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Sindaco e Amministrazione comunale di Olbia… “anche se vi credete assolti siete coinvolti!”

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Riceviamo e pubblichiamo volentieri…

Come operatori medici e operatori sanitari (e cittadini) di Olbia chiediamo che il nostro Sindaco (responsabile della salute pubblica dei suoi concittadini) e l’amministrazione comunale attuino una ferma presa di distanza sui tagli alla sanità pubblica, spesso a favore di strutture non statali come il Mater Olbia, sopratutto in questi giorni drammatici anche per quella olbiese.
Scelte politiche ben precise hanno fatto si che oggi la sanità pubblica, nei luoghi dove è stata “risparmiata”, sia ridotta allo stremo nonostante le tante eccellenze di operatori sanitari che vi lavorano.
Un suo silenzio sig. Sindaco (o una sua mancata denuncia in merito a quanto sopra riportato) sarebbe la prova di un suo interesse a non far emergere a livello nazionale la denuncia (da parte del Comune di Olbia) di questa logica malata di finanziamento con soldi pubblici di aziende sanitarie private fino ad arrivare ad un punto in cui cittadini (e medici) non ci sentiamo sicuri neanche negli ospedali. Il nostro vuole essere un invito alla riflessione sig. Sindaco, anche alla luce di quanto colleghi hanno denunciato alcuni giorni fa con una lettera.
Riportiamo alcune preziose testimonianze DIRETTE di medici e operatori sanitari dell’Ospedale Giovanni Paolo II di Olbia che hanno deciso di raccontare e denunciare, nonostante la censura (di fatto) attuata dall’ass.re alla Sanità nei giorni scorsi.
Dopo la lettura capirete perché nell’ospedale stanno aumentando i casi del personale sanitario positivo al Covid-19.

11 Marzo: “Abbiamo pochissimo materiale, proprio in un momento di estremo bisogno. Stiamo dividendo i pani ogni giorno, sperando che l’indomani arrivino un po’ di mascherine, occhiali, camici monouso, calzari, tutto monouso o disinfettanti di vari tipi che mancano. Con il personale che era già all’osso, questa situazione è davvero molto difficile da gestire”.
“Solo ieri sono arrivati i tamponi per i test del Covid-19. Al Mater Olbia sono stati sospesi solo ad inizio settimana gli interventi mentre noi lo abbiamo fatto da giorni. Il Mater finora non ha dato alcuna disponibilità di supporto alla struttura ospedaliera. Qui hanno chiuso Pronto Soccorso, Radiologia e Cardiologia per precauzione e disinfestazione dopo il caso della persona positiva ad Olbia.

12 Marzo: “E’ stato una triste «fortuna» che ci sia stato il caso positivo di Covid-19 ad Olbia perché ora le persone stanno limitando gli spostamenti, altrimenti non ce l’avremmo fatta a contenerlo. In questi giorni sono state fatte delle operazioni urgenti senza poter contare su esami che sarebbero stati indispensabili prima di effettuare gli interventi con piena cognizione, perché i reparti che avrebbero dovuto effettuare le analisi erano stati chiusi. Sebbene noi avessimo interrotto da giorni gli interventi (se non per le urgenze), il Mater Olbia ha sospeso i ricoveri/interventi solo il 9 marzo. “Tutto il nostro lavoro è fortemente rallentato, ci stanno fornendo solo di una singola maschera al giorno per ciascuna persona del reparto; quello stesso operatore dovrà visitare i pazienti del reparto sospetti”.

20 Marzo: “Finalmente sono arrivati dei tamponi, ma ancora abbiamo difficoltà ad avere mascherine, almeno una al giorno per ogni operatore sanitario a contatto con i pazienti”.
“Abbiamo pochissimi strumenti per lavorare, centellinando tutto e a volte lo dobbiamo cercare in altri reparti. Sono arrivati un po’ di tamponi lunedì, speriamo arrivi qualcosa la settimana prossima. Se non arrivano dispositivi i casi di contagio del personale sanitario (e i pazienti) aumenteranno drammaticamente”. “Ci hanno fatto i tamponi ieri ma a Sassari mancano i reagenti per controllare la positività o meno”.

22 Marzo: “Continuiamo ad avere pochissime mascherine nonostante ci siano nuove persone positive al test ricoverate nei reparti dove lavoriamo”.

23 Marzo: “Siamo sempre più spaventati da questa situazione”. “ Alcuni nostri colleghi con i quali abbiamo lavorato al loro fianco fino a ieri sono sono risultati positivi ai tardivi test fatti e abbiamo timore per noi e i nostri cari”.

27 Marzo: “Hanno richiamato qualche primario che era in pensione in cambio di grandi compensi per quest’emergenza. Tutto quando in ospedale pare  non ci siano soldi per comprare dpi (dispositivi di protezione individuale)  e servizi essenziali”.

“Il reparto di chirurgia ortopedia e medicina sono chiusi senza poter far ricoveri. Oggi e domani sanificano chirurgia e poi verrà il turno di ortopedia.”

“Continuano a mancare le mascherine, date sempre con il contagocce. Mancano anche i tamponi”.

“Hanno ridotto gli accessi al pronto soccorso, ma stanno continuando a trovare positivi colleghi e pazienti. Ci dovrebbero rifare i test presto. Sta iniziando ad arrivare un po’ di materiale, ma ci sono sempre carenze… hanno fatto un bordello. Iniziamo ad avere una mascherina a testa al giorno”.

“Forse ora ci sarà la possibilità di far esaminare i tamponi a Nuoro, per ora continuano a mancare i reagenti e ci sono pazienti ricoverati, isolati da parenti e mondo esterno, sospetti di esser positivi ma senza conferma. E dunque si devono prendere tutte le precauzioni come se fossero infetti. Alcuni colleghi hanno chiesto all’ospedale di poter effettuare qualche test al Giovanni Paolo II per accellerare le cose ma non abbiamo avuto nessuna rassicurazione”.

 

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