo per una decina di giorni!
A fronte dell’indifferenza delle istituzioni competenti, l’unica mezzo per difendere i propri diritti e soddisfare i propri bisogni materiali è la lotta! Nel territorio cremonese il protagonismo delle famiglie morose ha impedito l’esecuzione di una sessantina di sfratti e, anche nella giornata di ieri, questo soggetto sociale ha mostrato di essere determinato a resistere fino all’ultimo minuto. La lotta di Francesca e Abdul non si fermerà finché non avranno un tetto sopra la testa!
Pubblichiamo la dichiarazione stampa del Comitato provinciale Antisfratto di Cremona e, a seguire, un messaggio di coraggio e dignità pubblicato da Francesca in rete dopo l’ esecuzione dello sfratto:
Oggi, martedì sei maggio, a Spinadesco (CR) è stato eseguito, dopo lunghe ore di resistenza, uno sfratto forzato ai danni di una famiglia con minore a carico.
L’intervento della celere è sintomatico del vuoto intenzionalmente lasciato dalle istituzioni (in)competenti nell’affrontare sul piano politico l’emergenza abitativa in città e provincia.
La resistenza decisa e determinata, con la costruzione di barricate, ha di fatto impegnato le forze dell’ordine per l’intera giornata, rendendo palese come il problema abitativo sia relegato ad una questione di mero ordine pubblico.
L’incapacità delle istituzioni locali nel trovare soluzioni concrete e risolutive fa si che, in questa fase, la riappropriazione degli innumerevoli alloggi sfitti di proprietà pubblica e privata, lasciati alla rendita e alla speculazione edilizia, sia l’unica via percorribile.
Comitato provinciale AntiSfratto
Cremona, 06 Maggio 2014.
Il messaggio di Francesca:
Ieri ho vinto le mie paure, ieri ho dato voce ai miei diritti, ieri ho aperto un nuovo capitolo.. ieri io e mio marito abbiamo combattuto fino alla fine per difendere i nostri diritti e alla fine loro sono riusciti a buttare giu quella porta.. Oggi con un collare al collo per 10 giorni e mille botte in tutto il corpo sono qui pronta per cominciare un nuovo percorso..le istituzioni italiane fanno schifo, mi vergogno di essere italiana.. polizia, carabinieri, questura per una famiglia che non si riesce a permettere un affitto.. la tutela dei minori e del nucleo famigliare dov’è?un grazie va alla mia famiglia e alla famiglia di mio marito che sono sempre stati accanto a noi, al comitato antisfratto di cremona e alle famiglie che ne fanno parte che si sono battuti fino alla fine e che hanno ragione LA LOTTA PAGA! Ad Elena che in questo momento ha saputo farmi ridere e a Riccardo che era con noi sotto casa e a tutte le persone che ci hanno aiutato..un vero grazie dal cuore..
Francesca.
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