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Siamo oppositori politici, non criminali. Quest’aula non ci spetta!

Alcuna motivazione “tecnica” è stata addotta per giustificare la permanenza di questo processo nell’Aula bunker delle Vallette. Per il semplice fatto che non vi è alcuna esigenza di carattere tecnico nella scelta di questo Tribunale nel voler permanere in quest’aula, che già da sola caratterizza il valore di un procedimento.
Da parte della Procura torinese vi è solamente una scelta “politica”. Voler appunto caratterizzare il Processo al Movimento No Tav come un processo a pericolosi criminali.
La Procura ha ben dimostrato che essa è schierata dalla parte di un’opera inutile, distruttiva, solo dispendiosa di denaro pubblico. Il rifiuto di voler accertare la Verità sul comportamento illegale di taluni operatori in divisa al momento degli arresti del 3 luglio. La manipolazione accertata delle prove, con la cancellazione di parti di video in cui appunto si evidenzia il comportamento illegale degli agenti di polizia e carabinieri. Il non voler accertare un utilizzo spropositato della fora (4537 candellotti al CS lanciati in un arco di tempo di circa 5/6 ore il 3 luglio), la pone in condizione di non essere garante di alcuna giustizia.
Allora si ricorre ad una campagna denigratoria e di criminalizzazione di tutto il Movimento No Tav. La scelta di permanere nell’aula bunker, che ben altri processi ha visto svolgersi nei tempi passati. Mentre nel presente non si è utilizzata neppure per processi di ben maggiore valore quali il processo alla ndrangheta (operazione Minotauro) o processi per la morte di centinaia di lavoratori e non solo (eternit).
Mentre vi si è svolto il processo contro due ex-sindaci No Tav per un processo contro il Movimento, e adesso vi si vuole svolgere il nostro.
Poter additare all’opinione pubblica che il Movimento No Tav non è un movimento popolare di opposizione ad una opera distruttiva, speculativa e inutile, ma solo un insieme di criminali della peggiore specie, potendo contare soprattutto su una stampa compiacente e capace di riportare per intero le informative che escono da Procura e Questura.
Come imputati di un processo che ci vede chiamati a rispondere di un reato ancora non iscritto nei Codici Penali: Associazione a Resistere, intendiamo rigettare questa logica di criminalizzazione del Movimento No Tav, che ci vuole capri espiatori per poter sconfiggere “manu militari” un Movimento popolare a cui la politica è incapace di dare risposte reali.

Imputati/e del maxiprocesso NoTav

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